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Alessandra D'Annibale
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Fly Me to the Moon: Le due facce della Luna è una commedia romantica diretta da Greg Berlanti, regista di Tuo, Simon (2018) e sceneggiatore di diversi film televisivi ambientati nell’universo dell’Arrowerse della DC Comics. Assunta per rilanciare l’immagine pubblica della NASA, Kelly Jones (Johansson), ragazza prodigio del marketing, si scontrerà con Cole Davis (Tatum), direttore del programma di lancio, creando scompiglio nel suo già difficile compito. Quando la Casa Bianca ritiene che la missione sia troppo importante per fallire, Kelly Jones viene incaricata di inscenare un finto sbarco sulla Luna come piano di riserva. A quel punto il conto alla rovescia inizia davvero...
La pellicola è stata presentata a Roma all’interno dell’Agenzia Spaziale Italiana, alla presenza del Presidente dell’ASI e dell’astronauta Umberto Guidoni, Fly me to the moon, riaccende nuovamente il grande dibattito della storia dell’umanità: l’uomo è stato o no sulla luna?
In questi ultimi anni è andato rinnovandosi l’interesse per i voli spaziali, i test sono già cominciati, ma per poter vedere degli astronauti posare di nuovo il piede sul nostro asteroide bisognerà aspettare, se tutto va bene, il 2026. Per allora saranno trascorsi 57 anni da quando Armstrong e Aldrin, il 20 luglio 1969, piantarono la bandiera a stelle e strisce sulla superficie lunare. O almeno così ci è stata raccontata! Fly me to the moon è un film che fa emergere il concetto di verità relativa e apparente: in un mondo di fake news, oggi la verità è una merce di scambio. Viviamo in un tempo della relativizzazione assoluta della verità, tutto è il contrario di tutto e la verità, come diceva Pirandello è relativa e assoluta dall’occhio da cui si guarda.
Dentro a Fly Me to the Moon ci sono almeno tre film: c’è la commedia romantica che vede protagonisti Scarlett Johansson e Channing Tatum innamorarsi prima della missione e poi di loro stessi; c’è la missione Apollo 11 e c’è la politica americana di quegli anni alle prese con la guerra in Vietnam e con la corsa a chi è più forte contro la Russia. Il film punta su un intreccio surreale: il viaggio c’è stato ma c’era anche l’intenzione da parte del governo americano di girarne uno finto, in studio, magari diretto da Kubrick, in modo da poter controllare le immagini, per far si che gli americani fossero i primi a porre la bandiera sul terreno lunare e non doversi svegliare “sotto una luna comunista”.
La storia d’amore è comunque il fil rouge di tutto il film. Cole Davis direttore del lancio spaziale e Kelly Jones folkloristica regina del marketing, assunta per vendere il sogno degli americani, sono quanto di più distante possano essere, rappresentano i due poli opposti dell’atteggiamento di fronte alla verità: uno, Cole Davis (Channing Tatum) a difenderla senza compromessi, l’altra, Kelly Jones (Scarlett Johansson) per la quale mentire è facile come respirare, non esita tuttavia ad ammettere, dopo aver ascoltato in diretta la celebre frase di Armstrong “Un piccolo passo per l’uomo e un grande passo per l’umanità”, che a lei, ideatrice di tanti slogan, non le sarebbe venuta mai in mente. Perché davanti ad uno spettacolo come quello dell’atterraggio sulla luna, tutti rimaniamo ancora a bocca aperta!
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