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Dal nostro inviato
Alessandra D'Annibale
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Il più famoso trasformista del mondo arriva al Teatro Sistina che ospiterà fino al 26 aprile il nuovo spettacolo di Arturo Brachetti: Brachetti, che sorpresa! Lo psicodramma, definito così dallo stesso artista, dopo 70 tappe del tour approda nella capitale. Uno spettacolo piacevole che, come sempre, è riuscito ad accattivarsi l’entusiasmo e la partecipazione di un pubblico variegato.
"Arturo! Hai 58 anni e sei fermo al livello 3 da 30". Solo Arturo Brachetti può permettersi di rimproverare a se stesso di esser rimasto "fermo" troppo a lungo. Il più grande trasformista al mondo, erede di Leopoldo Fregoli, maestro dell'illusione e del gioco, reinventa il suo modo di fare varietà e costruisce una vera storia narrativa intorno alle sue arti. Nasce così 'Brachetti, che sorpresa!', regia di Davide Livermone.
L’idea dello show è quella di una storia che prende forma all’interno di un deposito di bagagli smarriti di un aeroporto internazionale, dove Arturo è alle prese con la ricerca della sua valigia rossa: il file rouge di tutto lo show. Arturo entusiasma il suo pubblico e propone il meglio del quick change, quell’arte da lui stesso reinventata che lo ha reso celebre e acclamato ai quattro angoli del pianeta: in un battito di ciglia si trasforma davanti agli occhi degli spettatori dal cappello alle scarpe, cambiando abito ma soprattutto anima. Un caleidoscopio di personaggi che realizza con grandi costumi o solo con pochi oggetti, per ricordarci che “con poco si può fare tutto, basta lasciarsi andare alla fantasia”. Durante lo spettacolo Arturo, grazie alla sua straordinaria capacità e velocità nel cambiarsi di abito, attraversa il mondo intero in pochi minuti, alla ricerca della sua magica valigia rossa, vestendo i panni di un brasiliano, un indiano, un giapponese, un francese, lasciando il pubblico con il fiato sospeso in quei pochi istanti necessari per le sue trasformazioni.
Brachetti è un artista a 360°, capace di passare dalla trasformazione ad altre performance che lasciano il pubblico a bocca aperta: il fascino delle ombre cinesi, l’emozione del sand painting, e le luci al laser, vera innovazione dello spettacolo, tecnica all’avanguardia che ha contribuito a rendere originale la messa in scena e ha fatto esplodere la platea in un caloroso applauso.
Compagni di avventura del ciuffo più famoso del mondo sono: Luca Bono, “l’enfant prodige della magia”, giovane talento dell’illusionismo internazionale con l’impossibile tra le mani; Luca&Tino, artisti esilaranti, stralunati, definiti dal prestigioso quotidiano francese Le Figaro i “Laurel e Hardy italiani”; Francesco Scimemi, tanto geniale quanto imprevedibile.
Nonostante la scelta, forse azzardata, da parte del regista, di mixare l’arte circense a momenti di semplice comicità, il risultato finale risulta essere piacevole nel suo complesso, riuscendo a dare forma ad uno spettacolo che sicuramente vale la pena vedere.
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