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Alessandra D'Annibale
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Lo spettacolo prende spunto dalla fiaba originale di Biancaneve, fiaba nordica di grande effetto drammaturgico, ma ne stravolge completamente il verso della narrazione. Maurizio Lombardi, con la sua maestria e irriverente comicità riesce davvero a fare centro con questo spettacolo tutto da ridere. Una messa in scena che lascia a bocca aperta sin dall’inizio, dall’entrata della matrigna o strega cattiva (Maurizio Lombardi), che tutto sembra tranne un’immagine disneyana, così come i 7 nani, il principe azzurro, specchio che assomiglia più ad un IPhone ecc, tutti rivisitati in chiave moderna. Una vera parodia dell’epoca contemporanea, prendendo spunto dal panorama televisivo e cinematografico, i nomi dei setti nani saranno: Foggiolo, Sballolo, Ansiolo, Furiolo (decisamente il più simpatico perché ci ricorda il personaggio di Carlo Verdone), Poppolo ecc, così come il Principe, che sembra uscito fuori da un reality, divenuto un cantante pop tipo Justin Bieber, con tanto di manager discografico alle spalle che altro non è che suo padre il Re-Gagliardo. Questa “Biancaneva” è ricca di rimandi all’epoca dei videogiochi e di internet, la sua corsa nel bosco è un vero e proprio gioco multimediale, la sua lotta alla sopravvivenza sembra una scena di Matrix, i due cacciatori che si scontrano ad una prova di Masterchef, insomma tutto lascia poco alla fantasia e per certi versi alla genuinità della fiaba, tuttavia non importa quanto i nomi dei protagonisti siano cambiati, e quante novità (alcune volte un po’ forzate), Maurizio Lombardi abbia messo in scena, il senso della vicenda rimane lo stesso e il divertimento raggiunge limiti alti. La matrigna stessa nella versione moderna, non è poi così cattiva e mostruosa come ce la ricordiamo, perché in realtà rispecchia l’immagine di milione di donne di oggi, seguaci della bellezza a tutti i costi, amanti della chirurgia e del botulino (tanto da farne una canzoncina da insegnare alla piccola Biancaneve), vegane, salutiste non per convinzione ma per costrizione, in cui l’assenza totale del glutine, dell’alcool e dei carboidrati non rientra in un concetto di benessere ma di credo religioso come Scientology. La sua ossessionata ricerca della bellezza non spaventa i bambini e le bambine in sala, ma le fa sorridere, le coinvolge e forse le mette in guardia le femminucce, a non diventare schiave dell’estetica perché si rischia davvero di perdere di vista la propria immagine.
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