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venerdì, 30 gennaio 2015 15:44 |
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Dal nostro inviato
Alessandra D'Annibale
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Grande ritorno di Enrico Brignano, che si trova di nuovo impegnato sul palco del Sistina con un nuovo lavoro teatrale incentrato sull’evoluzione umana.
Fresco ancora del successo di Rugantino (Biglietto d’Oro 2013/2014) e della conclusione trionfale del tour a New York sul palco di un teatro di Broadway, Enrico Brignano racconta con ironia e spirito critico, quelli che sono i nostri tempi, attraverso uno show tutto nuovo, dedicato all’evoluzione dei comportamenti umani e al nostro rapporto maniacale e di dipendenza con la tecnologia. In due ore e 30 minuti circa di spettacolo Enrico ha totalmente ipnotizzato il pubblico del Sistina, in un excursus storico, condito con la sua inconfondibile ironia e sarcasmo in cui ha raccontato millenni di storia, dal big bang all’origine del mondo, dal paradiso terrestre per finire poi al digitale terrestre, dalla mela di Adamo alla mela di Jobs, dal fossile al missile, fino ad arrivare alla comparsa dei telefoni, tablet e smartphone, passando ovviamente per Meucci.
“Se si riportasse ad un anno solare l’esistenza del nostro pianeta e fissassimo la sua nascita il primo di gennaio, la comparsa dell’uomo dovrebbe essere collocata pochi secondi prima dei fuochi d’artificio. Praticamente l’ultimo arrivato è diventato il padrone della festa».
Ci ha materialmente catapultati da subito in una dimensione surreale, la sensazione è quella di trovarsi dentro uno di quei giochi della playstation in cui il confine tra virtuale e reale diventa davvero sottile, e in pochi secondi il pubblico ha attraversato le tappe di un’evoluzione durata diversi miliardi di anni. Vestito da scimpanzé, insieme ad altre scimmie, ecco Enrico, che spogliatosi del costume primordiale ci coinvolge nella prima grande domanda che, secondo lui, l’Homo Sapiens si è posto, una volta sceltasi la sua caverna “popolare o residenziale” : “Ma perché non ci leviamo tutti sti peli? Con i peli stavamo benissimo, ma poi la donna che viveva con l’Homo sapiens ha incominciato a dire: tutti sti peli per casa, sto sempre a pulire, questa casa non è un’albergo… Così è nata la prima ceretta primordiale e così siamo diventati scimmie nude senza peli”.
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Lo show che Brignano ci propone cerca di fornire una risposta a tutte le domande che ci facciamo quotidianamente, tenendo bene a mente che, per tutte le domande, esiste sempre e solo un’unica risposta, ovvero, "Guarda su Internet".
Il racconto sulla crescita della specie umana prende vita e si snoda all’interno di una scenografia tecnologicamente avanzata, con un palcoscenico trasformato quasi in una navicella spaziale con monitor che fanno da cornice al sipario, due mega schermi laterali, e un enorme impianto di video led nel fondale in continuo movimento con suggestive immagini di computer grafica, arricchite di canzoni originali del maestro Capranica e con la magia di presenze virtuali e reali, come un corpo di ballo, che interagiscono con l’attore.
“Un'evoluzione è un destino”, diceva Thomas Mann. "Le specie non sono immutabili; ma sono la conseguenza di qualche altra specie generalmente estinta" affermava Darwin.
Lo spettacolo diventa un pretesto per una spiritosa passeggiata tra le varie ere glaciali, soffermandosi di tanto in tanto sulle scoperte che hanno aiutato l’uomo ad evolversi: la scoperta del fuoco che si dice sia merito di una donna, (l’angelo del focolare), della ruota, fino al miracolo della nascita della vita, con tanto di corsa di spermatozoi (lui era il numero 61) che chiedono informazione a Piazza della Vagina per arrivare a Via dell’utero. Questo è il senso autentico dello spettacolo: esattamente un viaggio attraverso l’evoluzione, con tutte le sue contraddizioni, sorridendo anche agli errori inevitabili.
Perché il cambiamento è inevitabile? Sì! E' necessario guardare al passato, ma è lecito anche domandarsi del futuro, puntarvi gli occhi addosso.
Ma questa è poi un’evoluzione della specie o nient'altro che una specie di evoluzione?
Tutta la rappresentazione non è un semplice monologo dell’attore, ma un’interazione diretta e costante con il pubblico. Dal selfie fatto quasi ad inizio dello spettacolo per paura che qualcuno glielo chiedesse dopo in camerino, al suo scendere continuamente in platea per porre delle domande al pubblico presente. Ma la riflessione più profonda è riguardo al futuro dei giovani, della tecnologia schiavista, che nell’attuale generazione rende succubi, non solo dei dispositivi cellulari ma di rituali comportamentali errati (come WhatsApp), che provocano effetti di isolamento e distruggono le relazioni umane.
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Questi giovani, secondo Brignano, che passano il tempo a mandare “emotions” sui cellulari, che non sanno più scrivere se non c’è il T9, che evitano di combattere o di impegnarsi, perché vengono sempre e comunque protetti dai genitori che li amano in modo spasmodico senza responsabilizzarli.
“Bisogna evitare di fornire alibi - ha aggiunto Brignano – I ragazzi devono capire che le cose vanno guadagnate, non possono essere date per scontate. Ci sono state generazioni che hanno dovuto superare problemi grandi, basti pensare ai rastrellamenti, ed oggi troviamo ragazzi che si deprimono perché hanno 3 giga di traffico internet, piuttosto che 4. Almeno facciamo in modo che sappiano cosa ci sia stato in passato".
Nello spettacolo non si parla di politica per non rovinare la serata a nessuno, non si parla di sanità, “perché - come dice Brignano - sarebbe come sparare sulla Croce Rossa”, né di Presidenti della Repubblica, né di economia o religione, o della corruzione che dilaga, della Chiesa che non paga l’Imu, dei piaceri di Berlusconi o dei coloni destabilizzanti d’Israele, ma semplicemente di evoluzione o forse dovremmo dire d’involuzione dei costumi e dell’essere umano.
Avviandosi verso il finale, il comico immagina di scrivere una lettera, con tanto di carta e penna, ad un giovane dei nostri tempi, raccontandogli di fatti e personaggi che hanno lasciato un’impronta nella storia dell’uomo e alle sue spalle sui led scorrono immagini di grandi uomini che hanno cambiato i costumi, le idee e la storia con il coraggio e l’azione e non certo con la tecnologia.
Uno show che usa un linguaggio che parla al cuore, perché parla di noi, oggi, ma anche uno spettacolo di tipo trasversale perché "è bello quando una battuta diverte piccoli e grandi, a secondo del livello di lettura che la stessa può offrire".
In conclusione Brignano dice con la tecnologia ha un rapporto di amicizia, ma ognuno a casa sua.
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WONKA - 05/12/2023 19:22:46
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