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Giuseppe Fiorello- foto di Pino Lepera
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Dal nostro inviato
Alessandra D'Annibale
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Salgo a bordo del deltaplano delle canzoni di Domenico Modugno e sorvolo la mia infanzia, la Sicilia e l’Italia di quegli anni, le facce, le persone, vicende buffe, altre dolorose, altre nostalgiche e altre ancora che potranno sembrare incredibili.
Attraverso questo viaggio invito i protagonisti della mia vita ad uscire dalla memoria e accompagnarmi sul palco, per partecipare insieme ad un avventuroso gioco di specchi. Giuseppe Fiorello
Beppe Fiorello si mette a nudo sul palco, cantando Modugno, riesce a farci rivivere le emozioni di quando era picciriddu, facendoci entrare in questo viaggio dentro il suo Io bambino, facendoci sentire i sapori e gli odori di una Sicilia anni ‘70, ormai troppo lontana dall’Io adulto di Fiorello.
Modugno per me non è stato solo una storia da raccontare
- spiega Fiorello - o un personaggio da interpretare, ma la possibilità di ritrovare un tempo lontano rimasto sempre dentro di me. Ricordo, e sembra ieri, quando lo vedevo in televisione in bianco e nero. Era così forte, sfrontato, sicuro di sé. Ci sedevamo sul divano e rimanevamo incantati a guardarlo. Mi voltavo verso mio padre e la somiglianza era impressionante. Sembravano due fratelli”
Questo meraviglioso excursus della sua vita, partendo dall’infanzia, passando per l’adolescenza fino ad arrivare ai primi successi, Beppe Fiorello ce lo presenta attraverso i grandi successi di Domenico Modugno, come se i grandi eventi della sua vita fossero in qualche modo segnati e legati da alcune memorabili canzoni del grande cantautore.
Penso che un sogno così di Giuseppe Fiorello e Vittorio Moroni, è un lavoro totalmente diverso da quello per la televisione “Volare”, (in cui si ripercorreva la vera storia di Domenico Modugno), questa volta hanno scelto la strada più personale, il privato, i sogni inconfessabili di un giovane ragazzo del Sud, timido e di poche parole, che aveva costruito un mondo tutto suo per continuare a volare e non essere schiacciato dalla realtà che gli stava stretta.
Grazie alle scene semplici e suggestive, ai due musicisti che coordinano e accompagnano le narrazioni dell’attore siciliano, che racconta aneddoti e quotidianità della sua famiglia, le canzoni di “Mimmo” si mescolano perfettamente nella narrazione, tanto da non capire più se il soggetto siano i ricordi di Beppe o la vita di Modugno.
Il modo in cui le vicende della famiglia Fiorello vengono raccontate attraverso le canzoni dell’artista di Polignano a mare (che si finge siciliano per vendere più dischi), commuove e diverte con una naturalezza e una bravura da vero one man!
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