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Fabrizio Federici
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Due esperti, Beniamino Caravita di Toritto e Valerio Onida, il moderatore, un pubblico reale (più di cento partecipanti) e uno virtuale (oltre 500 connessi sulla piattaforma "Uninettuno", per seguire l’evento in live streaming); e tantissime domande, arrivate dal pubblico in sala e dagli studenti, che seguivano la diretta e intervenivano coi loro tweet.
Questi i termini dell’evento, presieduto dal rettore dell’ Università telematica internazionale "Uninettuno" Maria Amata Garito, svoltosi a Roma, al Centro multimediale "Uninettuno" di Piazza Grazioli, dedicato al tema “Referendum costituzionale – Le ragioni del Sì e del No”. Con cui l’Ateneo ha avviato un ciclo di conferenze basate su un format che permette una partecipazione democratica ai dibattiti, utilizzando la più grande "agorà" che l’umanità abbia mai conosciuto: la piazza virtuale di Internet.
Beniamino Caravita di Toritto, docente di Istituzioni di diritto pubblico alla “Sapienza”, e Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale, intervenendo insieme a vari altri relatori, moderati da Federica Fabrizzi, docente Uninettuno di Istituzioni di diritto pubblico, han spiegato punto per punto il quesito referendario (da molti giudicato confuso e troppo esteso, ai limiti della costituzionalità); e perché è importante votare "Sì" (nel caso di Caravita) e " No" (nel caso di Onida) al referendum del 4 dicembre.
È stato il rettore Garito a dar voce alle domande degli studenti, come anzitutto: “Quanto dobbiamo aspettare per avere una riforma costituzionale? Vorrei che sia Onida che Caravita rispondessero. A questa domanda, poi, vorrei aggiungere un ricordo", ha continuato la Garito: "quanto mi disse l’allora senatore Roberto Ruffilli, responsabile per le riforme istituzionali della DC, il giorno che si insediò il governo De Mita, nella primavera 1988 (poche settimane prima, notiamo, del barbaro assassinio dello stesso Ruffilli, per mano delle Brigate Rosse) : ‘Le riforme costituzionali non le vedremo né io, né tu, né i figli, né i figli dei figli’. La domanda che vi han posto gli studenti, ve la pongo anche io, perché abbiamo tutti bisogno di segnali di cambiamento anche nel nostro Paese”. Risponde per primo Valerio Onida: “Ha fallito la Commissione bicamerale (per non parlare già della Commissione Bozzi di fine anni '70, N.d.R.), ha fallito Berlusconi nel 2005; fallisce, per ipotesi, anche questo governo, e non avremo più la ‘grande riforma’. Ma io sono contento se non c’è più la ‘grande riforma’ (ricordiamo però qui, che proprio quest'idea d'una grande riforma costituzionale, basata anzitutto sul superamento del bicameralismo perfetto e sul rafforzamento dei poteri del Premier, ma in modo ben diverso da quello pasticciato proposto da Renzi e Boschi, fu uno dei punti-chiave del progetto politico di Craxi come Primo Ministro negli anni '80, N.d.R.). Proponete leggi costituzionali che revisionino punti specifici su cui si può raggiungere un accordo: e questo, io credo, non dovrebbe richieder tempi biblici, perché eviterebbe la spaccatura del Paese tra riformisti e cosiddetti conservatori”.
Di idea opposta, Beniamino Caravita: “Questo modello di bilanciamento non lo puoi avere se approvi pezzo per pezzo. Se da 40 anni tutto il dibattito politico va nella direzione della riforma tenuta insieme, ci sarà pure una ragione. Forse sì, la ragione è che qui si tocca il cuore della distribuzione del potere. O si riesce a mettere tutto quanto in un pacchetto di complessiva riforma istituzionale, oppure è evidente che, se passa il NO, il Senato rimane così per i prossimi 50 anni”.
La “piazza virtuale” del confronto resterà aperta sino al 3 dicembre, vigilia del referendum: sul portale Uninettuno sarà possibile, infatti, continuare a inviare domande ai relatori e a esprimere le proprie opinioni sull’argomento.
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