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Primo piano di un bambino africano in una zona teatro di guerra (dal logo ufficiale dell'UNETCHAC)
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Fabrizio Federici
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Dal Myanmar alla Repubblica Democratica del Congo (l'ex-Zaire), dall’Afghanistan a Mali e Sudan: l'Universities Network for Children in Armed Conflict (UNETCHAC), col supporto del Ministero italiano degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, lavorerà prossimamente - proseguendo un impegno già avviato da anni - su queste e altre zone di conflitto e post conflitto, con l'obiettivo di sviluppare dati sensibili e analizzare abusi e violenze contro i bambini. Oggetto di analisi saranno anche i processi di reintegrazione sociale a favore di questi minori: è in assoluto il primo lavoro di ricerca su scala globale svolto da un Network universitario specializzato sul triste fenomeno dei coinvolgimenti dei bambini in conflitti armati.
Il "Piano Nazionale sulla Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite1325 e l'impatto dei conflitti su bambini e bambine", esattamente, è il Progetto della Universities Network for Children in Armed Conflict (UNETCHAC), consorzio di Università che da tempo si occupa della piaga "bambini e conflitti armati": progetto realizzato in collaborazione con l'Istituto di Studi Politici "S. Pio V". Ricercatori accademici da Africa, Asia, Sud America, Europa dell'Est saranno i motori di questa analisi quantitativa e qualitativa, in cui lo studio diventa l'arma per rendere visibili le guerre invisibili, o piu' o meno dimenticate o trascurate (dal Polisario alla Siria), per analizzare le condizioni legali e sociali che in tali conflitti contribuiscono alla perpetrazione della violenza sui bambini: anche considerando gli obiettivi del IV Piano di Azione Italiano per l’attuazione della Risoluzione ONU 1325 su “Donne, Pace e Sicurezza”.
“La ricerca intrapresa dall’Universities Network for Children in Armed Conflict riveste un' importanza particolare. Intesa a documentare non solo la dimensione quantitativa delle gravi violazioni a cui sono esposti bambini e bambine nei conflitti armati in varie aree del mondo, ma soprattutto a mettere in luce le criticità di tali violazioni da un punto di vista qualitativo; i suoi risultati son destinati a costituire un indispensabile punto di riferimento per l'adozione di misure effettive per risolvere tali criticità, nel quadro d'una cooperazione internazionale che ci auguriamo sempre più attenta ed efficace su un tema che interessa direttamente i diritti delle generazioni future", sottolinea Fausto Pocar, Presidente UNETCHAC e Presidente dell’Istituto di Diritto Internazionale Umanitario IIHL – Sanremo.
“Due aspetti occorre evidenziare sulla ricerca che il Network sta conducendo in 4 continenti e su quella che sta per essere ultimata in Medio Oriente e, in particolare, in Siria, Yemen e Iraq. Il primo aspetto innovativo risiede nel fatto che si tratta di una ricerca svolta da un Network di oltre 50 Università, col coinvolgimento di professori e ricercatori provenienti da diverse realtà geografiche, e scambio quindi di esperienze", dichiara Laura Guercio, Segretario Generale di UNETCHAC. "Un secondo aspetto d’innovazione risiede nel fatto che tale analisi è svolta in relazione e nell'ambito del citato IV Piano Nazionale italiano sulla Risoluzione UNSCR 1325 su Donne Pace e Sicurezza: in merito al quale l'Italia è sempre stata in prima linea per promozione e attuazione. Ci auguriamo che questo sia solo l'inizio di un percorso di analisi e ricerca che possa durare negli anni".
“La ricerca portata avanti dal Network svela il nocciolo duro e tragico sovente trascurato dalla comunicazione e dall’informazione mainstream: il turpe e differenziato fenomeno delle violazioni a cui sono soggetti bambine e bambini nei vari teatri di guerre, esse stesse sovente dimenticate e trascurate da parte di osservatori ufficiali più concentrati su altre vicende che trovano posto nelle prime pagine delle agende ufficiali”, commenta Paolo De Nardis, Vice Presidente UNETCHAC, Presidente dell'Istituto di Studi Politici S.Pio V.
Da giugno a novembre 2023,col lavoro di gruppi di ricerca regionali e il supporto di un Comitato di Ricerca Scientifico, saranno prodotti dati empirici anche sulle gravi violazioni di diritto umanitario internazionale in Ucraina, e comunque laddove persistono le violazioni di diritti nei confronti dei bambini. Il Progetto darà vita anche alla prima Mappa Virtuale dedicata a "Bambini in Conflitto Armato": strumento digitale che sarà divulgato come patrimonio didattico interattivo nelle scuole ed Università italiane e internazionali.
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