|
|
Fabrizio Federici
|
|
Un coro senza luogo né tempo, di ragazzi dei licei e Università romane, dà voce a un progetto di cooperazione per sensibilizzare l’opinione pubblica al dramma dei bambini che in tante aree del mondo si trovano coinvolti in conflitti armati. L'Universities Network for Children in Armed Conflict - UNETCHAC - si unisce a "Il Coro che non c'è" in un video musicale che affida ai giovani speranza e sogni.
L’UNETCHAC, Rete Universitaria per i Bambini nei Conflitti Armati, è nata per iniziativa di più di 40 Università e Centri di Ricerca di diversi Paesi di Europa, Medioriente, Africa, Nord America e America Latina. La Rete vuole promuovere attività di analisi e ricerca per rafforzare, in tutto il mondo, la protezione sociale e legale dei bambini e delle bambine coinvolti in conflitti armati. Varando, inoltre, attività che aumentino la consapevolezza di quelle che sono le gravi conseguenze per fanciulli coinvolti in un conflitto armato; sia quando ne sono vittime dirette, sia quando sono colpiti indirettamente da violazioni dei loro diritti (ad esempio,. col fenomeno dell’ abbandono scolastico).
Nel video di cui parlavamo, gli studenti cantori si avvicendano nello spazio aperto di Villa Ada a Roma: le loro voci si raccordano in uno struggente appello, vòlto a proteggere, tutti insieme, i più vulnerabili. Il video raccoglie i frame girati, nei vari momenti di una stessa giornata, dagli studenti liceali e universitari della Capitale, sotto la guida di Ludovico (Dodo) Versino, musicista romano appassionato di musica corale; e aprirà la Conferenza Internazionale "Children in Armed Conflict: How can they be protected in a multilevel international framework?".
L'evento, organizzato da UNETCHAC e dalla Cattedra UNESCO per i Diritti Umani dell'Università del Lussemburgo, in collaborazione con L.A.W. International e l'Istituto di Studi Politici "S.Pio V", e col patrocinio dell'Ambasciata d'Italia in Lussemburgo, si svolge il 21 e 22 Novembre presso l'Università del Lussemburgo, in presenza e in modalità virtuale: proponendo un dibattito tra rappresentanti di istituzioni internazionali e nazionali, organizzazioni della società civile, ricercatori, accademici e studenti. «Abbiamo voluto sostenere questo evento perché riguarda un tema cruciale e di scottante attualità. L’Italia e il Lussemburgo sono fianco a fianco nel promuovere i diritti fondamentali dei più deboli, anche attraverso iniziative di studio e sensibilizzazione come questa importante conferenza», ha sottolineato Diego Brasioli, Ambasciatore d'Italia a Lussemburgo .
Interverranno, tra gli altri: la Granduchessa Maria Teresa di Lussemburgo, Ambasciatore di buona volontà dell'UNESCO ed Eminent Advocate dell’UNICEF, Anne Goedert, responsabile per i Diritti Umani del Ministero degli Affari Esteri del Lussemburgo, Pasquale Ferrara, Direttore Generale per gli Affari Politici e la Sicurezza della Farnesina, Virginia Gamba, Rappresentante Speciale del Segretario Generale delle Nazioni Unite per i Bambini e i Conflitti Armati, Eamon Gilmore, Rappresentante Speciale UE per i Diritti Umani, Karim A. A. Khan KC, Procuratore della Corte Penale Internazionale (ICC).
«I bambini sono costantemente vittime, dirette o indirette delle azioni commesse durante i conflitti armati», dichiara Laura Guercio, Rappresentante del Comitato di Coordinamento dell'UNETCHAC. «Lo sono in Ucraina come nella Repubblica Democratica del Congo, come in Siria e nello Yemen. La Comunità Internazionale non deve mai abbassare la guardia sull’importanza e necessità di offrire e garantire tutti i mezzi necessari affinché le guerre non distruggano la loro vita e la nostra speranza di futuro».
Di fronte ai drammatici eventi che stanno avvenendo nel corso di guerre, vicine e lontane a noi, UNETCHAC organizza anche, il 24 novembre a Roma, la “lectio magistralis” sui bambini in conflitto armato: che sarà tenuta dalla Rappresentante Speciale Virginia Gamba, presso la Sala del Refettorio della Camera dei Deputati, ed è aperta a tutte le forze politiche, con interventi dei deputati di diversi gruppi parlamentari.
"Il Coro che non c'è" (dal titolo un po' alla James Barrie...) è un progetto nato prima della pandemia, e che per mezzo delle nuove tecnologie è divenuto un virtual choir: dando prova che la musica avvicina creando e riscoprendo una spontanea solidarietà tra le nuove generazioni.
Nel corso delle due giornate della Conferenza di Lussemburgo saranno esposte anche le opere del fotografo ivoriano Mohamed Keita: che ai bambini in conflitto armato dedica una mostra itinerante che, in collaborazione con la Rappresentanza Permanente d'Italia presso le Nazioni Uniti e col supporto del MAECI, è stata ospitata dal 14 al 18 marzo anche a New York, ai margini della 66a sessione della Commissione delle Nazioni Unite sulla condizione femminile.
|
|