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Da sinistra, Francesco e Sabrina, proprietari della gelateria, Monsignor J.Marie Gervais, Presidente di Tota Pulchra, e il designer Simone Onori - foto di Davide Tomei,
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Fabrizio Federici
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Trastevere, il cuore del centro storico di Roma, nell'antichità conobbe molte trasformazioni, che gradualmente accrebbero il suo ruolo nel complessivo tessuto dell'Urbe. Al tempo della fondazione di Roma, la zona era una terra ostile che apparteneva agli Etruschi di Veio, contesa con la neonata città perché strategica per il controllo del fiume, del guado dell'Isola Tiberina e dell'antico porto fluviale. In età repubblicana si popolò di quei lavoratori le cui attività erano legate al fiume, come marinai e pescatori: insieme a immigrati orientali, principalmente ebrei e siriani. Pochi sanno, oggi, che la prima area d'insediamento, a Roma, della Comunità ebraica (che nell'Urbe s'era formata già vari secoli prima di Cristo), molto prima del celebre Ghetto fu proprio Trastevere.
Sin dai tempi di Augusto (che fece della zona la XIV regione delle 14 in cui divise Roma, chiamandola appunto “TransTiberim”), per poi proseguire nell'età imperiale. Trastevere da piccolo rione si trasformò in un immenso quartiere. I commercianti, attratti dal forte indotto economico del fiume, iniziarono ad abitarla; ed oggi, le piccole abitazioni dei vasai, degli operai delle manifatture del cuoio e dell’avorio, di ebanisti e mugnai dei mulini ad acqua sul Tevere, dei facchini lavoranti negli infiniti magazzini e depositi, si sono trasformate in gran parte in piccole attività di ristorazione. Il fatto di trovarsi, Trastevere, vicina ma al tempo stesso distaccata dal nucleo storico primario dell'Urbe, separata dalla barriera d'acqua del Tevere, nel tempo contribuì anche a salvarla da varie catastrofi: prima fra tutte, l'incendio divampato in città, sotto Nerone, nel luglio del 64 d.C., che non la toccò minimamente.
Ultimamente, presso Piazza Trilussa, situata – com'è noto - tra il Lungotevere della Farnesina e il Lungotevere Raffaello Sanzio, proprio di fronte a ponte Sisto, l'interior designer Simone Onori, libero professionista attivo nei settori Horeca, medico, residenziale e artistico, ha inaugurato il suo progetto di interni "Gelato Sicily", insieme al Prefetto coadiutore della Basilica di San Pietro, Mons. Jean Marie Gervais, presidente dell'associazione culturale “Tota Pulchra” (che, nata 5 anni fa, organizza iniziative culturali di vario genere, occupandosi di scoprire nuovi talenti specie nei settori dell'arte e dello spettacolo).
Gelato Sicily è nuovo brand in espansione a livello internazionale, che esprime le antiche ricette della tradizione siciliana, avvalendosi della collaborazione di campioni mondiali del gelato artigianale. Lo stesso Simone Onori ci racconta la bellezza e la soddisfazione di essere intervenuto in un locale trasteverino, con un pavimento storico di oltre 200 anni di vita; ma anche le difficoltà nel progettare un ambiente contenuto e trasformarlo in una graziosa e raffinata gelateria che raccontasse la storia del posto, trasmettendo al tempo stesso quello che è il design di oggi.
Il locale è stato pensato e progettato per esser realizzato completamente su misura, come nell'antichità. Il falegname di Cs Falegnameria ha costruito l'arredo con metodi artigianali, utilizzando - sotto la direzione del Designer - materiali tipici dell'antica Trastevere. Una pregiata boiserie, in legno di frassino, decora le pareti perimetrali, fino ad arrivare al rivestimento del banco pasticceria e gelateria. Il ferro battuto, insieme ad una studiata illuminazione a Led, caratterizza le mensole e i pensili di esposizione per i tipici prodotti siciliani. Tra gelati, granite e cannoli, Gelato Sicily, inoltre, propone anche quelli che sono “cavalli di battaglia” della gastronomia siciliana, arancini e brioches.
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