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venerdì, 07 maggio 2021 16:36 |
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Fabrizio Federici
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“Diplomazia europea e vaticana a confronto: cooperazione e sfide negli scenari di crisi internazionale”. E' il tema di un corso che inizia tra poco alla Scuola Alta Formazione – UNINT (Università degli Studi Internazionali di Roma). Il corso mira a formare una figura specializzata che, posta in un organico aziendale (giornalismo, apparati di informazione e sicurezza, diplomazia, Santa Sede e altri organismi su base religiosa, aziende strategiche e imprese, ONG. ecc…), abbia le capacità di affrontare le sfide poste dalle relazioni con l’estero. Per l'anno accademico 2020/2021 è possibile presentare domanda di iscrizione al master sino al 10 maggio.
Il corso è organizzato in collaborazione con l'Associazione "Tota Pulchra"; che, presieduta da Mons.Jean - Marie Gervais, membro del Capitolo vaticano, da anni organizza iniziative culturali (mostre d'arte, concerti, spettacoli teatrali, convegni su temi di forte interesse civile e religioso, ecc..) insieme a varie realtà della società civile. I principali soggetti di studio cui il corso farà riferimento sono 3: l’Unione Europea, la Santa Sede e le organizzazioni non governative private (ONG). ll corso avrà inizio nel mese di maggio 2021 e terminerà nel mese di luglio. All’insieme delle attività previste corrisponde un volume complessivo di lavoro di 200 ore on-line con i seguenti crediti: pari a 8 CFU (Crediti Formativi Universitari: 1 CFU ogni 25 ore di impegno comprensive del tempo dedicato allo studio individuale per l’intero corso, di cui all’art.5 del D.M. 509/99 e del D.M. 270/2004).
A dirigere il corso saranno i Proff. Ciro Sbailò, Preside della Facoltà di Scienze della Politica e delle Dinamiche Psico-Sociali UNINT e Matteo Luigi Napolitano, Professore associato di Storia delle Relazioni Internazionali dell’Università degli Studi del Molise. Con quest'ultimo, focalizziamo adeguatamente struttura e finalità del corso stesso.
Questo corso, organizzato in collaborazione con l'associazione "Tota Pulchra", in sintesi, direi, vuole illustrare il complesso gioco di relazioni tra essenziali attori della diplomazia mondiale, come le organizzazioni sovranazionali quali la UE, quelle internazionali come l'ONU, la diplomazia del Vaticano e le ONG, organizzazioni non governative. Il tutto, senza ovviamente trascurare il ruolo dei governi nazionali. Nella storia mondiale del dopoguerra, Professore, in quali occasioni questo "gioco" è stato determinante per preservare la pace mondiale (a parte il caso, ben noto, della crisi di Cuba dell'ottobre 1962)?
Quello che Lei chiama "il gioco" è essenzialmente il DNA delle relazioni internazionali. Scopo dei componenti della comunità internazionale dovrebbe essere sempre quello di mantenere la pace. Non possiamo illuderci con la speranza che con ciò ogni conflitto cessi. Ma la società internazionale ha ormai tutti gli strumenti (politici, culturali e perfino digitali) per contenere questa fisiologica conflittualità nei giusti limiti del negoziato. E il negoziato è parte integrante della politica dell'incontro tra soggetti diversi e spesso con interessi contrastanti. Di conseguenza, la crisi di Cuba del 1962 non è che un esempio di come le tensioni internazionali si possano e si debbano affrontare e risolvere, come dicevo, con la politica dell'incontro.
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