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La poetessa Saveria Balbi, del gruppo poeti di Roccagloriosa
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Fabrizio Federici
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Sei poeti, sei diversi modi di intendere la poesia, e sei sensibilità diverse, con diversi modi espressivi. Questi gli autori di La rocca dei poeti- Paesaggi dell'anima, antologia di poesie (Borgo S. Jacopo, Centro Tipografico Livornese editore, 2019, €. 10,00) che, al di là dei diversi stili e formazioni, dei vari Autori trovano nel comune humus culturale (quello del Cilento, la regione di confine tra Campania e Basilicata, ricca di storia), il primo denominatore comune.
Si tratta di un gruppo di poeti nato nel 2015, in occasione della manifestazione "La Rocca delle arti": che ogni anno si ripete a Roccagloriosa, paesino (in provincia di Salerno) in suggestiva posizione, abbarbicato sulle colline a poca distanza sia da Capo Palinuro (luogo, secondo la tradizione, della scomparsa del mitico timoniere di Enea) che da Sapri, teatro, centosessant'anni fa, della tragica spedizione di Carlo Pisacane.
Apre la raccolta Saveria Balbi, insegnante di matematica, esperta in microbiologia, nativa appunto di Roccagloriosa: autrice di poesie dalla delicata ispirazione, centrate soprattutto sui sentimenti di base della vita (l'amore, l'affetto per i genitori), ma, prima ancora, sulla basilare, fondamentale esigenza umana di cercare Dio (in "Voli", poi la Balbi riecheggia le atmosfere de "Il gabbiano Jonathan Lìvingston", il celebre romanzo breve di Richard Bach, vero "cult book" degli anni '70).
Segue Anna Maria Gallo, dall'ispirazione simile a quella di Saveria; che pone l'accento sulla consapevolezza delle proprie radici (come in "Sei tu, Cilento!"), e ne "Le donne di Kobane" tributa un doveroso omaggio alle combattenti che da più cinque anni, in questa città al confine tra Siria e Iraq, la "Stalingrado del Medioriente", tengono testa, coi loro compagni, alle periodiche offensive dell' ISIS.
E' poi il turno di Enzo Marotta, napoletano residente a Salerno ma originario anch'egli di Roccagloriosa: che in "Acquerello", si sofferma delicatamente sul suo paese d' origine, e nell' "Appendice vernacolare" al libro dedica versi appassionati, nei rispettivi vernacoli, a Napoli e al Cilento. Rosa Marotta, nativa di Celle di Bulgheria (Salerno) ma vissuta, nell'adolescenza, in Calabria e a Roccagloriosa, si sofferma , tra l'altro, anche su temi sociali ("I ragazzi di oggi").
Chiudono l'antologia Anna Maria Felicia Nardo, di Vallo della Lucania, avvocato, poetessa attenta anche a quei piccoli dettagli che caratterizzano immediatamente la vita quotidiana (vedi la lirica "Ferie") , e Rosanna Petraglia, di Salerno ma originaria anche lei di Roccagloriosa. Che si sofferma (specie nella poesia "Sì. Amo quello che siamo") sui grandi, ineludibili interrogativi di base dell'uomo: il senso della vita, la morte, la possibile altra vita dopo.
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