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Fabrizio Federici
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Da venerdì 30 marzo, vicino alla linea di confine tra Gaza e Israele, si contavano, sino a ieri, 4 aprile, 18 morti e 1630 feriti, tra i civili palestinesi che hanno manifestato per la "Marcia del ritorno". Ma un altro palestinese è stato poi ucciso, presumibilmente dal fuoco di militari israeliani, mentre era in prossimità del confine ad est di Gaza City: l'ha reso noto il ministero della Sanità palestinese. In Israele per ora non c'è conferma. A Gaza la tensione è alta, alla vigilia della ripresa, il 6 aprile, d'una 'Marcia del Ritorno' di massa, in prossimità del confine con Israele. L'ospedale Shifa sta svuotando la corsie, nel timore di dover accogliere numerosi feriti.
Il palestinese ucciso, di cui è stata annunciata la morte poco fa da fonti mediche, è lo stesso che era stato colpito nella notte dall'esercito israeliano vicino alla barriera di sicurezza nella parte nord di Gaza. L'uomo è stato colpito da un drone israeliano e il suo corpo è giunto stamane all'ospedale Shifa di Gaza, han precisato sempre fonti mediche, secondo cui non è stata ancora stabilita l'identità del morto.
Le Comunità del Mondo Arabo in Italia(Co-mai) guardano con grande preoccupazione e sofferenza a quel che sta accadendo a Gaza e in Palestina.
"Da venerdì 30 marzo, vicino alla linea di confine tra Gaza e Israele", precisa Foad Aodi, fondatore e presidente delle Co-mai, "si contano quindi, sinora, 19 morti e 1630 feriti, tra i civili palestinesi che hanno manifestato a Gaza per la "Marcia del ritorno": e che, come ci riferiscono i medici palestinesi locali aderenti alle nostre associazioni, erano piu' di 20.000". .
"Auspichiamo- prosegue Aodi - che la diplomazia italiana e mondiale possa avviare al più presto soluzioni durature per la pace in Terrasanta, riprendendo la strategia dei "Due Stati, due popoli": come ci ha indicato, coi suoi numerosi appelli, Papa Francesco, anche in questi importanti giorni di Pasqua. Inoltre, chiediamo al Governo Italiano d'attivare al più presto un corridoio sanitario per feriti, bambini, donne e anziani palestinesi a Gaza. Vista la mancanza di tutto, farmaci, sangue, medici.
infermieri; e visto che gli ospedali sono al collasso già da molto tempo, ed ora si trovano in condizioni anche peggiori. Per l'alto numero di feriti e le lunghe liste d'attesa sia per interventi chirurgici (in ortopedia, chirurgia generale, oculistica,
ginecologia, cardiochirurgia e neurochirurgia), che per le cure salvavita e per le patologie croniche".
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