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Lisa Di Giovanni
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Gianluca Giusti è per prima cosa un lettore di 52 anni, vive facendo l’informatore scientifico del farmaco, ma vorrebbe che il suo lavoro principale fosse la scrittura, ama moltissimo sua moglie, ama fare attività fisica, sciare e magiare in qualche buon ristorante. La scrittura gli ha permesso di poter fare qualcosa di diverso nella vita e non solo di sognarlo. Essa, però, ha un ruolo che, in qualche modo, rimane ai margini della sua vita e al tempo libero, perché non può assolutamente trascurare il suo lavoro che gli ruba molte ore al giorno.
FtNews
ha intervistato lo scrittore per voi, ospite della rubrica Dark Zone con il suo nuovo libro: Sono fermo, mi muovo.
Qual è stato il percorso che ti ha permesso di pubblicare i tuoi libri?
Contattare le case editrici, tutto qui. Ho proposto il mio lavoro e Monica Fava di Errekappa edizioni ha voluto incontrarmi. Lo stesso per gli altri. Con La Caravella siano alla seconda pubblicazione insieme e ormai faccio parte della famiglia.
Parlaci di questo nuovo libro?
Sono fermo, mi muovo è un esperimento editoriale che mi permette di parlare della mia città senza scambiarlo per una guida turistica rivista e corretta. C’è un racconto, ci sono dei protagonisti (due piuttosto strambi), c’è un territorio tutto da scoprire. C’è la sorpresa finale naturalmente. Lo scopo mirato e preciso del libro e credo raggiunto è stato quello di dare un tocco di originalità al racconto che con vari strattagemmi permette di fare diverse acrobazie letterarie. Faremo un bel giro anche nella storia della città e incontreremo tanti personaggi famosi come se fossero ancora presenti nel 2016. È un libro leggero, ironico dove nessuno si ma male, muore o soffre l’indicibile. Le pagine volano e sembra di sognare, per una volta niente dolore ma solo piacere.
Stai pensando a un futuro in cui la scrittura diventerà sempre più importante per te oppure la scrittura sta solo occupando una parentesi temporanea della tua vita?
Lo vorrei tanto ma, come ben sappiamo, vivere di scrittura è un privilegio di pochi quindi non rimane che la parentesi temporale. Una parentesi bella ed importante che speriamo resti più aperta possibile.
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