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Cristina Roselli
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Uno degli autori di spicco nel mondo del fumetto americano dell'ultimo decennio è sicuramente Jonathan Hickman, conosciuto maggiormente per il bellissimoThe Manhattan Projects nel quale unisce senza sforzo un intreccio complesso nel quale nulla è come sembra, viaggi nel tempo e nello spazio nonché una buona dose di umorismo.
Pax Romana è un altro esempio di come Hickman riesca a piegare la storia nel migliore dei modi al suo volere narrativo.
La trama, decisamente complessa e sfaccettata, ruota intorno ad una sola domanda: cosa accadrebbe se si potesse viaggiare nel tempo e modificare un evento passato?
I viaggi nel tempo e le loro possibili conseguenze sono una tematica molto cara all'autore e in questa mini-serie viene destrutturata e ricomposta, mettendo a nudo non solo la capacità dell'essere umano di errare anche quando ha la possibilità di compiere atti virtuosi e giusti bensì anche l'avidità di potere che ne segna le azioni.
Nel 2053 (anno in cui inizia il primo capitolo) la Chiesa Cattolica è oramai indebolita e allo sbando ma al fine di non piegarsi su se stessa, diviene sempre più interessata alle ultime scoperte scientifiche finanziandone esperimenti ed innovative invenzioni.
La più importante e di valore risulta essere la definitiva scoperta di come poter viaggiare nel tempo; tale monumentale rivelazione viene utilizzata per inviare nel periodo storico caratterizzato dal regno di Costantino I il Grande, un gruppo militare composto da soggetti altamente specializzati al fine di consolidare il potere ecclesiastico ed impedire che nel corso dei secoli questo si sfaldi.
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