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Sebbene l'incontro non si concluda nel migliore dei modi, ben presto i due fratelli tenteranno di mettere da parte la difficile storia familiare che ha segnato il loro rapporto e principieranno il viaggio di ritorno alle proprie origini attraversando su una sgangherata Fiat Cinquecento il confine francese per poi proseguire sul territorio italiano.
Nel corso del viaggio (al quale ben presto si unirà anche un cagnolino abbandonato ed adottato da uno dei protagoniti), i due fratelli proveranno a sanare ferite mai rimarginate ed ancora doloranti tentando un lento ricongiungimento sia con le proprie radici italiche sia con sé stessi. Sullo sfondo ma decisamente centrale alle varie scelte e percorsi esistenziali intrapresi dei due personaggi c'è la guerra con tutta la sua carica di disperazione e desolazione che finisce per dilaniare famiglie ed affetti.
La storia scorre quieta e veloce grazie alle tinte pastello e alla mano sicura e dal tratto decisamente particolare dell'autore, unita ad una scenografia quasi cinematica che molto deve anche all'ambientazione post bellica degli anni Cinquanta la quale fa da cornice alla narrazione.
Opera profonda e contemporaneamente ammantata di una non comune leggerezza. Come prima riesce ad assestare ganci emotivi (come quelli di uno dei fratelli, boxer amatoriale) pesanti ed intensi che risuonano nei dialoghi schietti e nelle illustrazioni accompagnando il lettore in un cammino speranzoso al termine del quale, sull'ultima pagina, potrebbe essere vergata al posto della parola fine la parola rinascita.
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