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La storia procede attraverso gli occhi del protagonista che, tramite il racconto di vita della nonna (la cui dipartita ad inizio della narrazione ne è il punto di partenza ) principia un percorso di scoperta dell'infanzia della madre ed infine una ri-scoperta anche della propria infanzia ed adolescenza, compiendo pagina dopo pagina un cammino interiore di maturazione e di epifania, trascinando con sé il lettore che rimane mesmerizzato dalla capacità narrativa ed evocativa dell'autore.
Caratteristica peculiare ed evidente in tutte le opere di Zerocalcare, e particolarmente in Dimentica il mio nome, è l'estrema attenzione riservata alla caratterizzazione psicologica dei personaggi che si esprime graficamente anche nella loro rappresentazione spesso caricaturale, in primis il fido Armadillo che segue sempre il protagonista e ne è l'incarnazione della coscienza.
In quest'opera nostalgica e di straordinaria sensibilità (ad oggi sicuramente il lavoro più riuscito dell'autore sia dal punto di vista grafico sia narrativo), si legano in modo indissolubile la travolgente simpatia del protagonista, insicuro, ansioso e in perenne conflitto con se stesso, con la profonda umanità che l'autore riesce a far trasudare da ogni vignetta, costantemente in bilico tra il serio e il faceto, consacrando quest'opera a meritatissimi fasti e ad una candidatura al prestigioso Premio Strega confermando ancora una volta che il fumetto può rientrare a pieno titolo (se utilizzato con maestria) nell'ampia categoria della letteratura.
Zerocalcare ha da poco pubblicato sempre con la Bao Publishing la sua nuova opera, L'elenco telefonico degli accolli.
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