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domenica, 07 giugno 2015 14:26 |
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Cristina Roselli
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Il mondo dell'arte è in continua evoluzione, alla ricerca di una perfezione ideologica e stilistica tanto da rivaleggiare con il pensiero platonico.
Uno dei più grandi fautori dello sviluppo del manga moderno e della sua diffusione mondiale è indiscutibilmente Osamu Tezuka (1928-1989) il quale, proprio per questa sua carica innovativa, è conosciuto con l'appellativo il dio dei manga.
Tezuka principiò la propria opera giovanissimo, pubblicando delle storie nei cosiddetti akabon, o libri rossi, ossia manga dal costo molto contenuto che si distinguevano per l' inchiostro rosso utilizzato nelle copertine.
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Il primo successo dell'autore, che gli garantirà una posizione centrale nel mutamento del fumetto da lui intrapreso, fu New Treasure Island (Shintakarazima), opera d'avventura nella quale comincia a delinearsi non solo la sovversione apportata dall'autore bensì anche la sua grande capacità per lo storytelling cinematografico. Fin dalle prime opere, lo stile di Tezuka fatto da grandi occhi stellati e arti allungati, è definito e distinguibile tanto da divenire ispirazione per innumerevoli produzioni posteriori, in particolare nel mondo degli shoujo.
Oltre al caratteristico stile di disegno, Tezuka svilupperà molto presto un interesse per tematiche ben delineate che accompagneranno molte sue opere quali la perseveranza ed il coraggio di affrontare qualsiasi difficoltà si possa incontrare durante la vita.
Uno dei lavori più celebri dell'autore, Jungle Taipei (conosciuta in Italia come Kimba-Il leone bianco), venne pubblicata nel 1950 e raggiunse in pochissimo tempo una celebrità globale, tanto da divenire ispirazione per il disneyano Lion King (1995).
Il progetto successivo, Testuan Atom (Astroboy) è forse il più conosciuto del maestro giapponese ed anche quello che lo consacra sia come mostro sacro dell'arte sequenziale sia come animatore; Astroboy fu il primo film d'animazione prodotto dalla casa di produzione di Tezuka, Mushi Pro, nel 1960 e permise la diffusione dell'anime anche nelle televisioni americane.
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Ulteriore dimostrazione della capacità visionaria di Tezuka è il suo interesse per il genere shoujo, (spesso sottovalutato o considerato ancora oggi ripetitivo in storie e contenuti) creando Ribbon no Kishi (La Principessa Zaffiro), manga dalle tematiche attualissime come quella dell'identità sessuale che Tezuka ha esaminato in modo efficace e ficcante, ispirandosi al tradizionale teatro giapponese Takarazuka nel quale le attrici recitano sia in versione femminile che maschile.
Produzioni successive di questo prolifico autore si concentrano su aspetti storici e politici (La Storia dei tre Adolf, opera ambiziosa e matura) nonché religiosi (Buddha, decisamente la più lunga del mangaka spaziando dal 1974 al 1984).
Incompiuto rimane Phoenix (Hi no Tori), lavoro multi-genere in cui si uniscono temi avventurosi con altri farseschi ed un irriverente umorismo nonsense.
Osamu Tezuka si spegne nel 1989 a causa di un attacco di cuore lasciando un vuoto incolmabile nel mondo del fumetto giapponese il quale sarà sempre debitore a questo grande genio che, con la sola forza della passione e dedizione ha saputo dare avvio ad una vera e propria rivoluzione.
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