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Conclusa l’esperienza delle riviste Cannibale e Il Male, Pazienza fonda assieme ad alcuni colleghi Frigidaire (1980) sulle cui pagine verrà presentato il suo personaggio più famoso: Zanardi.
Massimo Zanardi è un connubio di cattive intenzioni e di disillusione, modellato sulla generazione degli anni Settanta stretta tra moti rivoluzionari e profonda apatia. Insieme ai compagni (Colasanti e Petrilli), Zanardi, liceale di 21 anni, cerca di combattere la noia costante che sembra essere protagonista anch'essa di ogni episodio, con cattiverie, violenze ed angherie di ogni genere.
Pazienza ha quindi creato un personaggio scomodo e antipatico ma senza peli sulla lingua che ancora oggi raccoglie frotte di appassionati proprio grazie al suo totale disincanto verso l'esistenza stessa.
Opera più matura, sia per tematiche che per potenza d'immagini, è Pompeo che racconta in modo molto autobiografico (come del resto tutti i personaggi del Pazienza) la discesa del protagonista nel mondo delle droghe e lo sconvolgimento fisico, psicologico ed emotivo che da questo consegue.
Lavoro incompiuto ma decisamente interessante e provocatorio come solo Andrea Pazienza sapeva essere è Storia di Astarte, opera di genere epico ed avventuroso...con protagonista un cane.
La brillante parabola ascendente dell'autore si conclude troppo presto a causa della sua morte per overdose a soli 32 anni, lasciando in eredità un patrimonio artistico e culturale decisamente immortale.
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