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Cristina Roselli
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Alan Moore è senza dubbio uno dei più prolifici sceneggiatori di fumetti e graphic novel degli ultimi decenni, conosciuto il particolare per opere importanti come Watchman e V for Vendetta.
From Hell è il suo capolavoro.
In coppia con il disegnatore Eddie Campbell, dal tratto graffiante, stridulo e sporco, Moore ha creato un'opera di grande pregio artistico, intessendo magistralmente storia e finzione in un continuo vortico di luci ed ombre che ben si adatta alla vicenda.
Londra, 1888, il poverissimo quartiere di Whitechapel è sconvolto dalla morte di una prostituta che risponde al nome di Polly Nichols; la triste fine della donna sarà eguagliata nel giro di pochi mesi da altre quattro sventurate (Annie Chapman, Kate Eddowes, Liz Stride e Mary Kelly) la cui misera vita eguagliò un'altrettanto misera morte ad opera del celeberrimo Jack the Ripper.
Moore costruisce un gioco di specchi partendo da questi fatti storici prendendo a piene mani (ma discostandosi in molti punti) da alcune delle teorie più frequenti su questi delitti, in particolare dai volumi Jack the Ripper: The Final Solution di Stephen Knight e Jack the Ripper: The Uncensored Facts di Paul Beggs.
La tesi assecondata da Moore (indubbiamente la più evocativa ed accattivante da un punto di vista puramente narrativo) vede in William Gull l'autore degli efferati delitti, medico incaricato dalla Regina Vittoria di “porre a tacere” quelle che potevano essere testimoni di uno scomodo segreto: il figlio illegittimo del principe Alberto Vittorio avuto con una ragazza (cattolica) conosciuta dalle cinque vittime.
Gull, massone di alto grado, considera questa l'opportunità per realizzare il suo destino, per quanto macabro esso sia e vi si dedica con fervore, quasi in estasi mistica per il suo proposito.
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