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Cristina Roselli
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Creature magiche ed immaginarie che fanno parte del folklore o delle leggende locali, spesso trovano spazio come protagoniste di opere letterarie che tendono a mitizzarne ancora di più le caratteristiche creando intorno alle stesse una ben definita mitologia a sua volta de-strutturata o modificata in opere successive.
I vampiri e le streghe sono forse le creature leggendarie più inflazionate in questo senso e quindi è sempre rinfrescante quando anche altre tipologie vengono esplorate.
Tokyo Ghoul di Sui Ishida riesce proprio in questo intento: impiantare la narrazione intorno ad esseri leggendari con un deciso tocco moderno anche grazie alla insolita scelta di avere come protagonista un “Ghoul” ossia uno spirito che abita nei cimiteri e si ciba di corpi morti.
Attore principale di tale rivisitazione è il diciannovenne Ken Kaneki il quale, a seguito di un appuntamento con Rize Kamishiro, ragazza della quale è invaghito, si trova catapultato in una nuova orrorifica realtà quando scopre che la ragazza in questione è in realtà uno spirito divoratore di uomini che, per placare la sua fame, lo attacca ferocemente.
Ken riesce a sfuggire a morte certa solo grazie alla caduta di alcune travi che uccidono la ragazza e, risvegliandosi poco dopo in ospedale, scopre con enorme sconcerto di aver subito un trapianto di organi proveniente proprio da Rize, trasformandolo di conseguenza proprio in un ghoul.<
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