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Cristina Roselli
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In ambito letterario fin da tempi antichi è stato utilizzato il regno animale come specchio di quello umano, trasferendo sugli amici a quattro zampe le frustrazioni, disillusioni e e preoccupazioni dell'uomo.
Spesso il regno animale è stato utilizzato da grandi autori per fare satira sul mondo in cui si trovavano a vivere, si pensi ad esempio ad Esopo prima e Fedro poi i quali, con nelle loro favole nascondevano spesso critiche al vetriolo verso i propri governanti o piccoli dettami morali.
Tale tendenza ad utilizzare vari quadrupedi per affrontare problematiche tipicamente umane è stata sfruttata anche da grandi romanzieri del calibro di George Orwell il quale nella sua La fattoria degli animali rappresenta la società moderna in tutti i suoi aspetti più problematici usando come esplicita metafora la vita degli animali in una fattoria.
Quale costola del genere letterario anche il mondo del fumetto ha fin dai suoi esordi utilizzato animali antropomorfi per raccontare storie di vita umana e uno dei più conosciuti è sicuramente il gatto “Garfield” nato dalla matita di Jim Davis.
Jim Davis nasce nella piccola città di Marion in Indiana e trascorre la sua infanzia in una fattoria insieme alla sua famiglia e ben 25 amici felini.
Sebbene il suo amore per il disegno e l'illustrazione principia fin da bambino, la carriera dell'autore decolla nel 1969 quando collabora alla pubblicazione del celebre fumetto incentrato sul Far West Tumbleweeds di T.K.Ryan.
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