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Di poco precedente al capolavoro di Dragon Ball, un altro mito dell'infanzia (e, diciamocelo, anche dell'età adulta) è sicuramente l'opera principale di Buronson e Tetsuo Hara “Hokuto no Ken” (conosciuto nelle italiche sponde come Ken il Guerriero) altro shonen dai caratteri e dalla trama decisamente più oscuri (particolarmente incentrata sulla perdita delle persone amate e sulla vendetta) che, sebbene con tecniche decisamente irrealistiche ed impossibili, ha appassionato molteplici generazioni ai combattimenti corpo a corpo.
Uno dei manga più interessanti sull'argomento in particolare perché presenta una protagonista femminile che nulla ha da invidiare ai suoi nerboruti colleghi è Lady Snowblood di Kazuo Koike,manga seinen del 1972 che potrebbe aver ispirato il celebre lungometraggio Kill Bill di Quentin Tarantino in quanto s'incentra su una micidiale assassina su commissione esperta di arti marziali (compresa la spada) che ha come unico scopo quello di vendicare la morte della madre.
Nel corso degli anni Novanta non sono molti i manga degni di nota che si basano sulle arti marziali ma non ci si può esimere dal nominare almeno il bellissimo Rurouni Kenshin di Nobuhiro Watsuki nonché Vagabond di Takehiko Inoue, due manga che ritornano alle radici della storia e della cultura giapponese concentrandosi sulle vicende di due samurai.
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