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Tra i due inizia una relazione tempestosa; sullo sfondo dell’avvento del nazismo, si intrecciano le storie di altri personaggi (Altea Russo/Fräulein Schneider, Michele Renzullo/Herr Schultz, Valentina Gullace/Fräulein Kost). Neanche l’ambiguo e stravagante Maestro di Cerimonie del Kit Kat Klub riuscirà a far dimenticare al pubblico che sulla Germania, e sulle loro vite, sta per abbattersi la furia hitleriana. Il ruolo del protagonista, l'ambiguo e stravagante Maestro di Cerimonie è ovviamente di Giampiero Ingrassia: «Ho reso il Maestro più cattivo, decadente, morboso, ambiguo, malvagio. E ne ho privilegiato l'aspetto più etero, vestito con un frac zingaresco, un'eleganza che dà nell'occhio, con un trucco quasi da Joker».
La sera della prima al Teatro Brancaccio, davanti ad un parterre eccezionale del calibro di Pippo Baudo, Lorella Cuccarini, Emanuela Arcuri, Gianni Boncompagni e molti altri ancora, la Compagnia ha dimostrato di essere all’altezza del lavoro teatrale e del mito cinematografico ed il pubblico in sala ha apprezzato le canzoni, gli straordinari brani come Money Money, Life is a cabaret. Speciale è la performance di Giulia Ottonello, dotata di una voce strepitosa e capace di muoversi con perfetta padronanza sulle tavole del teatro rendendosi credibile nei panni di Sally Bowles. Ma la star indiscussa dello spettacolo è Giampiero Ingrassia, un attore eclettico in grado di esprimere al meglio la sua multiforme preparazione artistica, dando corpo e voce al personaggio di un Maestro di Cerimonie così ricco di sfaccettature.
Il testo di Joe Masteroff, basato sulla commedia di John Van Druten e sui racconti di Christopher Isherwood, con le musiche di John Kander e le liriche Fred Ebb, è un classico del teatro musicale e vanta una colonna sonora straordinaria, a diritto entrata nel patrimonio dei musical grazie a brani intramontabili come Mein Herr, Money Money, Maybe This Time (Questa volta).
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