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domenica, 08 settembre 2024 16:18 |
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Barbara Panariello
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Situato a 345 metri sul livello, con una popolazione di circa 5000 abitanti e posto sulla panoramica valle di Terni, il grazioso Borgo di san Gemini si annovera tra i più belli borghi d’Italia. Famoso in tutto il mondo per le salubri acque minerali scoperte nell’ormai lontano 1889, San Gemini è un piccolo gioiello composto da strade piccole e tortuose che si aprono in chiese e musei. Due passi alla scoperta di cultura, arte, eventi e gastronomia.
Testimonianze romane
L’origine del Borgo risale, probabilmente al tempo dei Romani, già Plinio il vecchio parla di Casventum una cittadina connessa al vicino municipio di Carsulae, sulla via Flaminia, che costituisce un notevole sito archeologico. Vestigia romane sono tuttora presenti nel medievale centro cittadino, come le cisterne ipogee rinvenute in via del Tribunale n.60, le pavimentazioni a mosaico del I sec. d.C. della domus romana rinvenute in una casa privata nella parte vecchia di san Gemini ed il monumento funerario attualmente conosciuto come Grotta degli Zingari al bivio tra Terni e Narni.
L’origine del nome San Gemini
La tradizione racconta che intorno al IX secolo un monaco siriano di nome Yemin, alla ricerca di una vita eremitica e penitente, dopo varie peregrinazioni si sia stabilito nei pressi di Casventum. La sua fama si diffuse presso la popolazione locale che si recava da lui per consigli. In seguito, si trasferì nel monastero benedettino di Ferento, vicino Viterbo, dove morì il 9 ottobre del 815 a 45 anni. La sua fama si diffuse in tutta la zona tanto da essere venerato oltre che a San Gemini anche a Narni e Viterbo dove si trovano alcune sue reliquie.
Dopo un attacco saraceno che distrusse Casventum, la città fu ricostruita e prese il nome del santo protettore Gemini.
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Cosa vedere a San Gemini?
L’ingresso alla cittadina è dominato dall’imponente Porta Romana del 1723 fatto erigere dal duca Scipione Publicola di Santacroce. Da notare sul lato destro la lastra che ricorda il passaggio di Giuseppe Garibaldi il 12 luglio 1849.
Proseguendo a piedi tra i pittoreschi vicoli si arriva a piazza san Francesco, dove sorge l’omonima chiesa del XIII secolo commissionata dalla nobile famiglia Capitoni in memoria del passaggio del santo di Assisi nel 1213. L’interno è a navata unica con affreschi del XV e XVII secolo. Di particolare pregio il Crocifisso ligneo del XV sec. Il Portale ogivale del XV sec., con fasci di colonnine, conserva l’antica porta lignea del XIV sec. fatta restaurare dall’Associazione Valorizzazione del Patrimonio Storico e Culturale di San Gemini.
Di fronte alla chiesa il settecentesco Palazzo Comunale, ex Palazzo Genuensi, che sostituì Palazzo Vecchio come sede del Municipio.
Attraversata la piazza san Francesco e passando attraverso la bella Porta Burgi del Sec. XII adiacente al Palazzo comunale si accede al suggestivo borgo medioevale costituito da viuzze, vicoli dove si aprono piazze con chiese e palazzi.
Da non perdere la piccola chiesa di San Carlo costruita tra il XIV-XV secolo in origine una loggia con l’ edicola dedicata santa Maria de Incertis. Il nome originario fu sostituito con San Carlo in seguito alla messa celebrata da san Carlo Borromeo. L’interno presenta pregevoli affreschi del XIV e XVI secolo. Di notevole bellezza il trecentesco ciborio con il dipinto Madonna in trono con bambino tra Santi e Angeli di fine secolo XV e, a sinistra nella nicchia, la Madonna in trono tra i Santi Stefano e Sebastiano, restaurati dall’Associazione Valorizzazione Patrimonio Storico e Culturale di San Gemini.
Proseguendo si arriva a Piazza Garibaldi, sulla destra si scorge la Chiesa di San Giovanni Battista dell’XI secolo, dalla facciata in stile romanico risalente al 1199. L’interno a pianta centrale con pilastri ottagonali con dipinti di santi.
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Pregevole è il Fonte battesimale del XVI secolo. Passando lungo le antiche mura si arriva all’ ex convento di Santa Maria Maddalena, oggi sede dell’Archivio storico e di un’aula multimediale. Proseguendo si arriva al Museo dell’Opera di Guido Calori che ospita una ricca collezione di dipinti e sculture dell’artista romano.
Da non perdere la Chiesa di Santa Caterina nei cui sotterranei si trovano delle cisterne romane. Fuori dalle mura cittadine si erge l’Abbazia di San Nicolò molto importate per la nascita della città di San Gemini ad essa si riferisce il primo documento storico del 1036.
La facciata quadrata e asimmetrica è collegata alla torre campanaria di epoca più antica. Il portale originale fu venduto nel 1936 al Metropolitan Museum di New York; quello attuale è una copia fedelissima. L’interno a tre navate è diviso da colonne con capitelli decorati. Nell’abside quadrata un affresco della Madonna del 1295. Nella navata destra sono conservati vari frammenti medioevali.
Legato al nome del santo è il Duomo del Borgo, di origine al tardo gotico interamente ricostruita nel XIX sec. dall’ingegnere Livoni, con l’aiuto del grande scultore Antonio Canova che qui soggiornò.
Gastronomia ed eventi
La cucina del piccolo borgo è quella umbra, tra le tante specialità, non si può fare a meno di assaggiare i Picchiarelli, un tipo di spaghetti spessi fatti a mano e conditi con ragù piccante. Dalla fine di settembre al 9 ottobre, festa del santo patrono, gli eventi proposti esibizioni medievali e cavalleresche, da parte delle due contrade di Piazza e Rocca, accompagnate da una grande scelta culinaria con prodotti tipici del territorio.
Sicuramente è da vedere la celebre Giostra dell’Arme: un torneo equestre nel quale tre cavalieri per Rione si sfidano al galoppo nella presa dell'anello e nel lancio del giavellotto sullo scudo gentilizio.
I festeggiamenti terminano la domenica successiva al 9 ottobre, assegnando il Palio d’argento al Rione vincitore.
Importanti manifestazioni si svolgono anche nel periodo primaverile con l’infiorata a giugno, nel periodo estivo con concerti, teatri e danza e, a dicembre, con i presepi.
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