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domenica, 06 novembre 2016 20:09 |
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Alessandra D'Annibale
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E’ tornato a grande richiesta al Sistina, per il secondo anno consecutivo, uno dei personaggi più autentici e rappresentativi della romanità: Enrico Montesano è ancora una volta l’istrionico e burlone Marchese del Grillo.
Dopo i numeri incredibili della scorsa stagione, con 12 Sold out, 50 mila spettatori e 2 milioni di Euro di incasso in sole 5 settimane di programmazione, lo spettacolo è entrato a pieno titolo nella storia del Sistina e della Commedia Musicale italiana: merito dell’ironia, del sarcasmo, di gag e battute a raffica e della grande musica, oltre al talento dell’amatissimo attore protagonista, che al celebre marchese Onofrio del Grillo – ruolo che fu di Alberto Sordi - ha regalato una delle sue migliori interpretazioni.
Il confronto con il grande Alberto Sordi e con la pellicola di Monicelli del 1981, non teme rivali, il merito è sicuramente quello di non aver stravolto la sceneggiatura originale, ma soprattutto di avere uno dei più grandi ed ultimi mattatori della commedia romana: Enrico Montesano.
Sullo sfondo tutto il fascino della Roma papalina di inizio ‘800, con le sue bellezze e le ingiustizie, e con quell’atmosfera sorniona e unica al mondo che da sempre contraddistingue la Capitale. Giustizia corrotta, una Chiesa in bilico tra il debole potere spirituale e il più ammaliante potere temporale, il tremendo dilemma dell’essere e dell’apparire, il dramma dei più poveri contrapposto al cinismo dei potenti. Tutti argomenti che sembrerebbero fotografare l’attuale sistema-Italia e ancor più l’inesorabile declino di Roma Capitale, ma che invece sono scaturiti quasi mezzo secolo addietro dalla felice intuizione di grandi Maestri della Commedia italiana della seconda metà del ‘900.
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Pedane girevoli, ambientazioni magnifiche, interi palazzi che mutano davanti agli occhi degli spettatori, firmate Teresa Caruso, riescono a far rivivere i fasti di quell’epoca papalina, una ricchezza di particolari e di ambientazioni che non si vedeva da tempo in teatro, grazie anche ai costumi di Cecilia Betona e alle coreografie di Roberto Croce. Il tutto orchestrato dalla splendida colonna sonora originale firmata Emanuele Friello. Un esilarante susseguirsi di scene, equilibrate in perfetta armonia nelle musiche e coreografie, che non rubano spazio al talento straordinario di Montesano, ma anzi lo sostengono e lo esaltano come in una sinuoso walzer. Montesano riesce a trascinare più che mai il pubblico lungo un continuum di risate, accompagnate da scroscianti applausi. Il momento della vestizione del malcapitato carbonaro, clou anche del film, regala spassose gag e improvvisazioni. L’attore è supportato da un cast di oltre trenta artisti, tra cui anche suo figlio Michele, nel doppio ruolo del Capitano Blanchard e della Guardia Svizzera; Giorgio Gobbi, il celebre servitore del Marchese, Giulio Farnese, l’esilarante zio prete, Tonino Tosto nelle veste di Papa Pio VII
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Prendendo ispirazione da una figura storica realmente esistita, la commedia racconta la storia, ambientata a Roma agli inizi del XIX secolo, del Marchese Onofrio del Grillo, Guardia nobile di Papa Pio VII. Il marchese trascorre le sue giornate nell'ozio più completo, frequentando bettole e osterie, coltivando relazioni amorose clandestine con popolane e tenendo un atteggiamento ribelle agli occhi della sua famiglia, bigotta e autoritaria. La sua vita quotidiana è scandita dall’organizzazione di innumerevoli scherzi e beffe di cui risultano spesso vittime i popolani, altri nobili e la sua famiglia, oltre allo stesso Papa.
Il suo edonismo senza remore e le sue provocazioni ingiuriose nei confronti di mendicanti, Papi e consanguinei, proseguono liberamente fino al giorno in cui Napoleone invade lo Stato Pontificio e i francesi entrano a Roma. L'incontro con una giovane e bellissima attrice, e l’amicizia con un giovane ufficiale francese, gli fanno per la prima volta pensare di poter abbandonare Roma per Parigi.
La disfatta di Napoleone a Waterloo ristabilirà però le cose e il Marchese del Grillo fa il suo ritorno a Roma dove ad accoglierlo trova un clima ostile e una minaccia di condanna a morte per il suo alto tradimento nei confronti del Papa.
Per la prima volta però uno dei suoi terribili scherzi, la sostituzione di persona operata ai danni di un povero carbonaro ubriacone, consentirà al Marchese un onorevole riscatto con un finale a sorpresa. La commedia dopo il Sistina continuerà il suo Tour a Reggio Emilia, Padova, Torino, Firenze e Bari.
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