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martedì, 01 novembre 2016 08:48 |
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Fabrizio Federici
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Un grande impegno comune per la pace mondiale (intesa - nello spirito della "Populorum progressio" di Paolo VI, e dell' ultima enciclica di papa Francesco, "Evangeli Gaudium"- non come mera assenza di guerre, ma come creazione d'un nuovo assetto solidale ed ecosostenibile), attraverso un continuo dialogo fra religioni e culture diverse: da portare avanti anche con periodici momenti d' incontro e verifica. Questo l'impegno preso dai rappresentanti delle principali religioni mondiali: riunitisi ad Assisi - città di quel S. Francesco che del dialogo interreligioso fece una costante regola di vita - esattamente trent'anni dopo lo storico incontro internazionale col quale Giovanni Paolo II avviò la sua coraggiosa politica ecumenica e di definizione d'un vero e proprio "esperanto religioso".
Riunitisi al centro convegni del Convento di San Francesco, per iniziativa del Comitato "Civiltà dell'amore" (organismo di collegamento tra varie realtà cattoliche impegnate nella comunicazione interreligiosa, la cooperazione allo sviluppo, la difesa ambientale), della diocesi di Assisi e dello stesso Convento francescano, rappresentanti di varie fedi, dell'associazionismo sociale e del volontariato hanno discusso della possibilità d'un grande piano europeo per lo sviluppo di Africa e Medio Oriente: basato soprattutto sulla promozione, in quelle aree, d'una vera e propria rete di microimprese, e sulla partecipazione del volontariato afferente alle 3 grandi religioni monoteistiche (cosa, questa, di cui da tempo si discute al nostro Ministero degli Esteri, come scelta doverosa, da parte d' un' Europa finalmente consapevole dei guasti prodotti da secoli di colonialismo). La Co-mai, Comunità del Mondo Arabo in Italia, principale organizzatrice della recente iniziativa "Musulmani in chiesa", e promotrice, insieme al movimento internazionale "Uniti per Unire", di "Cristiani in moschea" (risposte religiose e civili all'ondata terroristico-integralistica che quest' estate ha percorso l' Europa), ha manifestato la sua disponibilità a collaborare con le comunità cristiane ed ebraiche italiane (come già fatto, del resto, per varie esigenze sanitarie, ad esempio i programmi di circoncisione), per avviare un programma del genere. Vòlto a impedire altre guerre e a spezzare, nel Terzo Mondo, il perverso legame tra miseria, sottosviluppo e immigrazione in Occidente (gestita, il più delle volte, da una criminalità senza scrupoli). Foad Aodi, medico fisiatra, presidente di Co-mai, Associazione Medici d'origine Straniera in Italia (AMSI) e di "Uniti per Unire" (movimento vòlto appunto al dialogo tra culture e civiltà), esprimendo la vicinanza di queste associazioni alle popolazioni del Centro Italia colpite dall'ultimo sisma, s'è detto d'accordo con la proposta della diocesi d'Assisi, del Convento di S. Francesco e di "Civiltà dell'Amore" per un momento periodico, il 27 d'ogni mese, da dedicare alla preghiera e alla verifica del lavoro compiuto nell'attuazione del programma.
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Basilica di San Francesco (Assisi) Sacro Convento
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"Posso anticipare - ha aggiunto Aodi - che stiamo costituendo un apposito Comitato "Cristiani in moschea": e che siamo stati ultimamente invitati, dai giornalisti dell' emittente radiofonica "Radio Nazareth", a organizzare appunto a Nazareth, nei prossimi mesi, una nuova edizione di "Musulmani in chiesa" e "Cristiani in moschea". In Terra santa: per ribadire il dialogo costruttivo coi cristiani e le altre religioni, ed invitarli a rimanere nei nostri Paesi arabi, che sono la loro patria, anche".
Il pomeriggio, dopo il saluto, a nome di Assisi, da parte del sindaco, Stefania Proietti, esponenti cattolici, anglicani, protestanti, valdesi, ortodossi, musulmani, ebrei, riunitisi prima nel Chiostro del museo Diocesano, poi all' Auditorium "Padre Nicolini" e infine nella storica Basilica di S. Chiara, hanno pregato per l'avvio d'una vera pace mondiale e per la fine delle sofferenze delle popolazioni colpite dal nuovo terremoto. Mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi, ha dato la piena disponibilità a partecipare al piano per lo sviluppo di Africa e Medio Oriente: con la cui opportunità ha concordato, con un dettagliato messaggio di solidarietà, anche Jean-Claude Juncker, Presidente della Commissione Europea.
Giuseppe Rotunno e Rocco Morelli, del Comitato "Civiltà dell' amore", hanno evidenziato la necessità di pensare a interventi umanitari di nuovo tipo: che, specie in Africa, puntino su agricoltura biologica e qualificata, nuovi impianti di raccolta e pompaggio dell'acqua, massimo sviluppo delle fonti energetiche rinnovabili.
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