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lunedì, 12 settembre 2016 19:42 |
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da destra: Foad Aodi, presidente Co-Mai e Uniti per Unire, e Carmelo Barbagallo, segretario generale UIL
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Fabrizio Federici
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"Siam tutti uniti per abbattere il muro del silenzio, dell'indifferenza e della confusione, sviluppando il dialogo interreligioso e interculturale e facendo crollare qualsiasi strumentalizzazione del mondo arabo e islamico". Così Foad Aodi, medico fisiatra, presidente delle Comunità del Mondo arabo in Italia (Co-Mai) e del movimento internazionale "Uniti per unire", ha aperto, nella moschea romana "Al Fath" di via della Magliana, l'iniziativa "Cristiani in moschea", dell'11-12 settembre: esattamente simmetrica a quella di domenica 31 luglio, che, dopo lo stillicidio di attentati dell' integralismo islamico in Europa, vide circa 23.000 mussulmani entrare nelle chiese italiane, manifestando solidarietà all' Occidente colpito. Contemporaneamente, in varie regioni d'Italia molte associazioni islamiche e moschee hanno aperto le porte a visitatori di tutte le fedi, liberi credenti e laici; organizzando, sempre in quest'ultimo fine settimana, migliaia di cene di fraternità (2.000 solo a Roma). Per la prima volta nella storia, la festività musulmana dell'"Eid Al Adha" (12 settembre) in tutta Italia è stata onorata insieme a cristiani, laici, cittadini d' origine straniera e rappresentanti delle istituzioni: a Torino nel parco di Dora, a Como in Piazza D'Armi, a Mestre al Varco di San Giuliano; a Corciano (Perugia), in moschea coi rappresentanti di Croce Rossa e istituzioni; a Napoli, in Piazza Garibaldi; a Bari presso il padiglione della Fiera del Levante, col patrocinio del Comune; a Catania nel centro sportivo in Via Zurria, e a Milazzo sul lungomare Garibaldi. A Roma, lo scambio degli auguri è avvenuto, oltre che nelle moschee, anche in tre luoghi pubblici: Largo Preneste, Torpignattara (zona dov' è presente una folta comunità islamica) e Piazza Vittorio. A Ladispoli, sulla costa laziale, è intervenuto l'imam Salameh Ashour, presidente della comunità palestinese del Lazio.
Evidenti, i motivi della scelta delle date: l' 11 settembre, quindicesimo anniversario di quell'attentato alle torri Gemelle di New York che ha cambiato per sempre la storia del mondo; e lunedì 12, con la ricordata festività musulmana dell'"Eid Al Adha" (che celebra i valori, essenziali per l'Islam, della fede e della piena sottomissione a Dio). "Con quest'iniziativa, ispirata a princìpi e metodi di un’ integrazione "porta a porta", che parte letteralmente dal pianerottolo di casa, per mettere in moto un movimento popolare", ha precisato Aodi, che è anche "Focal Point" per l'integrazione, in Italia, per l' Alleanza delle civiltà (UNAoC), organismo ONU, "vogliamo dare scacco matto al terrorismo, in nome dei valori essenziali di democrazia, libertà, laicità, reciproco rispetto nei rapporti fra Stato, Islam e altre confessioni religiose; ma anche all'individualismo e alla smania di protagonismo che spesso, purtroppo, hanno rovinato l' Islam italiano. Ben 2.000 comunità, associazioni e federazioni, su base nazionale e internazionale, hanno aderito, e, su 1.400 associazioni e centri musulmani contattati, circa 1.200 hanno risposto. In pratica, il 93% del mondo arabo in Italia; e il 93% di tutte le comunità straniere (non solo arabe) esistenti in Italia. Mentre si può stimare in 3 milioni circa, di cui un milione e mezzo di musulmani (in Italia ci sono complessivamente, 2 milioni di credenti islamici, N.d.R.), il numero complessivo dei partecipanti a questa manifestazione dell'11- 12 settembre. Appunto per questo - ha aggiunto il "Focal Point" - sono indignato per le dichiarazioni di Abdellah Redouane, Direttore del Centro islamico culturale alla grande Moschea di Roma: che ha rifiutato il nostro invito con la motivazione, ribadita non a noi ma alle agenzie di stampa, che noi organizzatori vivremmo in un mondo puramente virtuale, fuori della realtà".
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Aodi ha ringraziato poi i presidenti delle comunità straniere in Italia (tra gli organizzatori dell'iniziativa, anche l'AMSI, Associazione Medici Stranieri in Italia; mentre messaggi d'adesione son pervenuti da vari organismi del mondo sanitario e accademico). Importante la partecipazione, sempre alla moschea di Via della Magliana, di Carmelo Barbagallo, segretario generale UIL ("Entro l'anno, non essendoci riusciti per il 1 Maggio, con CGIL e CISL organizzeremo una manifestazione su base interreligiosa, con la partecipazione di quanti piu' esponenti delle varie fedi sarà possibile"), e Gianna Fracassi, della segreteria nazionale CGIL ("Come han giocato un ruolo importante, tanti anni fa, nella sconfitta del terrorismo rosso e nero, così le organizzazioni sindacali devono fare, oggi, contro il terrorismo su base etnico-religiosa, per l'abbattimento dei muri in tutti i sensi"). Sono intervenuti, poi, Vanessa Frazier, ambasciatrice di Malta in Italia ("Solo promuovendo la conoscenza reciproca si possono abbattere i muri dell'intolleranza e dell'indifferenza, avviando politiche di concreta, e non demagogica, solidarietà"), il rappresentante della Lega Araba, il Presidente onorario di Avis Roma, il pastore anglicano Mauro Contili, segretario generale dell' Università Anglicano-cattolica "San Paolo apostolo" (Questa di Co-Mai e "Uniti per unire" è un'iniziativa efficace nella sua semplicità: che anzi, direi, riguarda il futuro di tutta l'umanità. Le differenze tra i popoli devono essere non annullate, ma valorizzate , in un quadro complessivo di dialogo e solidarietà reciproca: all'insegna non d'un buonismo ipocrita, ma d'un confronto franco e aperto") ; e altri presidenti di associazioni, comunità e Ong arabe, straniere e su base internazionale. Stefania Catallo, presidente del Centro contro la violenza sulle donne "Marie Anne Erize" di Torbellamonaca, ha evidenziato l'importanza, oggi, d'una vera "rivoluzione culturale" in tutti i rapporti, tra le nazioni, i popoli e i sessi.
"Ha vinto l'Italia, hanno vinto gli italiani di tutte le religioni e di tutte le provenienze, i cristiani, i musulmani e i laici che credono nell'apertura e non nella chiusura", commenta, in ultimo, Foad Aodi. Le Comunità arabe, musulmane e bengalesi aderite all'appello "Cristiani in moschea", infine, annunciano che invieranno un comitato nelle zone colpite dal terremoto di fine agosto, per portare ai terremotati cibo e aiuti, proseguendo il sostegno già manifestato da AMSI e "Uniti per Unire".
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