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Scandalo con Stefania Rocca e Franco Castellano

giovedì, 04 febbraio 2016 21:27

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Alessandra D'Annibale
Stefania Rocca e Franco Castellano sono in scena al Teatro Eliseo fino al 14 Febbraio con Scandalo, una commedia inedita in Italia di Arthur Schnitzler.
Il regista Franco Però mette in scena uno spettacolo avvincente, nel quale sia l’Italia di oggi o la Vienna di Schnitzler, dove il sospetto, l’esclusione e il rifiuto per l’altro sono armi taglienti che mietono vittime. Grazie ad un’ottima compagnia d’interpreti, il pubblico si rende conto solo alla chiusura del sipario di aver assistito al lucido smascheramento dei lati oscuri e perversi di una società.
Scritta nel 1898, Das Vermächtnis, questa bellissima commedia, è un feroce attacco alla società, costruito senza alcuna forzatura grazie alla sapiente costruzione dei dialoghi e delle scene.
È dunque antesignana e ancora incisiva la denuncia di Schnitzler, cui Franco Però restituisce respiro e intensità in uno spettacolo avvincente, che si avvale di un’ottima compagnia d’interpreti, capitanati da Franco Castellano e Stefania Rocca, nomi di primo piano nel cinema e nel teatro contemporanei.
Quale è la traduzione letterale di Das Vermächtnis: lascito, eredità, testamento, ma anche dono, regalo… “Quando cerchiamo di tradurre un titolo,” - ci racconta il regista “tante volte ci troviamo di fronte a una scelta.
La parola simile esiste, ma non sempre rende il significato profondo dell’originale. Qui l’autore pone l’accento su un fatto morale: il lascito o il testamento di Hugo, primogenito amatissimo di una famiglia importante nell’ambiente cittadino, ferito a morte a causa di una banale caduta da cavallo, il quale rivela ai suoi di avere una moglie e un bambino, e si fa promettere che queste saranno accolte una volta che lui non ci sarà più.
Ogni termine scelto per il titolo tralasciava qualcosa dell’originale.
Allora ci siamo chiesti: perché non cercarlo tra gli effetti che questo lascito provoca nella vita della famiglia? Perché è su questo che si snoda la trama della commedia.
E allora scopri che proprio in un allestimento tedesco, compare la parola scandalo. Ecco: scandalo, ma proprio nel senso antico del termine, σκάνδαλον (skàndalon), ovvero ostacolo, insidia.
Sono queste le caratteristiche, involontarie, indossate da Toni Weber, la ragazza di bassa classe sociale amata e sposata da Hugo, e del loro figlio, Franz. Essi sono vissuti come un ostacolo alla vita della famiglia, e alle proprie relazioni altolocate. La loro presenza è sentita come scandalosa, provocando l’allontanamento di amici e conoscenti.”
Un amore giovane e profondo, che travolge gli schemi stantii della società: è quello che lega Hugo, rampollo dell’alta borghesia, e Toni, ragazza invece di bassa estrazione.
È quello da cui nasce Franz, per quattro anni tenuto nascosto alla famiglia di lui, come la loro felice relazione. Improvvisamente però Hugo ha un incidente e, in fin di vita, chiede alla famiglia di accogliere il figlio e la donna.
La famiglia affronta lo scandalo, crede di poterne reggere i contraccolpi: Toni e il bimbo entrano nella ricca casa dei Losatti circondati d’affetto, tanto che la giovane inizia a immaginare una nuova vita. Ma in breve la presenza estranea inizia a suscitare insofferenza: si allontanano gli amici, muta il peso della famiglia in società, e se le donne continuano a proteggere i nuovi arrivati, gli uomini mostrano sempre più chiaramente il loro disappunto per la situazione.
A far deflagrare il fragile equilibrio è l’improvvisa morte del piccolo Franz: dopo nulla potrà più arginare la vigliaccheria e la volgarità di quell’ambiente dorato, né la sottile violenza delle convenzioni sociali. E Toni ne sarà drammaticamente soffocata.
Come in uno specchio, in essi – ma soprattutto in Toni – si riflettono i comportamenti dei vari membri della famiglia: quel padre, il professor Losatti, dapprima disponibile ad accettare il dono, ma che poi – alla scomparsa anche del bambino – lo rigetta con scandalosa tranquillità; mentre, all’opposto, è scandaloso il comportamento di sua cognata, Emma, che continuamente smaschera l’ambiguo perbenismo presente nella casa e dietro a cui si cela la volontà ferrea di chiudere le porte all’estranea. O altrettanto scandaloso è Ferdinand, il giovane medico fidanzato della sorella di Hugo, carrierista convinto che vede in Toni colei che gli ricorda, con la sua sola presenza, le stesse basse origini e con volgare veemenza vuole allontanarla.
E anche la remissività della madre, Betty, alla fine diventa uno strumento contro la presenza della ragazza. Così, i pochi che vorrebbero accogliere la straniera, devono soccombere di fronte alle granitiche certezze di un ambiente che vuole l’esclusione.
L’estranea, la straniera è colei che ti mette di fronte alle tue paure, mette in crisi le tue certezze e l’ambiente in cui vivi. Schnitzler racconta questa storia con grande e crudele lucidità, ma lo fa sempre in punta di penna, con leggerezza, con un dialogo veloce e brillante, e solo alla fine ti rendi conto del disegno perfetto di questo, quasi inconsapevole, atto criminoso.
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