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Marella Giovannelli: Così piccoli, così grandi. Sulle tracce di Charles e Lavinia

martedì, 10 settembre 2024 05:38

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Dal nostro inviato
Francesca Bianchi
Martedì 10 settembre la Biblioteca Simpliciana di Olbia ospiterà la presentazione di Così piccoli, così grandi. Sulle tracce di Charles e Lavinia (AG Book Publishing, 2024), l'ultimo libro della giornalista e scrittrice Marella Giovannelli. Dialogherà con l'autrice il giornalista Mauro Orrù.
Il libro ripercorre la straordinaria storia di Charles Stratton, in arte Generale Tom Thumb, e Lavinia Warren, coniugi statunitensi vissuti nell'Ottocento, entrambi affetti da nanismo. Ingaggiato all'età di quattro anni dall'impresario Barnum, Stratton fu il primo artista americano a raggiungere una fama internazionale. Con il suo potere d'attrazione riuscì a produrre fino a 800 dollari a settimana. Ai suoi spettacoli assistettero anche Charles Dickens insieme ad altri letterati dell'epoca. Lavinia era una donna bellissima, tanto da essere chiamata 'Regina di Bellezza' e 'Venere in miniatura'. Donna elegante e raffinata, Lavinia sapeva cantare e ballare, amava cucinare, le piaceva cucire. Il 10 febbraio 1863 i due si sposarono nella prestigiosa Grace Episcopal Church, a New York. Il loro matrimonio fu l'evento del secolo: per settimane i giornali non parlarono d'altro; la loro storia d'amore rappresentò per il pubblico una distrazione dalla guerra di secessione in corso. Il New York Times, che all'evento dedicò addirittura la copertina, elencò i numerosi regali ricevuti dai due, tra cui un tavolo da biliardo in miniatura e una carrozza della regina Vittoria. Un servizio d'ordine imponente dovette intervenire per tenere sotto controllo la folla radunatasi nelle strade attorno alla chiesa. All'interno della chiesa c'erano duemila persone, tra cui magnati, politici e militari decorati. Al ricevimento nuziale al Metropolitan Hotel parteciparono diecimila persone.
Oggi Charles e Lavinia sarebbero considerati due influencer: il pubblico li amava; erano ricchissimi, vissero nel lusso e nello sfarzo, viaggiarono in tutto il mondo. Furono invitati alla Casa Bianca da Lincoln che, alto un metro e novanta, dovette inchinarsi per salutarli; a Buckingham Palace incontrarono la regina Vittoria, che li adorava; incontrarono il re di Francia e tante altre teste coronate e capi di Stato. Un messaggio di speranza, una storia di riscatto, un invito a trasformare i propri limiti in possibilità e occasioni di crescita: con una volontà indomita si può superare ogni ostacolo.
In questa bella intervista rilasciata a FtNews da Marella Giovannelli potrete scoprire tanti dettagli e curiosità su questo libro unico nel suo genere, il primo in Italia dedicato alla storia dei coniugi Charles e Lavinia Stratton.

Marella, come è venuta a conoscenza dell'affascinante storia di Charles e Lavinia? Cosa l'ha spinta a dedicare loro un libro?
È stato un caso. Stavo leggendo un romanzo italiano in cui veniva menzionato un certo Charles Stratton. Non sapevo se fosse inventato o meno, però mi venne il dubbio che fosse realmente esistito. Incuriosita, sono andata a fare delle ricerche. Mi si è aperto un mondo meraviglioso, perché questo Charles Stratton, che era conosciuto in tutto il mondo come il Generale Tom Thumb, era stato scoperto dall'impresario Barnum quando aveva appena quattro anni ed era adorato dalla regina Vittoria, dal Presidente americano e da tutti i capi di Stato dell'epoca. Aveva una vita incredibile. Lui aveva imparato a fare tutte le danze; era un mimo eccezionale, imitava Napoleone. Barnum, per rendere ancora più evidente l'idea che fosse un nano, aveva dichiarato che Charles aveva 11 anni. Quando Charles Stratton aveva ormai 21 anni, era ricchissimo: possedeva ville, yacht, cavalli di razza. Doveva, però, cercare moglie, dato che la società vittoriana richiedeva una certa rispettabilità domestica. A Boston conobbe Lavinia Warren, una donna splendida, anche lei nana. Tra i due fu amore a prima vista.
Ho scoperto che la storia di questa coppia meravigliosa che ha fatto il giro del mondo più volte, conducendo una vita incredibile per quei tempi, non era mai stata raccontata in italiano. Allora ho pensato di provare a raccontarla. Ho scartato subito l'idea di romanzarla, perché mi è parso un oltraggio: hanno avuto una vita così piena e costellata di fatti che non c'era motivo di inventare nulla. Questo libro è una biografia documentata. Per me è stata una "full immersion", complice il fatto che in rete si trova abbondante materiale su Charles e Lavinia. Ho parlato di luci e ombre, non ho tralasciato niente. Come recita il sottotitolo, si tratta di un lavoro sulle tracce di Charles e Lavinia, ricordando la famosa favola di Pollicino. C'è tutto ciò che è stato scritto su di loro, anche molti aneddoti divertenti. Un domani questo libro potrà anche essere tradotto in inglese e in francese. Qui dentro ci sono il giornalismo, la scrittura, la traduzione.

A quali fonti ha attinto?
Ho potuto attingere agli archivi americani, francesi e inglesi; ho consultato le riviste teatrali dell'epoca. Per scrivere questo libro ho fatto ricorso all'attività di traduttrice e di scrittrice, ma si è rivelato indispensabile anche l'occhio poetico che occorre per parlare di simili argomenti. È un lavoro che mi è piaciuto molto perché ogni volta scoprivo qualcosa di più: gli archivi americani sono pieni di informazioni su questa coppia, che all'epoca è stata celeberrima. È stato bello entrare negli archivi americani, inglesi, francesi. Quando si sono sposati, il 10 febbraio 1863, la notizia del loro matrimonio ha occupato per giorni le prime pagine dei giornali newyorkesi, oscurando tutte le notizie relative alla guerra di secessione americana. Sono stati i primi "influencer" della storia: le fabbriche più rinomate, i gioiellieri più in vista, i grandi negozi di arredamento, le case di moda più famose, tutti inviavano loro i regali più costosi per farsi pubblicità.

Su Charles e Lavinia spesso sono state scritte cose che non corrispondono alla realtà dei fatti, invece lei ha voluto fare un lavoro di ricerca scrupoloso e ben documentato. Perché molti hanno preferito inventare?
In America hanno romanzato la storia di Charles e Lavinia, mentre sarebbe stato opportuno attenersi alla verità, essendo state persone in carne ed ossa, realmente vissute. In particolare, alcune autrici americane, anche molto famose, hanno scritto delle storie totalmente fantasiose su Lavinia. Io ho voluto leggere tutto prima di decidere come impostare il lavoro. Ogni pezzo che ho riportato dai giornali si conclude con la citazione della fonte. Ho preferito citare fonte per fonte, giornali e libri dell'epoca, poi i saggisti contemporanei che ne hanno parlato. Ho capito perché la gente ha preferito inventare storie su di loro e scrivere romanzi, anziché mettersi alla ricerca della verità: la difficoltà sta proprio nella ricerca delle fonti, di questi vecchi tomi antichi da tradurre, evitando i doppioni. È un lavoro gratificante, ma molto impegnativo e faticoso. Io ho scelto di citare tutte le fonti, tra cui una interessantissima del 1883, dove si raccontano i dettagli dell'incendio più devastante della storia dell'America. Loro riuscirono a salvarsi grazie all'intervento dei pompieri. Sei mesi dopo l'incendio Charles, che non si era mai ripreso da quell'esperienza, morì per un colpo apoplettico. Lavinia gli sopravvisse 36 anni e due anni dopo si sposò con il conte di origine italiana Primo Magri, nano anche lui.

Charles e Lavinia furono grandi viaggiatori...
Sì, insieme hanno conquistato il mondo; hanno fatto il giro del mondo più volte e tutti i resoconti dei loro viaggi si trovano nell'autobiografia di Lavinia, che io cito. Mi sono fatta mandare dall'America un manoscritto, il libro raro della biografia di Lavinia Warren, e ne ho tradotto degli stralci.

Nel libro si parla anche di una loro presunta figlia, a cui venne dato il nome della zia materna. Lavinia, però, non apparve mai in dolce attesa sul palcoscenico. Ebbero davvero una figlia? Cosa sappiamo di questo "mistero"?
Questa è una grande messa in scena. Per rientrare nei canoni dell'epoca vittoriana, diffusero la voce di aver avuto una bambina. Lavinia e Charles cominciarono a presentare la bambina a corte perché loro erano sempre invitati dalla regina Vittoria, che li adorava. Poi si seppe che questa bambina lei non l'aveva mai avuta. Lavinia, infatti, non se la sentiva di rimanere incinta perché temeva i rischi del parto: la sorella era morta di parto. Avevano ideato una messinscena: prendevano i bambini dagli orfanotrofi dei diversi Paesi che visitavano e li portavano sul palcoscenico. Lavinia stessa, in un'intervista del 1900, disse di non aver avuto figli. Nel libro si trovano degli stralci di quell'intervista in cui lei stessa spiegò tutto.
Marella Giovannelli in uno scatto di Valeria Fara
Cosa l'ha colpita della storia di Charles e Lavinia?
Si tratta di una storia davvero affascinante. Quando sono nati, Charles e Lavinia pesavano circa quattro chili, erano bambini normali, poi improvvisamente la loro crescita si è bloccata. È stato interessante scoprire come si parlava dei nani a quell'epoca. I genitori di Lavinia, che era bellissima, non l'hanno mai fatta sentire diversa; le hanno costruito una scaletta con i gradini di legno e lei si arrampicava dappertutto. Quando era piccolina e andava a scuola, era così piccola che stava in una pantofola. A 16 anni è diventata insegnante: insegnava in una scuola di bambini normali, che erano tutti più alti di lei. Ho pensato a quello che ha dovuto subire e a come sia riuscita a riscattarsi. Lei era estremamente attraente: la chiamavano Venere in miniatura, "Queen of Beauty", ovvero 'regina di bellezza'. Quando lei incominciò ad esibirsi sui barconi nei teatri galleggianti sul Mississippi, tutti quanti cercavano di metterle le mani addosso, e lei era molto infastidita. Rivendicava il suo essere donna, non una bambola con cui giocare. La gente aveva infantilizzato queste figure. Charles era furbo e se ne approfittava un po'; da giovane era bellissimo e desiderato dalle donne: si vantava di averne baciate più di un milione. Charles era sempre molto allegro, ma non ha avuto un'infanzia, perché è stato scoperto da Barnum all'età di quattro anni. Figlio di gente umile e povera, si trovava a suo agio in questa vita opulenta e sfarzosa, ma ha avuto una vita molto sregolata: all'età di cinque anni gli hanno insegnato a fumare e a bere, quindi è invecchiato male, precocemente.
Mi ha colpito il fatto che sono state persone fortissime, piene di vita, di dignità, sono riuscite ad avere un grande successo nella vita, hanno realizzato i loro sogni. Erano intraprendenti, avevano tanti hobby; lui aveva un panfilo, per cui partecipava a regate e spesso vinceva. Lei descrive tutti i viaggi in giro per il mondo, anche in India e in Giappone. Hanno viaggiato tantissimo. Erano spendaccioni; quando lui è morto, lei non ha potuto più avere il tenore di vita che aveva con Charles, quindi alla fine l'epilogo della sua vita non è stato dei più felici. Il libro sta piacendo molto e sono molto contenta di questo; è una storia che merita.

In Italia non è molto conosciuta la loro storia, eppure sono stati spesso nel nostro Belpaese...
Come si può vedere nella bibliografia, sono stati apprezzati anche in Italia. A Roma erano di casa. Con il secondo marito Lavinia aveva una casa vicino Pieve di Cento (BO). Nei suoi scritti afferma che l'Italia è bellissima, ma il suo cuore è in America. In Italia pochi conoscono la storia di Charles e Lavinia. Il mio libro è la prima opera dedicata a loro in Italia.

Quando ha deciso di dedicarsi a questa storia?
Quando mi sono imbattuta in questi personaggi, ho dimenticato tutto il resto. Ho cominciato alla fine di ottobre dello scorso anno e ho terminato a fine maggio. Il caso ha voluto che uno dei temi del sessantesimo anniversario della fondazione di Porto Rotondo, che abbiamo celebrato proprio questa estate, fosse l'inclusione, per questo hanno voluto presentassi il mio libro nell'ambito dei festeggiamenti organizzati per l'importante ricorrenza: quella di Charles e Lavinia è una storia di riscatto. Io mi sono innamorata di loro. Poi c'è dietro tutto un mondo, quello dell'età vittoriana, che mi ha sempre affascinato molto, ed è stato bello entrarci attraverso la stesura di questo libro.
Scrivere questo libro mi ha emozionato perché sono tornata al mondo della traduzione, un mondo bellissimo che ho frequentato per tanti anni. Questo libro ha rappresentato una sfida: lavorarci è stato bello e gratificante, ma molto faticoso; è il libro che mi ha impegnato di più, ma anche quello che mi è piaciuto di più scrivere e che mi ha dato maggiori soddisfazioni.

Quale messaggio si augura possa arrivare ai lettori di Così piccoli, così grandi. Sulle tracce di Charles e Lavinia? Mi auguro che la gente impari che con la forza di volontà si può fare qualsiasi cosa. Charles e Lavinia hanno saputo trasformare in una forza il loro essere minuscoli, lui sviluppando il suo talento di intrattenitore e grande performer e lei con il canto, la recitazione e l'eleganza. Lei è stata un'icona di stile. La loro storia è un messaggio di speranza continuo.
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