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VINCENZO SALEMME in NATALE IN CASA CUPIELLO

lunedì, 11 marzo 2024 17:55

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Alessandra D'Annibale
A 46 anni dal momento in cui Vincenzo Salemme ebbe il privilegio di lavorare con Eduardo de Filippo, arriva al Teatro Sistina di Roma “Natale in casa Cupiello” una delle drammaturgie più rappresentative del nostro teatro del Novecento e capolavoro indiscusso di Eduardo de Filippo. “Ho conosciuto Eduardo nel 1977. Andai a Cinecittà per provare a fare la comparsa in qualcuna delle sue commedie che stava registrando per la Rai. E lo incontrai in una pausa della lavorazione. Aveva sulle spalle lo scialle color vinaccia pallido, un camicione da notte e i mutandoni che finivano dentro i calzettoni di lana. Era il costume della commedia più bella, più amara, più divertente, più sentimentale, più intensa, più malinconica, più festosa, più struggente della storia: Natale in casa Cupiello. Sono passati, da allora, ben 46 anni. Ma la voglia di tornare in quella casa degli anni `40 del secolo scorso, di sentire il freddo del dopoguerra addolcito dai preparativi del presepe, la voglia di rivedere quel prototipo di bamboccione, indimenticabile nelle sembianze di Luca De Filippo, la voglia di sentire le zampogne a fare da colonna sonora alla forza travolgente e incontrollabile delle passioni della figlia, la voglia di rivedere la potenza disperata di Concetta/Pupella, le sue lacrime di fronte al pericolo della disgregazione familiare, la voglia di abbracciare la tenera impotenza di Luca Cupiello, quella voglia non mi ha mai lasciato. Ecco perché ho deciso di mettere in scena questo capolavoro. E di farlo come io ho imparato a fare in questo mestiere. Con semplicità e amore. Amore per le mie origini, amore per Eduardo, per Luca, amore per quei Natali passati davanti alla televisione per scaldarci il cuore tra una manciata di struffoli e una giocata a tombola. E quindi, buon “Natale in casa Cupiello” a tutte e a tutti!
Due ore di ininterrotte risate con un protagonista capocomico tra i più completi del panorama artistico italiano, Vincenzo Salemme, che non è solo protagonista di “Natale in casa Cupiello” ma regista della sua compagnia. Sin dalla sua prima rappresentazione di “Natale in casa Cupiello” al Teatro Kursaal di Napoli il giorno di Natale del 1931, la commedia ha subito catturato l’attenzione e il cuore degli spettatori, divenendo una pietra miliare del teatro italiano. Concepita come atto unico, “Natale in casa Cupiello” si è evoluta nella forma che conosciamo oggi grazie al genio di Eduardo, che ha ampliato la narrazione aggiungendo altri due atti, ossia raccontando i preparativi due giorni prima, durante i quali descrive i personaggi che compongono la famiglia, ognuno con le sue peculiarità e il proprio mondo interiore.
Ogni personaggio racchiude in sé uno spaccato della società napoletana, in cui il dramma della gelosia si mescola sapientemente con i valori e le tradizioni di una realtà familiare, tipica del dopoguerra, che esiste nei ricordi di tutte le nostre famiglie. Tra risate e riflessioni, Vincenzo Salemme ci riporta indietro nel tempo, quando il successo della commedia raggiunse l’apice nel 1977, con la versione televisiva trasmessa dalla Rai, trasformando “Natale in casa Cupiello” in più di un semplice classico televisivo: un vero e proprio “cult” che ha segnato la storia della cultura popolare del nostro Paese.
Vincenzo Salemme, attore di eccezionale talento e di grande empatia, cimentandosi in un testo di per sé già immortale e di grande difficoltà interpretativa, (impossibile non ricordare gli occhi di Eduardo), ha dato nuovamente prova della sua stupefacente maestria, riconfermando il suo talento attoriale intriso di grande professionalità. Mantenendo viva l’essenza della scrittura originale, è riuscito, altresì a personificarla, cucendosi addosso un Luca Cupiello di raro impatto emotivo.
Con semplicità e amore, come lui stesso dice, ha conquistato non solo il pubblico che già conosceva il capolavoro di Eduardo, ma il pubblico “giovane”, quel pubblico che nonostante fosse lontano anni luce da quel periodo storico e dal teatro di Eduardo, si è lasciato conquistare dalla dolcezza, innocenza, ironia da tutti i personaggi, da scene come quella della letterina di Natale letta da Tommasino che non sono del tutto nuove, perché la grandezza di Eduardo De Filippo è stata la capacità di cogliere il concetto di famiglia e i rapporti che resistono ancora oggi, a distanza di cento anni dalla sua prima scrittura.
I momenti d’ilarità, i litigi furiosi dimenticati un attimo dopo, sono i drammi che avvengono ancora nelle case degli italiani e riproposti sul palco ci fanno sorridere e riflettere. Lucariello è impotente di fronte ai cambiamenti di una società in cui non si riconosce più, in fin dei conti è rimasto un bambino e riceve uno schiaffo troppo forte da sopportare.
Quel presepe non è altro che il simbolo di quella innocenza che non l’ha mai abbandonato; questo mondo gli appare troppo crudele e l’unico modo per sopportarlo è dormire.
Uno spettacolo di rara bellezza, che il pubblico di Roma ha avuto l’onore di poterlo vedere!
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