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Nairobi: Conferenza dell’UNETCHAC contro le violazioni dei diritti dei bambini nei conflitti armati .

lunedì, 23 ottobre 2023 08:26

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Fabrizio Federici
Dal conflitto israelo-palestinese, dall’Africa all’Ucraina, i minori sono le principali vittime delle guerre e dei conflitti armati. Questo, anzitutto, è quanto risulta dai dati elaborati e riportati in Italia dai ricercatori dell’UNETCHAC, Universities Network for Children in Armed Conflict.
Nel Sud del Sudan, sempre secondo i dati in possesso dell’UNETCHAC, 5 milioni di bambini necessitano disperatamente di aiuti, causa il protrarsi dei conflitti armati (vedi anzitutto nel Darfur, la regione occidentale, anch’essa a popolazione in maggioranza musulmana, dove il conflitto su base interetnica e interreligiosa esploso nel 2003 si è riacceso nel ’21, nonostante l’accordo di pace tra il Governo e i leader di varie fazioni ribelli firmato nel 2020).
Dal conflitto israelo-palestinese, dall’Africa all’Ucraina, i minori sono le principali vittime delle guerre e dei conflitti armati. Questo, anzitutto, è quanto risulta dai dati elaborati e riportati in Italia dai ricercatori dell’UNETCHAC, Universities Network for Children in Armed Conflict.
In Mozambico (nella sola provincia di Capo Delgado, dove dal 2017 è in corso, nella parte settentrionale, una guerriglia jihadista guidata dall’ISIS, contro il quale è operante, dal ’21, un contingente militare della SADC, Comunità di Sviluppo dell’Africa Meridionale), risultano 147 i minori mutilati e uccisi a causa dei conflitti (2020/2022). E sono 105 gli episodi riportati di violenza sessuale nei confronti dei bambini (2023), dove sono le bambine i soggetti colpiti in modo sproporzionato, e che, di conseguenza, possono subire gravi traumi psicologici e fisici, che perdurano nel corso della loro vita. Anche in Somalia, le bambine risultano maggiormente esposte alle violenze sessuali, con 219 casi di violenze inflitte (2023). Nonostante numerosi siano stati i passi in avanti fatti da diversi Governi per incorporare nella loro legislazione nazionale la Risoluzione 1325 delle Nazioni Unite su Donne, Pace e Sicurezza, e gli strumenti giuridici internazionali vòlti ad assicurare la protezione dei bambini, la violazione dei loro diritti non è diminuita.
Questo, purtroppo, è quanto risulta dai piu’ recenti dati elaborati e riportati in Italia dai ricercatori dell’UNETCHAC. Del quale Network ,un Progetto di primaria importanza è quello realizzato, nell’ ambito dei “Piani di Azione Nazionali sulla Risoluzione del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite 1325 e l’impatto dei conflitti su bambini e bambine”, in collaborazione con l’Istituto di Studi Politici Internazionali "S. Pio V" e col supporto del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Italiano. Attraverso tale Progetto, il Network lavora come un moltiplicatore di forze: i ricercatori di UNETHCAC, infatti, sviluppano sul campo i dati suddivisi per aree geografiche su 4 Continenti (Africa, Medio Oriente, Asia, Sud America e Europa), convalidati dalle fonti locali. Nel condurre quest’attività di ricerca, UNETCHAC opera in linea con gli obiettivi perseguiti dall’’Ufficio del Rappresentante Speciale del Segretario Generale ONU per i Bambini e i Conflitti Armati.
Entrando nello specifico, le analisi che confrontano tra loro i dati relativi a 5 Paesi africani (Repubblica Democratica del Congo, l’ex-Zaire, Repubblica Centrafricana, Sudan, Mozambico, Somalia), sui quali si concentra la più recente ricerca di UNETCHAC, son state divulgate nella Conferenza Internazionale che s' è svolta in Kenya, presso l'Università Tangaza di Nairobi.Tra gli invitati all’evento, S.E. Roberto Natali, Ambasciatore d'Italia in Kenya. La Conferenza ha visto la partecipazione, tra gli altri, di Mr. Jonas Yawovi Dzinekou, Direttore di Studi Sociali - Istituto di Trasformazione Sociale - Università di Tangaza, e S.E Muhindo Nzangi, Ministro kenyota dell'Istruzione Superiore e Universitaria (RDC).
“Il progetto, operando nell'ambito dello strumento giuridico del Quarto Piano di Azione Nazionale Italiano relativo alla Risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu 1325 su Donne, Pace e Sicurezza, intende sviluppare una ricerca qualitativa e quantitativa sulla situazione dei bambini in conflitto armato in Africa, Asia, Africa, Sud America, Europa (Kosovo e Ucraina). Il progetto attua, cosi’, un confronto coi vari Piani d’Azione Nazionali sulla Risoluzione 1325 dei Paesi che sono oggetto della ricerca: sulla specifica tematica delle misure volte a garantire la protezione dei minori. Questo è certamente un aspetto innovativo, vòlto a individuare le misure adottate, e adottabili, per prevenire e combattere i crimini contro i bambini che purtroppo stiamo sempre più vedendo", dichiara Laura Guercio, Segretario Generale di UNETCHAC. "L’Italia - prosegue - è sempre stata in prima linea per l’attuazione della Risoluzione ONU, come dimostra l’adozione stessa, negli ultimi anni, di quattro Piani d’Azione Nazionali. Il nostro progetto, in questo modo, intende contribuire all’’impegno italiano. L’obiettivo è concorrere all’attuazione di questo strumento per garantire la protezione effettiva dei bambini che subiscono i conflitti armati, perseguendo il principio dell'universalità dei diritti umani. Alla luce dei drammi che stiamo vivendo, dal Medio Oriente, all'Africa e all'Europa, urge rafforzare tale azione.
Nella Conferenza di Nairobi, il Quarto Piano di Azione Italiano è stato dunque confrontato coi Piani di Azione dei suddetti 5 Paesi Africani: in cui la situazione dei bambini è aggravata, oltre che dalla complessità della dimensione dei conflitti, anche da fattori di natura sociale, che rischiano di ostacolare il percorso di reintegrazione dei minori coinvolti nei conflitti armati. Questo è un ulteriore aspetto su cui il Network intende lavorare", conclude il Segretario Generale di UNETCHAC.
Sempre in questi giorni, gli esperti del Network inaugurano inoltre la “Autumn School 2023”, dedicata ad "Aspetti giudiziari e sociali della violenza contro i bambini, in particolare le ragazze, nei conflitti armati". La Autumn School di UNETCHAC punta ad offrire, a titolo gratuito, una formazione accademica e professionale in materia di Diritto Internazionale, Diritto Umanitario e Diritto Penale Internazionale: con particolare riguardo alla protezione dei minori in conflitto armato e con un focus specifico sulle questioni di genere.
I protagonisti della Scuola sono, infatti, gli studenti provenienti da 19 Paesi, incluse le war zone: esattamente da Albania, Bangladesh, Finlandia, Ghana, Gambia, Iran, Iraq, Italia, Kosovo, Libano, Lussemburgo, Nigeria, Regno Unito, Repubblica Democratica del Congo, Romania, Somalia, Stati Uniti, Thailandia e Turchia. “É soprattutto a loro, ai giovani del mondo, che il Network intende indirizzare il proprio lavoro di ricerca; a loro affida le chiavi del peacekeeping”, sottolineano gli organizzatori UNETCHAC
. A conclusione del Progetto, infatti, sarà redatto e divulgato il Report finale delle analisi dei ricercatori; la prima mappa virtuale su bambini e conflitti armati nel mondo realizzata dal Network sarà a disposizione di scuole e Università internazionali.
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