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sabato, 22 luglio 2023 16:56 |
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Alessandra D'Annibale
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Nel marzo del 1959, alla Fiera americana del giocattolo di New York venne presentata una bambola che avrebbe cambiato per sempre il volto dell'industria e che, ancora oggi, fa divertire i bambini di tutto il mondo. Creata dalla cofondatrice di Mattel, Ruth Handler, "Barbie" era una bambola adulta dalle forme sinuose di ventotto centimetri, in plastica, una rivoluzione nell'industria delle bambole, che fino a quel momento aveva prodotto solo bambolotti per bambini. La Barbie, o per usare il suo nome completo, "Barbara Millicent Roberts", prendeva il nome dalla figlia della Handler, Barbara. A distanza di oltre 60 anni, Barbie è ancora popolare come non mai: è infatti la bambola più venduta al mondo. Talvolta controversa ma sempre amata, Barbie fa parte della nostra storia condivisa, ed è semplicemente un'icona culturale.
Primo live action al cinema della bambola più famosa del mondo, il film diventa da subito un evento mediatico senza precedenti. Barbie è uscita nelle sale italiane giovedì 20 luglio, con un un giorno di anticipo rispetto agli Stati Uniti e la sua “Life in plastic, it’s fantastic,” è già un successo al botteghino. Perché? Perché Berbie può essere tutto e il contrario di tutto.
In fondo vivere a Barbie Land significa essere perfetti in un luogo perfetto. A meno che tu non stia attraversando una crisi esistenziale. Oppure tu sia un Ken.
‘Barbie’, diretto da Greta Gerwig che ha curato la sceneggiatura del film insieme al candidato all’Oscar Noah Baumbach, rappresenta sia uno stereotipo plasmato dagli uomini che un’emblematica indipendenza ed emancipazione; il simbolo del consumismo più sfrenato, e lo stimolo più tenero dell’immaginazione infantile. La Mattel si presta a questo gioco sottile in cui viene volutamente criticato il mondo maschilista e misogino dei fondatori della bambola più criticata dell’ultimo secolo.
Barbie è conosciuta e amata da oltre 60 anni, è famosissima, eppure ha una storia da raccontare, in un modo nuovo e inaspettato. Margot Robbie oltre ad interpretare Barbie è anche produttrice del film, è la Barbie stereotipata della Mattel, come dice nel film: 'Sono la Barbie a cui tutti pensano quando si pensa a Barbie'. E quando si pensa alla donna bionda più bella, allegra e amichevole che si sia mai vista, quella è Margot. Ryan Gosling. è Ken e ha tutte le carte in regola per questo ruolo: è un brillante attore drammatico, fa scelte incredibili, sa recitare in film romantici così come nelle commedie.
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A Barbie Land non c’è posto per le leggi di Newton: non c'è il vento, non c'è il sole, né gravità e né acqua. A Barbie Land tutte le Barbie hanno una macchina, una casa e un Ken: questo è il bello di questo mondo. È un po' il rovescio della medaglia del mondo reale, in cui generalmente sono gli uomini a comandare. A Barbie Land è l'opposto: sono le donne - le Barbie - a gestire tutto.
Tutte le Barbie possiedono la propria Casa dei Sogni, e quando si svegliano al mattino possono salutarsi con la mano e vedersi così come sono, a nudo, perché non ci sono muri… senza imbarazzo. È come il giardino dell'Eden prima che sentissero il bisogno di vestirsi. È così che ci si sveglia a Barbie Land, anche se in aggiunta ci sono i vestiti, sono super favolosi. A Barbie Land ogni giorno è un giorno perfetto, e Barbie, la bambola, è la rappresentazione di un ideale. I Ken sono soltanto dei Ken. Se ne vanno semplicemente in giro, e gran parte della loro identità deriva dall’essere in grado di conquistare lo sguardo delle Barbie, quindi diventano iper-competitivi su cose davvero stupide. Ma un giorno, tutto cambia: Barbie viene colta all'improvviso da pensieri di morte e i suoi piedi hanno smesso di stare naturalmente sulle punte: ora sono piatti e, nell’ottica di chi vive a Barbie Land, orribili. La bambola allora cerca risposte da Barbie Stramba, che ha vissuto un passato traumatico che l’ha costretta a stare sempre in spaccata. Così Barbie intraprende un viaggio di consapevolezza nel mondo reale, fino a Los Angeles, per capire le ragioni del cambiamento. Un cammino che dovrebbe affrontare da sola ma che invece è costretta a intraprendere con Ken. Il concept del film è che le Barbie hanno una vera identità, hanno un lavoro che le rappresenta mentre i Ken sono degli accessori. Ognuna di noi può essere Barbie e Barbie può essere tutte le donne del mondo. Per anni si è pensato che rappresentasse lo stereotipo della donna perfetta ed impossibile da replicare ma nel film emergono tanti tipi di Barbie non solo quelle bionde e bellissime come Margot, ma anche quelle incinta, curvy, sulla sedia a rotelle, quelle “strambe” e quelle con difetti di fabbrica… perché Barbie è tutto e qualsiasi cosa; non c'è niente che non possa fare e non c'è nessuno che non possa essere.
Barbie scoprirà un mondo governato da uomini arroganti e dispotici, come i fondatori e Ceo della Mattel, ma nonostante questo preferisce abbracciare l’imperfezione del mondo reale e di sé stessa che rimanere una Barbie con il suo Ken.
Diretto da Greta Gerwig con Margot Robbie e Ryan Gosling,
punta di diamante dei titoli più importanti dell’anno
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