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lunedì, 17 aprile 2023 09:45 |
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Dal nostro inviato
Francesca Bianchi
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FtNews ha intervistato la docente e scrittrice Francesca Sensini, autrice del libro La trama di Elena (Ponte alle Grazie, 2023), un romanzo in cui Elena di Sparta racconta la sua storia attraverso una narrazione in prima persona. Nel libro la Sensini ha ripercorso la storia della ricezione, letteraria e non, di Elena. Nel corso della nostra intervista la scrittrice ha parlato dell'importanza che Elena ha avuto per Omero, la fonte principale a cui ha attinto per la stesura di questo lavoro. Ha sottolineato che la proverbiale bellezza dell'eroina non rientra in canoni estetici definiti, ma sta nel gesto, nella parola, nella sua capacità di stare nel mondo in un modo che la rende unica ed eccezionale. Francesca Sensini ha affermato che Elena porta con sé delle tracce di un mondo più antico di quello di Omero, un mondo strettamente collegato a un pantheon femminile preindoeuropeo.
Ne La trama di Elenaun ruolo di primaria importanza è esercitato dal mito, un racconto eterno che non ha alcuna finalità didascalica, ma desidera soltanto meravigliare. Ed è proprio questo messaggio che la scrittrice si augura possa arrivare ai lettori: l'invito a coltivare il tempo del racconto e della meraviglia intorno al fuoco.
Prof.ssa Sensini, come e con quali finalità è nato il romanzo La trama di Elena? Quando è nato il suo interesse per la figura di Elena?
Il mio interesse per Elena è antico; ad un certo punto ho sentito che era giunto il momento di mettere nero su bianco una storia che era maturata nel tempo attraverso le mie numerose letture: letture di testi di epoche diverse, non solo testi classici, ma anche le riprese del personaggio in epoca moderna. Ho deciso di scrivere di Elena perché, nonostante la grande serie di riprese e riscritture del personaggio, mi sono accorta che Elena era sempre prigioniera degli opposti: colpevole o innocente, buona o cattiva, e via dicendo. Mi dispiaceva che un personaggio così ricco fosse ridotto a questo campo ristretto di opposti. Mi piaceva l'idea di restituire al personaggio la sua dimensione mitica originaria, pur facendolo vivere attraverso i suoi tremila anni di storia.
Girano molte voci sul mio conto. Per alcuni sono la peggiore delle donne, causa di sventure senza numero, altri mi protestano innocente e pura, magnifica preda degli uomini, utile pedina nelle mani degli Olimpi. C’è poi chi lascia intendere che non la racconti giusta e che io sia, in realtà, una dea. E allora a cosa credere? Dove sta la verità? Queste sono le parole che Elena dice di sé ne La trama di Elena, una biografia narrata in prima persona. Chi è davvero Elena, la donna simbolo della bellezza? Come mai ha scelto di farla parlare in prima persona?
Ho scelto di farla parlare in prima persona perché, nel mio percorso di letture e studi attraverso il tempo e lo spazio, a un certo punto mi è sembrato di essermi sintonizzata sulla frequenza giusta e aver trovato una voce che potesse parlare direttamente, quindi non in terza persona, ma nella prima dell'autobiografia. Elena è un personaggio a metà tra mondo umano e mondo divino, con tutta la ricchezza delle due dimensioni: è un personaggio ponte tra due mondi che comunicano e si contaminano continuamente. Ha prerogative sia divine che umane e in tal senso mette in gioco sia la potenza delle divinità che le contraddizioni e le fragilità degli esseri umani. Questa doppia natura mi ha sempre affascinato. Elena è essenzialmente una donna-dea e una dea-donna che cerca di avere una posizione rispetto a queste sue prerogative. Nel mio libro ho cercato di rendere particolarmente evidente questo aspetto.
Nel romanzo ha ripercorso la storia della ricezione, letteraria e non, di Elena. Come si è rapportata ad Omero e cosa rappresenta Elena per Omero?
Omero è stato l'origine di tutto. Come scrisse Victor Hugo, "il mondo nasce, Omero canta". Omero è colui che per primo ha rappresentato Elena. Il rapporto con lui è stato per me essenziale e ricco di spunti. Quando Elena compare sulla scena per la prima volta, è una sorta di alter ego di Omero e sta tessendo le storie della guerra di Troia. Da questo particolare è nato il titolo La trama di Elena. È come se Elena fosse una sorta di portavoce di Omero. In Omero Elena è proprio una figura della voce, della parola che meraviglia, incanta e persuade. In Omero c'è già tutta la ricchezza del personaggio che poi si ritrova in molte fonti di epoca successiva.
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Cosa sappiamo del racconto della vita di Elena a Sparta dopo la fine della guerra di Troia?
Tutto quello che sappiamo lo sappiamo dall'Odissea. Dopo la guerra di Troia Elena torna a Sparta, dove vive insieme a Menelao. Telemaco li trova insieme nella reggia di Sparta. Elena e Menelao hanno sofferto molto, ma resistono anche aldilà della morte fisica: rappresentano una coppia di innamorati eterni. Elena è una donna che sa essere felice anche nelle sventure.
Quale valenza assume il rapimento nella storia di Elena?
Nel libro cerco di spiegare che l'aspetto del rapimento rimanda a un momento rituale, a dei culti matrimoniali, per cui la ragazza veniva metaforicamente rapita dal futuro marito, strappata dalla casa dei genitori e portata in una nuova casa, quella dello sposo. Ho riportato il rapimento anche al suo contesto cultuale. Il rapimento di Elena è un momento rituale in cui si celebra l'inizio di una fase nuova nella vita del personaggio.
Lei ha affermato che Elena porta con sé delle tracce di un mondo più antico di quello di Omero. Cosa intende?
Come dicevo prima, in Elena convivono l'umanità e la divinità. Il mito insegna a non accontentarci di una sola storia, ma a rimanere sempre aperti con la fantasia. Nella doppia natura di Elena, soprattutto in quella divina, risalendo la corrente del mito si può arrivare a stabilire dei collegamenti tra il personaggio di Elena e certe divinità locali, per esempio nella regione della Laconia, ma anche nell'isola di Rodi, dove troviamo una Elena Dendritis, Elena "dell'albero", che è una divinità legata all'impiccagione rituale. Le tracce archeologiche - Elena è un personaggio presente anche nell'archeologia, in particolare della Laconia - permettono di capire che Elena fa riferimento a divinità femminili appartenenti a un pantheon a trazione femminile, che non è quello che si stabilizzò con l'arrivo delle popolazioni cosiddette indoeuropee dal centro dell'Asia. La stessa storia fra Elena e Paride rimanda a quelle ierogamie tra una divinità femminile e un pastore; in questo caso risaliamo al mito mesopotamico della dea Inanna/Ishtar e del dio Dumuzi/Tammuz. Elena è la Ishtar greca.
Qual è il messaggio più importante che Elena affida alle donne di oggi? Quale messaggio si augura possa arrivare ai lettori del romanzo La trama di Elena?
Elena è stata sempre la più bella e purtroppo è stata ridotta alla sua bellezza. Io ho cercato di far capire che la bellezza di Elena non sta in canoni estetici determinati, ma sta nel gesto, nella parola, nella sua capacità di stare nel mondo in un modo che la rende unica ed eccezionale. Ho cercato di allontanare Elena dalla bellezza ridotta a pura forma fisica: questo potrebbe essere un insegnamento, in particolare per le giovani donne. Il messaggio che mi auguro arrivi ai lettori è quello del racconto puro che non vuole insegnare nulla. Il mito, infatti, è il racconto che si ripete per il gusto di essere raccontato, non vuole veicolare alcun insegnamento, ma vuole meravigliare: attraverso il piacere della meraviglia, ci insegna a prendere il tempo per ascoltare i racconti, per tornare a raccontare. Il tempo del racconto è un tempo di pace, di quiete intorno a un focolare ideale. Ogni tanto è bene prendersi quel tempo. La storia di Elena e ogni mito ci insegnano a coltivare il tempo del racconto e della meraviglia intorno al fuoco.
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