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Fabrizio Federici
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Il malcontento per una serie di governi che, dal 2011 almeno sino alle elezioni del 2018, sono stati tutti imposti, mai nati come frutto d’una legittimazione popolare.
Più in generale, per lo snaturamento del nostro sistema istituzionale, con l’ “autunno del Parlamento”, e la sospensione, in pratica, di varie libertà costituzionali attuata, specie durante il lockdown del 2020, dal primo governo Conte con semplici Decreti del Presidente del Consiglio. I tanti, gravi interrogativi che, senza scendere nel qualunquismo e nel complottismo da quattro soldi, alcune scelte governative nella lotta alla pandemia hanno acceso, in molti cittadini. La “finanziarizzazione” della nostra economia, in corso da decenni, a scapito di quella veramente produttiva, colpita in ultimo dalla “mazzata” del Covid; la progressiva perdita di forza dello stesso Governo nazionale, a vantaggio dei centri di potere esoterico-finanziario sovranazionali (fenomeni, questi, comuni peraltro anche a tanti altri Paesi industrializzati). Ecco le voci principali del “cahier de doleance” che, in un importante hotel di Pomezia, hanno sbandierato, ad alta voce, quasi 500 cittadini di tutto il Paese, riunitisi per lanciare il nuovo soggetto politico “Forza del popolo”.
L’ennesimo partito, direte voi lettori, nauseati dal degrado italiano ma anche dalla mancanza di nuovi soggetti realmente capaci d’arrestarlo. Più che comprensibile. Eppure, pur nell’ovvia impossibilità di esprimere giudizi approfonditi su un soggetto politico nato da poco (Forza del Popolo, sorto ufficialmente come partito ad agosto del ‘21, è già presente in tutti i capoluoghi italiani, strutturato in Confederazione Nazionale di sette Federazioni Interregionali, e ha tenuto già due Congressi nazionali, di cui l’ultimo a Roma a ottobre scorso ), a Pomezia colpiva la voglia di partecipare di tanta gente (imprenditori, lavoratori dipendenti, professionisti, artigiani, commercianti, operai, intellettuali), tra cui molti giovani: tutti risoluti a non voler essere più semplici comparse della vita civile, e, in primo luogo, a cercar di pensare anzitutto con la propria testa.
"Capisaldi del partito –sottolinea il suo programma nazionale, visibile sul sito www.forzadelpopolo.org e su Facebook - sono la riaffermazione del primato della coscienza personale, della sovranità popolare e della sovranità monetaria, il federalismo nazionale e l’autonomia dei Comuni, la concezione universalistica dei diritti dell’Uomo e il diritto di autodeterminazione dei popoli”. Col contributo di tutte “le persone di buona volontà che vogliono accendere in Italia il fuoco di una Politica diversa”, trasformare il potere dello Stato in servizio per il cittadino: avviando anche da noi una “rivoluzione gentile”. Certo non siamo nella Cecoslovacchia del 1989, con un potere totalitario ormai prossimo al crollo e nuove forze pronte in tutto a sostituirlo (anche se non mancherebbero parziali analogie…): qualsiasi lotta per il cambiamento – han ricordato gli oratori alternatisi sul palco – sarà lunga e dura. Però Forza del Popolo vuol fare un’opposizione costruttiva (a Roma, ad esempio, questo movimento ha trasmesso al Campidoglio una proposta operativa per la gestione dei rifiuti solidi urbani nell’area metropolitana della Capitale alternativa alla prevista realizzazione a Santa Palomba, presso Pomezia, del nuovo impianto termovalorizzatore da 600mila tonnellate annue,). E partecipare a tutte le elezioni nazionali e locali, politiche come amministrative.
Nessuna fiducia, invece, ripone questo partito nell’Unione Europea. Che accusa di essersi trasformato, da organismo concretizzatore, nei primi anni ’50, di nobili sogni democratici e federalisti sovranazionali sorti, in gran parte della Resistenza europea, durante la Seconda guerra mondiale in organismo burocratico e quasi parassitario, lontano dalla vita quotidiana della gente e livellatore dell’autonomia dei singoli Stati, all’insegna d’una filosofia mondialista e iperliberista. Se troviamo esagerata l’accusa, avendo l’integrazione europea – pur coi sui limiti e ambiguità - contribuito in modo essenziale a mantenere, almeno sino al crollo dei Muri e agli anni ’90, la pace in Europa, dopo due enormi tragedie belliche, oggi alcuni traguardi mancati della “lunga marcia” iniziata con la conferenza di ministri degli Esteri a Messina nel ’55 sono evidenti. Per avviare un vero “New Deal” europeo, Forza del popolo propone anzitutto, attenuando fortemente il dettato dell’articolo 11 della Costituzione sul terreno delle “limitazioni di sovranità”, il ritorno dell’Italia e dei suoi partner nella UE a una piena sovranità in campo monetario, fiscale, energetico, sanitario.
Questo nuovo incontro di Forza del Popolo s’è chiuso con la conferma di Ornella Mariani Forni, scrittrice e storica, come Presidente: che ha evidenziato, tra l’altro, l’indispensabilità, per gli italiani del Duemila, di riflettere a fondo su luci e ombre del processo di unificazione e maturazione nazionale iniziato nel 1861, sino ai drammi di fascismo, guerra civile 1943- '45, terrorismo e stragi, Tangentopoli. Lillo Massimiliano Musso, avvocato, scrittore e giornalista, ancora in tema di vaccini antiCovid ha ricordato la Convenzione sui diritti umani e la biomedicina di Oviedo del 1997 (mai ratificata dall’Italia), che vieta qualsiasi tipo di sperimentazione senza esplicito consenso da parte dell’interessato. Il lucchese Andrea Colombini, direttore d’orchestra, intellettuale e scrittore, uno dei tre biografi esistenti di Herbert Von Karajan, e Giuseppe Paolone, imprenditore nel campo della bioedilizia e del dissesto idrogeologico.
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