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martedì, 24 maggio 2022 10:27 |
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Il Quartetto Cetra con Lucia (Archivio Cusano)
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Dal nostro inviato
Francesca Bianchi
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FtNews ha intervistato l'avv. Virginio Palazzo, autore del libro Felice Chiusano del Quartetto Cetra, con introduzione di Carlo Alberoni. Il 28 marzo scorso Chiusano avrebbe compiuto 100 anni e la "sua" Fondi (LT) ha celebrato la ricorrenza con l'evento I 100 anni di Felice Chiusano, organizzato dall’Associazione “Confronto”, con il supporto e la collaborazione dell’Associazione “Giuseppe De Santis” e il patrocinio del Comune di Fondi, della Banca Popolare di Fondi, del Sistema Bibliotecario del Sud Pontino e del Parco Naturale dei Monti Ausoni e Lago di Fondi.
Nel libro Palazzo ha ripercorso le tappe più importanti della carriera del Quartetto Cetra, indimenticato e indimenticabile gruppo musicale italiano formato da Felice Chiusano, Giovanni "Tata" Giacobetti – del quale il prossimo 24 giugno ricorre il centesimo anniversario della nascita - e dai coniugi Lucia Mannucci e Virgilio Savona. Palazzo ha spiegato ai nostri lettori i motivi del successo senza tempo dei Cetra, capaci di usare l’ironia, con naturale leggerezza, senza la volgarità e la cattiveria che regnano nella realtà odierna. Virginio Palazzo ha parlato anche dei progetti a cui sta lavorando insieme ai figli di Felice, Tata, Lucia e Virgilio, primo fra tutti la nascita di una Fondazione dedicata al Quartetto Cetra, per tenere viva la loro memoria e far conoscere sempre di più coloro che hanno rappresentato la storia della canzone, della musica, dello spettacolo e della televisione italiana della seconda metà del ‘900.
Avvocato Palazzo, come è nata l'idea di pubblicare un libro dedicato a Felice Chiusano?
Il 28 marzo di quest'anno Felice Chiusano avrebbe compiuto cento anni. Ho deciso di dedicargli questo piccolo libro, attingendo ai ricordi dei suoi racconti. Felice era lo zio di mia moglie, per cui ho avuto la fortuna di conoscerlo e frequentarlo per vent'anni. Sul Quartetto Cetra, a parte il prezioso volume di Virgilio Savona, manca una pubblicazione direi scientifica ponderosa che analizzi tutto quello che hanno fatto nel corso della loro carriera. Nel mio libro, allora, ho deciso di ripercorrere brevemente anche la storia del Quartetto. Con Carlo, Fabio e Giorgia, figli rispettivamente di Lucia e Virgilio, di Felice, di Tata, progettiamo di costituire una fondazione che possa poi realizzare un museo nel quale esporre i documenti della loro carriera, avendo a disposizione una enorme mole di materiale, a cominciare da un archivio immenso, l'Archivio Savona Mannucci - Quartetto Cetra, che Carlo Savona custodisce nella sua casa di Casole d'Elsa, in Toscana. Dopo la morte dei genitori, infatti, Carlo ha cominciato a raccogliere tutto ciò che riguardava il gruppo. Abbiamo, poi, un patrimonio enorme che la Rai ha pubblicato e conservato negli archivi.
Ripercorra rapidamente la storia del Quartetto... All'inizio chi erano i componenti del gruppo? Quando avvenne il debutto della formazione definitiva del Quartetto Cetra?
Nel mese di settembre del 1947, al Teatro delle Arti di Roma, debuttò la formazione definitiva dei Cetra, quella destinata a segnare la storia della musica, del'intrattenimento e del costume nazionali per quarantuno anni, fino alla morte di Tata, avvenuta il 2 dicembre 1988. Originariamente il Quartetto era composto da Enrico De Angelis, Giovanni “Tata” Giacobetti, Iacopo Jacomelli ed Enrico Gentile (il Quartetto Egie, dalle iniziali dei loro nomi di battesimo). Nel 1941 Savona subentrò a Jacomelli nel quartetto. Fu proprio Savona a proporre il nome "Cetra". Nel 1942 Felice Chiusano sostituì Gentile. Dobbiamo attendere il 1947 per arrivare alla formazione definitiva, con l'ingresso nel gruppo di Lucia, moglie di Virgilio, in sostituzione di Enrico de Angelis, che preferì abbandonare il gruppo per completare gli studi e convolare a nozze con la fidanzata. Nacque, così, il primo quartetto misto d’Europa. La presenza di una donna rappresentò una novità assoluta nel campo mondiale dei gruppi vocali. Con l'ingresso di Lucia hanno dovuto rimodulare tutte le varie armonie.
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La prima formazione (Archivio Cusano)
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In quale occasione si conobbero i componenti del gruppo?
Si incontrarono alle audizioni che venivano organizzate dalla radio nazionale, all'epoca E.I.A.R., per partecipare agli spettacoli radiofonici. La prima volta vennero scartati tutti, ma tre mesi dopo furono ammessi. Tutti e quattro erano appassionati di musica. Il loro rapporto si è sviluppato nel tempo in maniera del tutto naturale.
Come vissero gli anni del secondo conflitto mondiale?
Non hanno fatto la guerra, non sono andati al fronte. Hanno lavorato, ma venivano anche sfruttati. Li invitavano a partecipare agli spettacoli leggeri per le truppe, ma facevano anche altro. A Milano vennero chiamati per spettacoli dell'EIAR, tra cui alcuni di sapore propagandistico, che loro, però, rifiutarono con varie scuse. La ragione del rifiuto era sempre politica: non volevano assolutamente essere inseriti in trasmissioni di propaganda.
uando iniziò il capitolo più importante della loro carriera?
Sicuramente con la nascita della televisione arrivò la loro consacrazione. Il 1954 fu l'anno di inizio della messa in onda; già nel 1953 iniziarono a partecipare alle trasmissioni sperimentali. Furono i protagonisti delle quattro puntate di In quattro si viaggia meglio e del programma Jazz il bandito. Parteciparono ai programmi Carlo in doppiopetto, Poltronissima, Il Musichiere, primo grande successo scritto da Pietro Garinei e Sandro Giovannini e diretto da Antonello Falqui, il più grande regista televisivo italiano; parteciparono a Canzonissima; furono tra i protagonisti di Buone Vacanze, sempre con Falqui, sotto la cui direzione nel 1961 partecipano al Giardino d'inverno. Sempre nel 1961 debuttarono nella trasmissione Studio Uno, ma il successo più grande e universale lo ottennero nella successiva edizione del programma, intitolato Biblioteca di Studio Uno. Erano dotati di grande ironia, di una comicità leggera, mai pesante; loro lasciavano sempre un segno di leggerezza e questo li ha fatti amare da tutti. Ognuno con il suo carattere si integrava perfettamente nel gruppo e trovava il motivo per far sì che il gruppo non si sgretolasse. Quando la tv chiuse loro la porta in faccia, dicendo che ormai erano superati, loro continuarono a fare successo su Antenna Tre e alla tv svizzera; non si sono mai fermati.
Che ricordo conserva di Felice Chiusano? Che rapporto aveva con Fondi?
Ho conosciuto Felice nel 1971, quando ero fidanzato con mia moglie e ho iniziato a frequentare la sua famiglia. La frequentazione più intensa, poi, è stata a Teglio, in Valtellina, dove l'estate andavamo in vacanza. La sera mi raccontava le sue storie; facevamo lunghissime chiacchierate. Felice si è fatto da solo, costruendosi il successo gradualmente, ma è sempre rimasto umile. Pur essendo stato lontano da ragazzo, vivendo a Milano, tornava con piacere a Fondi ogni volta che poteva; veniva a trovare la madre, il fratello (padre di mia moglie), la sorella, incontrava la gente e parlava il dialetto. Lui ricordava la sua infanzia lì; Fondi era sempre nel suo cuore e nei suoi pensieri. Fondi e Teglio sono stati i due punti di riferimento della sua vita. Nel corso della mia vita ho conosciuto tante persone, ma Felice Chiusano, insieme a Giuseppe De Santis, uno dei padri fondatori del neorealismo cinematografico, sono coloro che mi hanno dato di più dal punto di vista culturale e umano.
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Chiusano solista (Archivio Cusano)
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Cosa significa, oggi, parlare del Quartetto Cetra?
Parlare del Quartetto Cetra significa ricordare una stagione molto lunga che ha attraversato varie epoche, vari momenti della storia d'Italia. La storia del Quartetto Cetra, infatti, inizia negli anni '40 e finisce negli anni '90: sono stati testimoni della guerra, del dopoguerra, del boom, della ripresa, della rinascita. Loro hanno anticipato i costumi, sono stati antesignani di alcune mode. In un'epoca in cui nessuno andava in tournée, loro nel 1954 andarono in tournée in Argentina, nel 1958 a Cuba e in Venezuela, passando per gli Stati Uniti. Parlare dei Cetra significa ammirare la loro bravura, la straordinaria musicalità; significa anche apprezzare il talento per lo spettacolo, di cui sono stati protagonisti, le partecipazioni al cinema e soprattutto alla tv, fino ad arrivare al teatro. Sono stati i cantanti di giovani e anziani, ma anche dei bambini. La famosissima Nella vecchia fattoria venne inserita nel primo disco dedicato ai bambini, cui fecero seguito doppiaggi musicali per Walt Disney e album su fiabe di Gianni Rodari. Si ispiravano ai gruppi vocali americani e sono riusciti a rendere italiano, ma non provinciale, il patrimonio dei gruppi vocali americani. Hanno fatto diventare universale la musica italiana. Hanno segnato la storia della musica, dell'intrattenimento e del costume dell'Italia. Tenere viva la loro memoria significa onorare parte della cultura italiana del '900.
Come si spiega il successo straordinario del Quartetto Cetra?
Innanzitutto con la modernità del loro stile, che è immediato. Erano empatici. Non si prendevano mai sul serio; prendevano in giro in maniera bonaria, senza cattiveria. Ancora ai nostri giorni, secondo me, tanti si ispirano a loro. Sono sempre più attuali e moderni rispetto a quello che c'è oggi.
Hanno scritto una pagina importante della storia della musica e dello spettacolo. La loro fama ha superato ogni epoca e ogni confine, se è vero che ancora oggi le loro innumerevoli esibizioni vengono riproposte in televisione, se artisti contemporanei, italiani e stranieri, si cimentano coi loro successi, se studiosi della musica e del costume continuano a rileggere la loro straordinaria storia.
A quali appuntamenti state lavorando per ricordare il Quartetto? Qual è il vostro obiettivo?
Il prossimo 22 giugno, al Conservatorio di Musica "Santa Cecilia" di Roma, si terrà una serata evento in onore di Tata Giacobetti e dei Cetra. In quell'occasione sarà annunciata la costituzione del Comitato per la Fondazione Quartetto Cetra. Tutti i parenti dei componenti del Gruppo si stanno impegnando in tal senso. Ricercheremo enti privati e pubblici che sosterranno la Fondazione. In particolare, mi piace sottolineare l’impegno di Giorgia, la più piccola dei figli, che si sta adoperando per l’evento dedicato al padre Tata e per la Fondazione. Questa istituzione avrà un significato forte e vorremmo mettere a disposizione tutto il materiale raccolto. Per i giovani che studiano musica e canto la storia del Quartetto Cetra è un arricchimento, è una base solida da cui partire per formare una personalità artistica. Il Quartetto Cetra è un classico, e i classici sono imprescindibili. La Fondazione-Museo darà alle persone la possibilità di creare più occasioni per conoscere questa esperienza, questo racconto della storia musicale, dello spettacolo e del costume dell'Italia. Per questo motivo l'evento del centenario di Chiusano, che abbiamo organizzato a Fondi nel mese di aprile, ha dato la spinta a non chiudere una parentesi con le celebrazioni del centenario, ma a fare sempre di più. Andremo avanti e ci impegneremo con tutte le nostre forze per far conoscere sempre di più coloro che hanno rappresentato la storia della canzone, della musica, dello spettacolo e della televisione italiana della seconda metà del ‘900.
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