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I reperti assiri di Faida al premio mondiale in memoria di Khaled al-Asaad

lunedì, 08 giugno 2020 07:43

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Il prof. Morandi Bonacossi davanti ai rilievi di Faida (Faida, Rilievo 4, VIII-VII sec. a.C. - foto Alberto Savioli per LoNAP)
Francesca Bianchi
La scoperta archeologica di dieci imponenti rilievi rupestri dell’VIII-VII sec. a.C. - di cui FtNews ha parlato qualche mese fa ( http://www.ftnews.it/articolo.asp?cod=2068 ) - raffiguranti il sovrano e i grandi dei d’Assiria lungo un grande canale d’irrigazione scavato nella roccia, nel sito archeologico di Faida (20 km a sud della città di Duhok e 50 km da Mosul), nel Kurdistan iracheno settentrionale, è stata inserita fra le cinque candidature che concorreranno all’assegnazione della VI edizione dell’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad” 2020. Il premio verrà consegnato il 20 novembre prossimo a Paestum, in occasione della XXIII Borsa Mediterranea del Turismo Archeologico. Questa eccezionale scoperta, avvenuta nei mesi di settembre e ottobre 2019, è l’ultimo risultato delle ricerche della missione archeologica dell’Università di Udine e della Direzione delle Antichità di Duhok, guidata dal prof. Daniele Morandi Bonacossi e dal dottor Hasan Ahmed Qasim nella Mesopotamia del nord, nell’ambito del Kurdish-Italian Faida Archaeological Project. Ricerca, tutela, restauri, valorizzazione, formazione e cooperazione internazionale sono i punti cardine del progetto, che è sostenuto dalle seguenti realtà: Governo Regionale del Kurdistan – Iraq; Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca; Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia; Fondazione Friuli; ArcheoCrowd; Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo.
L’International Archaeological Discovery Award “Khaled al-Asaad”, l'unico premio internazionale di archeologia, è intitolato all’archeologo siriano che nel 2015 ha pagato con la vita la difesa del patrimonio culturale del sito di Palmira. Il premio è assegnato in collaborazione con le testate giornalistiche internazionali media partner della Borsa: Antike Welt (Germania), Archéologia (Francia), as. Archäologie der Schweiz (Svizzera), Current Archaeology (Regno Unito), Dossiers d’Archéologie (Francia), dal 2020 anche British Archaeology (Regno Unito).
Grande soddisfazione per questo importante traguardo è stata espressa da Roberto Pinton, rettore dell’Università degli Studi di Udine, Alessia Rosolen, assessore regionale all’Università, Giuseppe Morandini, presidente della Fondazione Friuli, Francesco Zorgno, presidente di ArcheoCrowd.
FtNews ha raggiunto telefonicamente il prof. Daniele Morandi Bonacossi, direttore della missione archeologica, per una breve intervista. L’inserimento della scoperta dei rilievi assiri di Faida nella rosa delle candidature al premio intitolato a Khaled Al-Asaad – ha dichiarato l'archeologo - è un traguardo molto importante per la nostra scoperta dei rilievi rupestri di Faida, eccezionale risultato di un progetto che va avanti da nove anni insieme ai colleghi e alle autorità del Kurdistan iracheno. Il canale di Faida, alimentato da un sistema di risorgenti carsiche, fu fatto probabilmente scavare dal sovrano assiro Sargon II (721-705 a.C.) alla base di una collina. Oggi il canale è quasi completamente sepolto sotto spessi strati di terra depositati dall’erosione del fianco della collina. Dal canale principale si diramavano canali più piccoli che consentivano di irrigare i campi circostanti e di aumentare la produzione agricola della campagna ubicata nell’entroterra di Ninive, la capitale dell’impero. L'introduzione di questi canali cambiò la dimensione economica della regione, che passò da un'agricoltura cosiddetta seccagna, a bassa produttività, a un'agricoltura irrigua, intensiva, che consentiva una produttività molto elevata. Queste straordinarie opere di ingegneria idraulica si servivano di acquedotti, che furono anche i primi acquedotti, di ben quattro secoli più antichi degli acquedotti romani.
Un dettaglio del rilievo 8, VIII-VII sec. a.C. (foto Alberto Savioli per LoNAP)
Il nostro obiettivo è proseguire i lavori di scavo, già a partire da questa estate, anche se al momento tutto è sospeso a causa dell'emergenza sanitaria. Nel corso delle prossime campagne di scavo porteremo probabilmente alla luce altri rilievi rupestri. Questo complesso di arte rupestre deve essere protetto dagli scavi clandestini e dal vandalismo, che espongono alla minaccia di interventi sconsiderati tale prezioso patrimonio. Il Governo Regionale del Kurdistan iracheno è intenzionato a creare un sistema di sorveglianza. Noi vorremmo recintare la zona e, a conclusione dei lavori di scavo e restauro, vorremmo creare un parco archeologico dei rilievi assiri di Faida, che consentirà di aprire il canale e i suoi bassorilievi al turismo iracheno e internazionale, permettendo così la più vasta diffusione della loro conoscenza e una loro più adeguata protezione.
Ricerca, tutela, restauri, conservazione, valorizzazione, formazione e cooperazione internazionale sono i punti cardine di un progetto sostenuto e reso possibile da alcune realtà che vorrei menzionare e ringraziare per il loro instancabile e generoso supporto: Governo Regionale del Kurdistan – Iraq; Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale; Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca; Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia; Fondazione Friuli, che ci sostiene dal 2005; Agenzia italiana per la Cooperazione allo Sviluppo; ArcheoCrowd, che ha concentrato la sua attività nel reperimento di fondi a sostegno della ricerca archeologica. Senza l'aiuto e l'appoggio costante di queste realtà l'Università di Udine non sarebbe stata in grado di realizzare una scoperta così importante. Sono profondamente convinto che l'Ateneo di Udine, sede del primo dipartimento in Italia dedicato alla storia e alla tutela dei beni culturali, possa e debba competere con le più importanti istituzioni scientifiche internazionali nella protezione e valorizzazione del patrimonio culturale dell’umanità, per questo mi auguro che gli sforzi a sostegno della protezione, conservazione e valorizzazione del patrimonio internazionale si facciano più sentiti, consentendo, quindi, alla ricerca di andare avanti
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