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Sanificata a Roma la storica chiesa della Natività, punto di ritrovo della Comunità congolese

giovedì, 28 maggio 2020 07:39

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Da sinistra: Fabrizio Federici, Mons. Jean-Marie Gervais, Mariia Spiridonova, Cesare Poderosi e Don Silvestro Adesengie
Fabrizio Federici
La chiesa della Natività in piazza Pasquino, in pieno centro storico di Roma a due passi da Piazza Navona, è stata oggetto di un intervento di sanificazione e disinfezione promosso da “Tota Pulchra”, associazione - nata nel 2016 - volta a promuovere il valore sociale dell'arte e a scoprire talenti emergenti.
L’edificio, risalente alla fine del Seicento (1692), e associato, all’epoca, all’Arciconfraternita della Compagnia della Natività (gli Agonizzanti), sodalizio istituito nel 1616 i cui adepti pregavano appunto per gli agonizzanti, e i condannati a morte, ospita, dal 1994, la Comunità cattolica congolese di Roma (forte di 1200 persone circa), una delle ben 44 comunità etniche presenti nella diocesi dell’Urbe.
Una teca della chiesa custodisce tuttora quelle che, secondo alcune fonti antiche, sarebbero addirittura alcune delle fasce che avrebbero avvolto Gesù appena nato.
A Dicembre scorso, qui è stata celebrata la Messa cattolica col. rito zairese, per il 25mo anniversario della fondazione della cappellania e, soprattutto, l’apertura dell’Anno giubilare dei cattolici del Congo Kinshasa (l’ex-Zaire). Un Paese che sta lentamente, faticosamente riprendendosi da 60 anni di guerre civili e ingerenze delle superpotenze: attratte, sin dallo storico 1960 dell'indipendenza di tante nazioni africane, dalle ingenti ricchezze minerarie di questo Paese. Ma il fenomeno era iniziato anche prima, addirittura dal 1940: con la disfatta franco-belga di fronte ai nazisti e la temporanea caduta del Congo nell'orbita dei nuovi governi collaborazionisti di Parigi e Bruxelles, vassalli della Germania e dell'allora alleata Italia (la FIAT, in particolare, ebbe, all'epoca, cospicui interessi in Congo).
“La sanificazione della nostra chiesa – precisa Don Silvestro Adesengie, cappellano della Comunità - è stata fatta a cura appunto di Tota Pulchra: di cui ringrazio calorosamente il Presidente, Mons. Jean-Marie Gervais, che in più occasioni ha sostenuto la nostra Comunità. E ringrazio di cuore i restauratori qualificati. Cesare Poderosi e Mariia Spiridonova, che col loro minuzioso lavoro ci han reso possibile, dopo più di 2 mesi di chiusura, riaprire il tempio e riprendere a celebrare la Messa, Domenica 24 maggio, in pieno rispetto delle norme di legge sulla sicurezza .dei fedeli. A loro va tutta la nostra gratitudine, per un intervento, svolto gratuitamente, che, per tutta la città, segna una tappa importante nella fuoriuscita da questa pandemia: senza dimenticare il Vicariato di Roma, che pure ci ha promesso sostegno con l’invio di materiale per la sanificazione”.
Ma, situazione sanitaria dell’Urbe permettendo, come riprenderanno le celebrazioni del Giubileo dei cattolici congolesi? “Anzitutto - aggiunge Don Adesengie – è in programma, Domenica 21 giugno, la visita in chiesa del Cardinale Angelo de Donatis,Vicario generale del Papa per la Diocesi di Roma; sono poi in programma altre iniziative, sino alla conclusione, il 1 Dicembre, del Giubileo, con la festa della Beata Maria Clementina Anuarite Nengapeta (1939-1964, religiosa congolese della Congregazione delle Suore della Sacra Famiglia di Wamba, beatificata da Giovanni Paolo II nel 1985).
Cesare Poderosi, restauratore specializzato in beni culturali, con diploma nazionale, accreditato al MIBACT e iscritto all'albo nazionale del settore, spiega i dettagli dell'intervento di sanificazione compiuto. "Premesso che, come più volte ribadito dal ministero della Salute,. il coronavirus sulle superfici inanimate resta attivo al massimo 9 giorni, abbiamo agito rispettando rigorosamente le "Linee-guida" fissate recentemente dall'Istituto Centrale per il Restauro e la Conservazione del Patrimonio Archivistico e Librario (ICRCPAL), diffuse dal MIBACT con la Circolare del 23 aprile scorso e ribadite, ultimamente, anche dall'autorevole Opificio delle Pietre Dure di Firenze. I prodotti comunemente usati per la sanificazione di ambienti come negozi e uffici non vanno bene quando bisogna trattare manufatti d'interesse storico-artistico come superfici in marmo o in legno (e, a maggior ragione, affreschi o altri dipinti), causa i vapori di cloro, troppo ossidanti, che sprigionano. Per sanificare la chiesa della Natività, allora, come consigliato dal ministero abbiamo usato soprattutto alcool denaturato. Dopo la sanificazione", conclude Poderosi, “è essenziale mantenere sempre il più possibile pulito il tempio; mentre - come ricordato ultimamente anche dal Vicariato di Roma - dopo ogni funzione è indispensabile pulire e disinfettare tutto quel che si è usato (paramenti, arredi liturgici, ecc...).
La battaglia contro il corona virus prosegue: sarebbe auspicabile anche organizzare, nelle scuole, regolari corsi di educazione civica sanitaria, per informare gli studenti di ogni livello anche sulle tecniche di sanificazione nella vita quotidiana. "Tota Pulchra sta facendo la sua parte", sottolinea il Presidente, Mons. Gervais: “e nella contentezza per questo adeguato intervento compiuto alla Natività, auspico la piena ripresa delle iniziative giubilari della Comunità congolese, e un sempre maggior sviluppo delle nostre iniziative comuni: in quello spirito fraterno dimostrato, sempre qui alla Natività, a Dicembre scorso".
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