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venerdì, 10 gennaio 2020 07:41 |
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Da sinistra: Annamaria Guarnieri e Giulia Lazzarini
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Fabrizio Federici
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Arsenico e vecchi merletti, da alcuni critici ritenuta la commedia forse più divertente di tutta la storia del teatro, è in scena al "Quirino", per la regìa di Geppy Gleijeses (Direttore del teatro stesso) sino al 19 gennaio.
Scritta nel 1939 dal commediografo americano Joseph Kesselring (1902-1967, nessuna parentela con l'omonimo feldmaresciallo nazista, padrone dell'Italia occupata del '43-'45), rimasta per anni sulle scene negli USA e in Gran Bretagna, portata anche sullo schermo da Franx Capra nel 1944 (con interpreti come Cary Grant, Boris Karloff, e il più volte comprimario di Bogart Peter Lorre), è in sostanza una "dark comedy" con toni anche da giallo rosa. Ma, pur rientrando pienamente nella storica tradizione anglosassone, soprattutto britannica, delle storie ad ambientazione "gothic" e noir, manovra al tempo stesso i registri del comico in perfetto stile da commedia degli equivoci alla Feydeau.
Quest'adattamento della Gitiesse Artisti Riuniti, sulla base della traduzione di Masolino D'Amico, per la regìa dello stesso Gleijeses, si ricollega, per vari aspetti (scena, costumi, luci) alla regìa curata dal grande Mario Monicelli (di cui ricorre, quest'anno, il decimo anniversario della morte) nel 1992. .Fondamentale è la presenza in scena di due nomi storici del teatro italiano: Annamaria Guarnieir e Giulia Lazzarini, nelle parti delle due anziane sorelle, Marta ed Abby Brewster: due Sorelle Materassi dell'horror, diremmo, che nella loro casa newyorchese si divertono ad uccidere col veleno gli anziani, rimasti soli, che cercano da loro stanze in affitto.
Come nel testo di Palazzeschi, le due hanno un nipote prediletto, Mortimer (un bravissimo Paolo Romano) . giornalista specializzato in critica teatrale, che la sera della narrazione dovrebbe andare proprio a seguire uno spettacolo per il suo giornale, con la fidanzata (torna, qui, anche la situazione shakespeariana del "teatro nel teatro"). I tentativi di Mortimer di ricostruire la serie di delitti compiuta dalle zie e redimerle sono completamente sconvolti, però, dall'arrivo del fratello, più grande, Jonathan (LuigiRabota): criminale ricercato, che, insieme al falso medico Einnstein (Tarcisio Branca), suo complice, vagheggia l'improbabile progetto di aprire, nella stessa casa, uno studio di chirurgia estetica.
La girandola di intrighi, equivoci, contrattempi che ne segue (chi già conosce il film del '44 si divertirà ancora di più) è davvero esilarante. Il lieto fine è comunque assicurato, almeno per Mortimer: che, con un colpo di scena "plautino-molierano", scoprirà. con suo grande sollievo, di essere figlio illegittimo, un Brewster solo adottivo.
Bravi anche tutti gli altri interpreti. Costumi e musiche sono, come nell'edizione monicelliana del 1992 (con qualche modifica), rispettivamente di Chiara Donato e Matteo D'Amico,
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