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sabato, 19 gennaio 2019 11:59 |
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Francesca Bianchi
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FtNews
ha intervistato Vanni De Simone, scrittore, traduttore, regista radiofonico, nonché uno dei fondatori della casa editrice elemento115. De Simone ha tradotto in italiano Il Turbine Umano di King Camp Gillette, inventore dell’omonimo rasoio e creatore della futura multinazionale della Gillette. Nel corso della nostra conversazione, il traduttore presenta questo testo come l'elaborazione teorica di una proposta economica e urbanistica assolutamente alternativa al capitalismo. Afferma che il libro, di impronta utopistico-socialista, nato all’interno del dibattito sulle prospettive politiche degli Stati Uniti della fine del XIX secolo, è un’opera insolita e spiazzante, soprattutto per la storia imprenditoriale e la personalità dell’autore, che si può dire visse in una sorta di doppio universo (socialismo utopistico e capitalismo), risultando una figura estremamente affascinante e contraddittoria. Il Turbine Umano fu la prima delle pubblicazioni di taglio utopistico di King Camp Gillette, ma è certamente quella più riuscita, sia per l’originalità della visione politica che per la grande creatività dell’autore, il quale si cimenta nei più svariati campi, dall’economia all’urbanistica, nel tentativo di rendere reale quello che restò solo il miraggio di un grande sognatore, nonché concreto imprenditore.
King Camp Gillette, inventore dell'omonimo rasoio e creatore della multinazionale della Gillette, scrisse Il turbine umano, un testo a metà tra il saggio politico-urbanistico e la digressione poetica, che Lei ha tradotto in italiano per l'editore elemento115. Come è nata l'idea di tradurre questo volume?
Nell’ambito di elemento115 (scritto con la prima ‘e’ minuscola), mi occupo delle collane deadLine (narrativa) e I viaggiatori dell’utopia, che contiene opere che si occupano o si sono occupate di utopia in tutte le sue sfumature e varianti; si tratta di un campo di studi vastissimo ed esaminato da autori ed intellettuali praticamente da quando esistono il pensiero umano e la scrittura. Chi non conosce Platone, Tommaso Moro, George Orwell, William Morris, William Henry Hudson e moltissimi altri? E’ stato nell’ambito di queste ricerche che mi sono imbattuto nel nome di King Camp Gillette, l’inventore dell’omonimo rasoio, oggi divenuto una specie di emblema del disposable (usa e getta), e nel titolo della sua opera più significativa, Il Turbine Umano. Confesso che a prima vista avevo pensato a un’omonimia, e fu grande la sorpresa quando, indagando, ho scoperto che si trattava della stessa persona, e che aveva continuato per tutta la vita a scrivere di utopia, anche dopo l’affermazione della sua gigantesca company dei rasoi.
Come definirebbe questo libro? Come è strutturato?
Diciamo che si tratta principalmente dell’elaborazione teorica di una proposta economica e urbanistica assolutamente alternativa al capitalismo (dell’epoca e non solo), vale a dire la creazione di una United Company, una gigantesca Società per Azioni ad azionariato popolare che avrebbe dovuto produrre tutti i beni di prima necessità praticamente gratis, e nella quale avrebbero dovuto lavorare, per periodi limitati e come un esercito sollecito e privo di problemi di sopravvivenza, tutti gli esseri umani, non più facenti parte di specifiche classi sociali. Assai interessanti risultano le analisi, quanto mai sferzanti, su vari aspetti del sistema capitalismo (pubblicità, denaro, concorrenza spietata, rischi di fallimenti disastrosi, crisi economiche, e via dicendo), che risultano attualissime anche per l’oggi, visto che stiamo vivendo una crisi di portata mondiale che pare non aver fine. La parte urbanistica riguarda invece l’elaborazione (in assoluto utopistica, questa, ma dettagliatissima, e da non perdere) della ‘città ideale’, da lui identificata con il nome di Metropolis, un topos molto presente nella letteratura americana di quegli anni. C'è, infine, la sezione più ‘letteraria’, una sorta di intervista a un presunto tycoon che aveva aderito al progetto di creare la suddetta United Company, nonché un poema (Il Lamento di Satana) che ha una forza e una valenza spirituale alquanto avvolgenti e trascinanti.
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In quale contesto storico-geografico è nato questo libro?
Il volume nacque nell’ambito di una vastissima produzione ed elaborazione filosofica, culturale, economica e politica che aveva investito e caratterizzato l’America della fine del XIX secolo. Fu un’epoca alquanto contraddittoria e singolare: da una parte (a Ovest) c’erano ancora le guerre (e lo sterminio) contro i nativi, soggetto di tanti film western; a Est e nel Nord erano invece gli anni della rivoluzione industriale americana, e gli USA risultarono un crocevia di operai, immigrati, agitatori politici (anarchici e socialisti), intellettuali, scrittori e quant’altro che andavano elaborando scenari alternativi al nascente capitalismo (va ricordato che Karl Marx era scomparso nel 1883). Il turbine umano si ricollega nello specifico all’opera di un altro autore di quel periodo, Edward Bellamy, che scrisse Looking Backward, 2000-1887 (Guardando indietro, 2000-1887), romanzo che diede la stura ad una produzione utopistica quanto mai rigogliosa. Si calcola che furono circa 150 gli scrittori, di varia statura, che parteciparono a quel movimento, con opere interessanti. Uno dei prossimi volumi che editeremo come elemento115 sarà proprio il romanzo di uno di tali autori, Un racconto del XX secolo - La colonna di Cesare, di Ignatius Donnelly.
Qual è il filo conduttore del libro?
La necessità di abbattere il capitalismo e creare, come detto sopra, una gigantesca company e un sistema sociale in cui fossero aboliti denaro, competizione capitalistica, pubblicità, crisi economiche e spreco delle risorse. Vi sono, inoltre, geniali anticipazioni circa la creazione di organismi internazionali per abolire i conflitti armati tra le nazioni, una sorta di ONU ante litteram, una riflessione nata da considerazioni sulle atrocità della Guerra Civile americana (1861-65), nonché il tentativo di dare spazio alla donna e permetterle di partecipare in prima persona alla vita sociale ed economica.
Perché Il turbine umano è pressoché sconosciuto in Italia?
Non saprei esattamente perché, forse una certa incuria e disattenzione da parte di editori ed intellettuali, anche se in Italia si traduce praticamente di tutto. Ma per noi è stata una vera soddisfazione aver potuto dare alle stampe questo volume.
Chi è stato King Camp Gillette? Come definirebbe la sua personalità?
La personalità di Gillette non la si può sintetizzare in poche parole: certamente fu una figura di genio alquanto contraddittoria anche sul piano personale e il cui approfondimento rimandiamo alla lettura del libro. Lo potrei definire un "visionario con i piedi per terra".
Quale messaggio spera possa arrivare ai lettori di questo testo?
Che senza utopial’essere umano non sarebbe un essere umano. A tale scopo trovo pertinente la citazione di un grande studioso di questa materia, Lewis Mumford: Anche la più ingenua utopia possiede qualità umane che mancano del tutto nei progetti dei super-uomini. (…) L’uomo cammina con i piedi per terra e la testa per aria; e la storia di ciò che è accaduto sulla terra (…) è solo una metà della storia dell’uomo. L’altra metà è rappresentata dall’utopia.
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