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lunedì, 24 settembre 2018 09:21 |
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Francesca Bianchi
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FtNews
ha intervistato il dott. Alessandro Cossard, borsista di ricerca presso il Dipartimento di Chimica teorica dell'Università di Torino, che insieme al padre Guido, Presidente dell'Associazione Ricerche e Studi di Archeoastronomia Valdostana, ha ideato la prima app di archeoastronomia. Archeoastronomy - questo il nome della App - è disponibile su dispositivi Android, è scaricabile gratuitamente dal Google Play Store e si può configurare in italiano, inglese o spagnolo.
Nel corso della nostra conversazione, Cossard ha parlato della struttura e del funzionamento di questa applicazione che, nata con una finalità divulgativa, tramite una mappa del mondo consente di scegliere e visualizzare il sito di interesse. Lo studioso ha spiegato che ogni sito è caratterizzato da una breve descrizione, da alcune foto e da un collegamento a Google Maps per vedere le immagini del luogo direttamente dal satellite. Ha infine accennato ad alcuni aggiornamenti per l’applicazione e ad uno studio sulla rappresentazione di alcune costellazioni, a cui sta lavorando insieme a suo padre.
Dottor Cossard, Lei ha ideato Archeoastronomy, la prima app di archeoastronomia. In cosa consiste questa app? Come è strutturata?
L’applicazione ha uno scopo divulgativo, quindi ha una struttura molto semplice: al primo avvio è possibile scegliere una lingua tra inglese, spagnolo e italiano. Una volta scelta la lingua, compariranno tre bottoni: il primo permette di accedere alla mappa del mondo con tutti i diversi siti archeoastronomici; il secondo permette di visualizzare i crediti, quindi sostanzialmente i dati degli autori; il terzo bottone consente di cambiare lingua. Se si clicca su "start" appare una mappa in cui diverse bandierine indicano il sito archeoastronomico che è possibile visualizzare. Una volta premuta una bandierina, apparirà la schermata che è possibile vedere nella foto n° 1 .
Per ogni sito è quindi possibile visualizzare due foto, una breve descrizione e un collegamento a Google Maps, grazie a cui è possibile vedere l’immagine direttamente dal satellite.
Come e con quali finalità è nata l'idea di realizzare una app di archeoastronomia?
L’app è nata per fare divulgazione: l’archeoastronomia è una scienza recente e in rapida diffusione, quindi abbiamo ritenuto utile impiegare i mezzi di oggi per raggiungere ancora più persone.
E' consultabile da chiunque? Se sì, in che modo?
L’app è disponibile solo su dispositivi Android ed è scaricabile gratuitamente dal Google Play Store all’indirizzo
https://play.google.com/store/apps/details?id=com.coss.archeo
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Alessandro Cossard mostra l'app da lui ideata
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Quali siti prende in considerazione e in che modo vengono presentati?
I siti presi in considerazione sono quelli più importanti dal punto di vista archeoastronomico, che hanno, quindi, maggiore necessità di divulgazione. Sono anche quelli che avranno in futuro le maggiori prospettive di studio.
Cosa si può dire dei siti archeologici presenti sulla app? Con quale criterio sono stati costruiti?
I criteri principali sono la distribuzione territoriale, l’originalità e il significato culturale legato all’orientamento astronomico. Ad esempio, il Perseo del Rocceré è importante, perché chi l’ha costruito ha preso in considerazione una costellazione che presenta una stella variabile e il radiante delle Perseidi. Ciò denota che hanno preso in considerazione la rilevanza scientifica, dando importanza a stelle variabili e stelle cadenti.
Cosa accomuna questi siti sparsi per il mondo? Di quali conoscenze astronomiche e di quali mezzi disponevano coloro che li hanno edificati?
I siti sono accomunati dalla necessità di osservare il cielo. Non bisogna dimenticare che il cielo è il paesaggio notturno comune a tutti: tutte le popolazioni osservavano lo stesso cielo, interpretandolo in modi differenti.
Lei è borsista di ricerca al Dipartimento di Chimica teorica dell'Università di Torino. Quale contributo possono dare all'archeoastronomia discipline come la Matematica e la Fisica?
La Matematica e la Fisica sono alla base del mondo scientifico e permettono di distinguere tra ciò che ha rilevanza e ciò che invece è pura speculazione. Gli orientamenti sono studiati con metodi archeologici e matematici ed è possibile calcolare statisticamente quanto una certa interpretazione di un fenomeno sia affidabile.
Secondo Lei, perché l'astronomia occupava uno spazio così importante presso le più antiche civiltà di tutto il mondo?
Soprattutto per motivi calendariali, economici, come ad esempio per studiare l’agricoltura, e religiosi.
Attualmente sta lavorando a qualche progetto in ambito archeoastronomico?
Attualmente sto lavorando ad alcuni aggiornamenti per l’applicazione; insieme a mio padre Guido, Presidente dell'Associazione Ricerche e Studi di Archeoastronomia Valdostana, sto imbastendo uno studio sulla rappresentazione di alcune costellazioni.
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