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Templari. Dal ducato di Puglia e Calabria, all’Italia del III Millennio

domenica, 22 ottobre 2017 17:10

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Francesca Bianchi
Venerdì 13 ottobre, nelle sontuose sale di Palazzo Ferrajoli, a Roma, è stato presentato il libro Templari. Dal ducato di Puglia e Calabria, all’Italia del III Millennio, scritto dai giornalisti Gian Piero Ventura Mazzuca e Livio Frittella.
FtNews ha intervistato G. P. Ventura Mazzuca, discendente di antiche famiglie ed accademico di merito dell’Accademia Angelico Costantiniana di lettere, arti e scienze. Il giornalista ha parlato del taglio di indagine giornalistica dato all’opera e delle molte curiosità e notizie inedite ivi riportate, spiegando che la prima parte del libro rievoca le vicende storiche dell'Ordine e si sofferma sulla figura del fondatore e sulla consistenza dei beni appartenuti ai Templari in Puglia, Basilicata e Calabria, mentre nella seconda parte l’attenzione è posta sull'oggi, con quindici interviste alle personalità più rappresentative del Neotemplarismo in Italia, a cui vengono sottoposte le stesse dieci domande.
Lo studioso si è soffermato sulle caratteristiche che assunse la presenza dei Templari nel meridione della nostra Penisola e sulle vicende storiche più importanti inerenti l'Ordine cavalleresco che, a distanza di novecento anni dalla sua nascita e a settecento dalla sua soppressione, continua a destare curiosità ed interesse.

Esiste una sterminata bibliografia sull’ordine cavalleresco e religioso più famoso ed enigmatico della storia. Cosa Vi ha indotto a scrivere il libro Templari. Dal ducato di Puglia e Calabria, all’Italia del III Millennio?
Qual è la peculiarità di questo lavoro?

Vero, esistono tantissimi libri, per questo abbiamo cercato di scrivere qualcosa di nuovo, sia per il taglio di indagine giornalistica dato all’opera, sia per le tante notizie e curiosità riportate, molte mai scritte prima.
L’idea mi è nata più di un lustro fa: passando le mie vacanze in Puglia da diversi anni, a un certo punto mi sono reso conto di strane coincidenze, anche con l’emergere di particolarità e luoghi interessanti, alcuni scoperti recentemente, non ancora raccontati o riportati su pubblicazioni.

Come è strutturato il libro?
Il libro è composto da due parti. La prima rievoca le vicende storiche dell'Ordine, soffermandosi in particolare sulla figura del fondatore e sulla consistenza dei beni appartenuti ai Templari in Puglia, Basilicata e Calabria. Nella seconda parte focalizza l’attenzione sull'oggi, con quindici interviste omogenee rivolte alle personalità più rappresentative del Neotemplarismo in Italia, sottoponendo a tutti le stesse dieci domande.

Quali caratteristiche assunse la presenza dei Poveri Cavalieri di Cristo nel meridione della Penisola?
E' rimasta qualche traccia della loro permanenza in quei luoghi?

Le caratteristiche principali sono, in primis, che per la Terra Santa ci si imbarcava fondamentalmente dalla Puglia, che era un po’ il porto naturale di proiezione verso quei luoghi. Poi bisogna dire che buona parte del territorio era destinato a coltivazioni ed allevamenti, proprio per foraggiare pellegrini e combattenti diretti verso quella destinazione. In effetti sono rimaste diverse tracce, alcune validate dagli storici, altre in attesa di conferma e altre ancora solo leggendarie e in gran parte sconfessate.
Livio Frittella, Gian Piero Ventura Mazzuca e Bruno Poggi
Come scrivete nell'introduzione, "gli amanti dell’arcano e i teorici del complotto li considerano come supereroi, invincibili e depositari – oltre che di ricchezze – di segreti ancora ben custoditi; i romantici ne idolatrano le gesta cavalleresche; gli storici laici ne hanno indagato gli aspetti più profani senza risparmiare critiche al loro operato; gli storici di impronta cristiana ne hanno esaltato il ruolo di difensori della fede". Chi erano realmente i Templari?
Quando fecero la loro comparsa nella storia?

I Templari erano dei Monaci e Guerrieri, quindi già di per sé un binomio interessante. Vissero ed operarono per circa due secoli, dal 1118 al 1314, poi con la soppressione dell’Ordine e la morte dell’Ultimo Gran Maestro la parola fine è stata messa in via definitiva, almeno ufficialmente.

Quali furono le vicende storiche più importanti che segnarono la vita dell'Ordine?
Dopo la loro nascita, avvenuta intorno al 1118, e le tante battaglie combattute a difesa dei cristiani, i Templari vengono ricordati principalmente per la loro burrascosa fine e per due vicende storiche legate a due date: il 18 marzo 1314, quando venne mandato al rogo l’ultimo Gran Maestro, Jacques de Molay, e venerdì 13 ottobre 1307, giorno dell’incredibile ed inaspettato arresto dei Templari, da cui deriva la diceria (e diversi film) che il “venerdì 13” porti male, ma che abbiamo ampiamente smentito con il successo dell’anteprima del nostro libro, voluta appositamente venerdì 13 ottobre 2017.

Quali notizie abbiamo sul fondatore dell'Ordine dei Templari?
L’argomento, ampiamente trattato nel libro, racconta una storia leggermente diversa da quella più diffusa, ovvero che fosse un francese. Secondo noi, infatti, era nato in terra italica, proprio nel Ducato di Puglia e Calabria che da' il titolo all’opera, con alcuni documenti che lo testimoniano.

Su cosa si basava l'accusa di eresia e la relativa condanna, mossa nei confronti dei Cavalieri del Tempio, che portò alla loro soppressione agli inizi del XIV secolo?
L'attacco mosso ai Templari comprendeva ben 127 articoli che spiegavano i capi d'imputazione, che si possono semplificare in 3 grandi accuse: eresia (il rinnegamento di Cristo e gli sputi sulla Croce), sodomia (con anche baci osceni), idolatria (l’adorazione di strani idoli).
Non esistevano prove a confutazione di tutto questo, motivo per cui si procedette principalmente con la tortura, che in molti casi, purtroppo, produsse i suoi effetti. Nulla più, come scrisse anche Dante.
Livio Frittella, Tayseer Ammary, Gian Piero Ventura Mazzuca e Bruno Poggi
A quali fonti avete attinto nella fase di ricerca che ha portato alla stesura di questo saggio?
Tanti manoscritti autorevoli, qualcuno più “leggendario”, e documenti dislocati in diversi archivi sparsi sul territorio, ma non tutte le fonti si possono raccontare…

Come osserva nella prefazione la prof.ssa Stella Patitucci d'Alifera Patitario, nella seconda parte del libro focalizzate la Vostra attenzione sull'oggi, riportando quindici interviste rivolte alle personalità più rappresentative del Neotemplarismo in Italia, ad ognuna delle quali avete sottoposto le stesse dieci domande. Cosa emerge da queste testimonianze?
Com'è organizzato attualmente l'Ordine e in quali ideali, in quali valori, si riconoscono i suoi membri?

Dalle interviste emerge una realtà diffusa, sicuramente più di quello che si possa immaginare. Noi siamo riusciti, con un lungo periodo di lavoro, ad averne 15, ma le organizzazioni sono sicuramente molte di più. Per questo non si può rispondere alla domanda su come sia organizzato oggi l’Ordine. L’Ordine oggi non esiste più; le tante strutture che vi fanno riferimento, per onorarne il nome, dovrebbero cercare di sviluppare la loro opera verso il sostegno ai più deboli e verso il supporto alle minoranze cristiane in grande difficoltà oggi in alcuni paesi a maggioranza islamica. Qualcuno lo fa.

Come spiegate il fatto che a distanza di novecento anni dalla sua nascita e a settecento dalla sua soppressione, la confraternita dei Cavalieri Templari continui a destare fascino ed interesse?
Tanto era grande il loro potere, tanto è stata drammatica e repentina la loro fine, ma la non omogeneità dei processi e delle condanne, la successiva fuga di alcuni e parte del patrimonio (si dice) non trovato, hanno dato il via a miti e leggende. Iniziando dal fatto che la loro prima sede fosse in un’ala del mitico tempio di Salomone, con informazioni alterne e non certificate su tesori e preziose reliquie trovati sul posto.

Quale messaggio Vi augurate possa giungere a tutti coloro che leggeranno questo libro?
Il libro non vuole essere portatore di alcun messaggio, ma solo una guida approfondita ed utile ai tanti appassionati di storia e di Templari. Il messaggio ce lo inviano, invece, le tante associazioni che abbiano intervistato, perché proprio tutte hanno mantenuto lo stesso motto che era proprio dei Cavalieri originari: NON NOBIS, DOMINE, NON NOBIS, SED NOMINI TUO DA GLORIAM ("Niente per noi, Signore, niente per noi, ma per la sola gloria del Tuo nome")!
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