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La Bella Addormentata nel Bosco al Teatro San Carlino di Roma

domenica, 09 aprile 2017 06:45

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Alessandra D'Annibale
Spettacolo teatrale con burattini, pupazzi, attrici e musica dal vivo.
Il teatro dei pupazzi così antico come l’umanità e così eterno come il sorriso dei bambini, è una forma teatrale che si fonde quasi con la religione. L’origine della creazione dei primi burattini si perde nella storia della civiltà umana, in alcuni scritti la si fa risalire addirittura alle dinastie faraoniche egizie e degli antichi Greci. Forse in qualche parte del mondo, centinaia di anni fa, in qualche civiltà lontana, un giorno un bambino semplicemente conversando con il suo pupazzo, dette questa idea a qualche artista sconosciuto.
Oggi questo incantevole mestiere è rimasto in vita, quasi sopravvivendo alle vicissitudini storiche, grazie alla passione dei grandi Burattinai, che hanno tramandato di padre in figlio questa splendida arte.
Il 25 aprile di circa 13 anni fa in Viale dei Bambini, nel cuore di Villa Borghese, nasceva un luogo magico, in cui Pulcinella e i suoi amici attori, burattini, musicisti e danzatori potevano far conoscere le loro storie ad un pubblico speciale, quello dei bambini. Oggi la magia continua a ripetersi, e si realizza ogni volta che il Teatro San Carlino apre le porte ai piccoli spettatori, affinché si realizzi la rappresentazione dell’evento artistico.
Questo Teatro stabile, avvolto quasi da un’aurea incantata, nato in un luogo che sembra incontaminato, pur rimanendo nel centro di Roma, riservato solo a piccoli spettatori curiosi, ogni fine settimana e nei giorni festivi, mette in scena spettacoli che vanno dalla tradizione popolare dei burattini, alle elaborate opere liriche e letterarie, passando per le fiabe e favole, mescolando il teatro di figura (burattini, marionette, ombre) con attori in carne ed ossa e musica dal vivo.
. Ma dietro questo meraviglioso incantesimo, non c’è proprio una bacchetta magica, ma la passione e la dedizione verso una professione, forse la più antica a livello teatrale, che si tramanda di generazione in generazione. E dietro le quinte del Teatro San Carlino di Roma, c’è una donna, Caterina Vitiello, Burattinaia figlia d’arte, che fin dall’età di 10 anni anima burattini, e oggi è la Direttrice artistica, unica delle poche donne in Italia, o forse l’unica, ad interpretare la maschera di Pulcinella Cetrulo, sia nella versione umana che di legno.
Nonostante i tempi e le difficoltà, l’arte vive grazie all’impegno continuo e appassionato di chi ci lavora e il desiderio di sognare di chi lo frequenta.
Lo spettacolo che in questi giorni è in scena,La Bella Addormentata nel Bosco, prende spunto dalle più celebri versioni della fiaba che la storia ricordi, primo fra tutti C. Perrault, ma anche Basile e i Fratelli Grimm, per riscrivere insieme al pubblico un racconto nuovo e senza tempo.
La Fiaba della bellissima principessa Aurora viene raccontata dai burattini e dalle attrici del Teatro San Carlino attraverso una messinscena divertente, emozionante e incantata.
La musica di Tchaikovski suonate dal vivo al pianoforte sostengono gli attori in tutte le loro avventure di scena accompagnando il pubblico in un’atmosfera sognante. Il prologo è affidato a Pulcinella, che appare su palcoscenico all’inizio dello spettacolo per poi lasciare lo spazio alla bella principessa, alle fate buone, alla Strega e al principe azzurro.
La cosa più divertente è che sono i bambini a dare i nomi ai personaggi principali, rendendoli non solo partecipi dello spettacolo, ma facendoli vivere l’emozione di vedere rappresentati i personaggi, che loro stessi, hanno battezzato. La novità rispetto alla tradizionale storia che tutti conosciamo, è la fata “Sisà", una fata decisamente diversa dallo “standar Disney”, con un accento romanesco, molto comica, che trasforma il sonno mortale di Aurora in un sonno centenario che potrà essere interrotto solo da un bacio di un principe.
Guardare uno spettacolo di burattini, non è solo tornar bambini, è assistere, in un certo senso ad un “immaginifico” mondo di favole, fatte di emozioni pure e semplici, di sfumature difficili da cogliere, come essere umani, ma facili da carpire nel burattino di fronte a noi. Perché in fondo in ogni burattino, c’è il battito del cuore del suo manovratore, e in ognuno di noi c’è un burattino che desidera prendere vita.
Nella Genesis (2,7) si legge: “Modellò Dio un uomo di argilla. E soffiò nelle sue narici alito di vita. E così l’uomo fu animato.”
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