Redazione     Informativa     Link  

L'Orientalismo e i Florio: storie di viaggi e di collezionismo

venerdì, 10 gennaio 2025 17:03

condividi su facebook
Allestimento per "tableaux vivants" nella casa di via Catania
Dal nostro inviato
Francesca Bianchi
La Palazzina dei 4 Pizzi di Palermo ospiterà fino al 16 febbraio la mostra L'Orientalismo e i Florio. Storie di viaggi e di collezionismo, curata da Daniela Brignone e Ana Paula Paladino Florio, con la collaborazione scientifica di Gian Mauro Sales Pandolfini. L'esposizione è un viaggio attraverso l'influenza della cultura orientale sull'arte, la moda e il collezionismo, in particolare nel contesto palermitano. In un'intervista rilasciata a FtNews le curatrici hanno posto l'attenzione su come l'Oriente, a partire dal XVIII secolo, abbia permeato la cultura occidentale, dando vita a un immaginario esotico e a un collezionismo fervente che appassionò anche i Florio.
L'Oriente si trasforma in un simbolo di mistero e seduzione che conquista la letteratura, l’arte, la moda e persino l'architettura. In questo contesto di fascinazione per l’esotico la famiglia Florio si distinse come protagonista del collezionismo orientale.
La mostra è un’occasione preziosa per scoprire come i Florio siano stati protagonisti di questa temperie culturale, offrendo uno spunto di riflessione sul valore del collezionismo e sull’incontro tra diverse civiltà.

Daniela Brignone e Ana Paula Paladino Florio, fino al 16 febbraio 2025 la Palazzina dei 4 Pizzi di Palermo ospiterà la mostra L'Orientalismo e i Florio. Storie di viaggi e di collezionismo, un viaggio attraverso l'influenza della cultura orientale sull'arte, la moda e il collezionismo, in particolare nel contesto palermitano. Come e con quali finalità è nata questa mostra?
La mostra è nata durante la catalogazione di oggetti, fotografie e documenti che già da tempo impegna Casa Florio, perseguendo le finalità che la stessa si prefigge: far conoscere inediti tasselli di storia della celebre dinastia, inquadrati in contesti più ampi di storia italiana e internazionale, più noti al vasto pubblico, e divulgandone le collezioni. I Florio erano grandi collezionisti. Conoscevano i movimenti e gli artisti, dimostrando una straordinaria capacità di comprenderne il valore artistico e lasciandosi trascinare dalla passione.

Cosa rappresentò l'Oriente nell'immaginario collettivo?
Da sempre l’Oriente ha suscitato emozioni, la capacità di far sognare con le sue storie e la sua cultura. In particolare, in Europa, a partire del XVIII secolo, l’attrazione verso questi Paesi fu incrementata grazie ad una concomitanza di cause: la traduzione in francese de "Le mille e una notte" a cura di Antoine Galland (1704-1717), cui seguì quella in italiano (1832); la spedizione di Napoleone in Egitto (1798); i viaggi di diplomatici, esploratori ed artisti, questi ultimi autori di incisioni, fotografie e schizzi che testimoniarono l’enorme patrimonio culturale di questi Paesi; nel XIX secolo, l’apertura del canale di Suez (1869), celebrata due anni dopo con l’opera "Aida" di Giuseppe Verdi, i cui costumi e le cui scenografie trassero ispirazione dai bassorilievi egiziani.
Oriente era tutto ciò che non corrispondeva ai canoni occidentali: era lusso, sogno, usi e costumi sfarzosi e preziosi che introducevano in luoghi di magia e di seduzione. Oriente comprendeva territori tra la Spagna moresca, in cui in quegli anni venivano riportati dai viaggiatori i disegni dell’Alhambra, e il vicino Oriente, fino alla Cina, da cui derivarono le “cineserie” e, dalla metà del XX secolo, anche il Giappone. Dalla passione per la cultura di quest’ultimo nacque il movimento del Giapponismo, che affascinò l’Occidente fino ai primi decenni del Novecento.

Donna Franca Florio in abito tunisino
In che modo le grandi esposizioni internazionali e la moda hanno contribuito a divulgare quel mondo così diverso e affascinante e a far sì che conquistasse la letteratura, l’arte, la moda e persino l'architettura?
La partecipazione dei Paesi orientali alle grandi esposizioni consentì di veicolare le immagini di questi mondi misteriosi e straordinari. All’interno delle stesse manifestazioni furono costruiti padiglioni che ne riproponevano le atmosfere. All’Exposition Universelle di Parigi del 1900, ad esempio, il padiglione tunisino, chiamato Ville Arabe, era un agglomerato architettonico costruito sul modello della moschea di Sidi Mahres a Tunisi. Inoltre, artisti occidentali si cimentarono nelle tecniche, nelle iconografie e nello stile dei modelli orientali, producendo autentici capolavori. Si pensi a Monet e ai colleghi impressionisti, tra gli appassionati di arte giapponese, o al bussetano Alberto Pasini, presente come espositore o in qualità di membro della giuria in più edizioni della Biennale d’Arte di Venezia. L’Oriente rappresentava una ventata di aria fresca e per molti Paesi occidentali era l’occasione per mostrare i risultati diplomatici o i loro stessi domini. Si creò, pertanto, un immaginario collettivo che toccò tutti gli ambiti creativi.
Persino Palermo ne subì il fascino. Palazzo Forcella De Seta fu arricchito da decori ispirati allo stile moresco e, in particolare, all’Alhambra di Granada. La città era, peraltro, già sensibile agli stimoli provenienti dalla cultura islamica. Nell’800 fu, infatti, dominio degli Arabi, la cui cultura fu assorbita, a partire dall'XI secolo, dai conquistatori Normanni, generando un originale e affascinante sincretismo tecnico e decorativo. Ma il gusto delle cineserie si diffuse anche negli ambienti aristocratici di tutta l’Europa. Molti palazzi nobiliari a Palermo, ad esempio, ne conservano tracce nei salotti e nelle collezioni.
La moda e il teatro, oltre che la letteratura, ne subirono il fascino in modo straordinario. Tra i tantissimi esempi, quello dell’impresario Sergej Diaghilev, che produsse i balletti "Shéhérazade" (1910) e "Cleopatra" (1918). Per quest’ultimo furono commissionati i costumi a Sonia Delaunay, eseguiti presso l’atelier di Paul Poiret, il quale, dopo avere lasciato la casa di moda inglese Worth e aperto il proprio atelier nel 1903, affascinato e stimolato dalle opere di Diaghilev, inaugurò una collezione ispirata agli abiti e ai profumi orientali.

In che modo si distinse la famiglia Florio in quel contesto di fascinazione per l’esotico? Come si manifestò nei Florio l'interesse per l'Oriente?
I Florio erano al corrente di tutte le novità. Viaggiavano per l’Europa e ricevevano presso le proprie dimore sovrani, aristocratici, personaggi del mondo della cultura, favorendo un incessante scambio culturale. Ignazio senior e, ancora di più, i suoi figli Ignazio e Vincenzo, furono particolarmente ricettivi nei confronti degli stimoli provenienti dalle culture esotiche. Famiglie dell’alta borghesia palermitana, tra cui anche i Whitaker e i Tasca, oltre ai Florio, amavano riprodurre le atmosfere orientali nei meravigliosi realistici "tableaux vivants" che componevano pose, abiti e accessori, nei balli in maschera e nelle serate a tema. I turbanti e i caftani, oltre ai decori degli arredi appositamente elaborati, erano parte di una rigorosa ricostruzione.

Quanto i viaggi e le nuove tendenze culturali e artistiche che caratterizzarono il panorama europeo dell'epoca hanno influenzato i membri della famiglia Florio? Cosa sappiamo dei viaggi dei Florio? Dove si concentrarono?
Sono noti i viaggi in Francia, facendo base nelle case parigine agli Champs Elysées e in Place Vendôme. Abbiamo testimonianza dei tour di Ignazio e Vincenzo presso città italiane ed europee dagli album fotografici conservati presso l’Archivio Paladino Florio. Vincenzo e Lucie amavano spesso concedersi, da soli o con amici, passeggiate nella natura. Di Ignazio e Franca gli album fotografici ricompongono ambientazioni, visite nelle città e incontri. Frequentando le esposizioni e gli artisti dell’epoca, erano sempre aggiornati sulle tendenze. La biennale di Venezia offriva tali opportunità e i Florio vi acquistarono spesso opere negli anni.
Raffaelle Mainella, Accampamento nel deserto, schizzo.
Come è strutturato il percorso espositivo?
Il racconto inizia ripercorrendo i viaggi della famiglia in Nord Africa. In particolare, Ignazio senior con la moglie, insieme a 21 ospiti, tra amici e rappresentanti istituzionali, a bordo del vapore Etna raggiunsero le coste della Tunisia in visita turistica, ospiti del Bey. Seguirono i viaggi di Franca e Ignazio con amici, tra cui il pittore Ettore De Maria Bergler, nella stessa località, che confermarono l’immaginario generato dai racconti ampiamente diffusi. Alcune immagini in mostra riproducono le due donne di casa Florio, Franca e Lucie, abbigliate all’”orientale”.
Sono esposte, quindi, le opere acquisite da Vincenzo junior. Tra queste, quelle realizzate da Raffaele Mainella, acquistate alla Biennale di Venezia del 1897. Si tratta di disegni realizzati dall’artista durante il lungo viaggio al seguito del barone Carl von Gonzenbach, durante il quale eseguì schizzi di luoghi, di accampamenti, di città, di atmosfere lente e rarefatte, di personaggi incontrati in quei giorni. Tra le opere, anche quelle di Toshio Bando (1895-1973), un artista giapponese trasferitosi a Parigi nel 1922 e legato agli artisti di Montparnasse, in particolare al celebre Tsuguharu Foujita.

Anche la moda, con le sue numerose influenze orientali, è protagonista della mostra. Cosa sappiamo della raffinatezza che arricchiva i balli mascherati e le serate mondane dei Florio?
La moda orientale è richiamata attraverso gli abiti e gli accessori di Lucie, seconda moglie di Vincenzo junior, modella e amica della stilista Sonia Delaunay, che amava uno stile ricercato e alla moda. Nelle stoffe preziose, nei simbolismi, nel disegno, si rintracciano gli elementi di uno stile unico. Nel suo guardaroba erano presenti anche scarpe in stile egiziano, attualmente in mostra, riproducenti l’effigie a rilievo di una sfinge. È possibile che abbiano fatto parte della collezione di Delaunay per Diaghilev.

Quale messaggio vi augurate possa arrivare ai visitatori della mostra?
Ci auguriamo di riuscire a mantenere vivo l’interesse per la storia della famiglia, presentandone le tantissime sfaccettature, che non riguardano soltanto l’intensa vita familiare, ma coinvolgono anche le passioni, le relazioni che hanno permeato ogni aspetto e momento della loro vita. Ci auguriamo anche di riuscire a comporre finalmente tutti i tasselli mancanti di questa storia e di sciogliere i dubbi che ancora permangono, grazie anche alle ricerche di archivio, che attualmente è in fase di studio e catalogazione.
Mostra altri Articoli di questo autore
info@freetopnews.it
I COMMENTI RELATIVI ALL'ARTICOLO
Invia un commento alla Redazione
Email
Nome e Cognome
Messaggio
Gentile lettore, prima di inviare il Suo messaggio:

compilare il codice di sicurezza sottostante copiando l'immagine raffigurata;

CAPTCHA 
cambia codice

inserisci codice



Per pubblicare, in fondo all'articolo, il suo commento selezionare il pulsante sottostante.

Pubblicazione
  Si    solo nome
  Si    nome e cognome
  No


Grazie della collaborazione.

2014 - ftNews una testata di libera informazione.
2014 - FreeTopNews una testata di libera informazione senza fini di lucro e conseguentemente le collaborazioni sono fornite assolutamente a titolo gratuito.
Se vuoi collaborare con la redazione e rendere sempre pi ricchi i contenuti e accrescere la qualit del servizio offerto, inviaci articoli, segnalazioni e note per la eventuale pubblicazione. (Continua)

Iscrizione presso Registro della Stampa del Tribunale di Ancona , n. 17/2014 del 16/12/2014.