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Diodoros: la Valle dei Templi tutela la sua biodiversità

lunedì, 20 marzo 2023 07:11

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"Casa Barbadoro", sede del progetto DIODOROS (foto di Eduardo Cicala)
Dal nostro inviato
Francesca Bianchi
Il mese scorso alla BIT - Borsa Internazionale del Turismo, a FieraMilano, è stato presentato il volume Diodoros. Un tesoro da scoprire nella Valle dei Templi, un viaggio per immagini nel cuore del progetto Diodoros. Pubblicato dal Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento, il volume si fonda sulle fotografie e i testi realizzati dal fotografo e scrittore Eduardo Cicala, con la partecipazione di Fabio Gulotta, uno dei concessionari di Diodoros.
In una bella intervista a FtNews l'architetto Roberto Sciarratta, Direttore del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, ha spiegato che Diodoros è un progetto innovativo di sostenibilità ambientale e di salvaguardia della biodiversità, un progetto che utilizza terreni e spazi incolti del Parco, tutti liberi da reperti e immuni da campagne di scavo, affidandoli a cooperative e aziende del territorio. Sciarratta ha sottolineato che uno dei compiti più importanti del Parco, insieme alla cura del patrimonio archeologico, è la tutela, la valorizzazione e la riqualificazione del paesaggio storico della Valle, che deve essere letta nella sua completezza: sito archeologico unico al mondo, ma anche un parco paesaggistico di 1300 ettari, tutelato dall’UNESCO, dove la natura è ancora padrona indiscussa. Nel corso dell'intervista al Direttore Sciarratta sono intervenuti anche Eduardo Cicala, Fabio Gulotta e Massimo Carlino, concessionario esclusivo dell'olio Diodoros.

Direttore Sciarratta, ci presenti pure il progetto Diodoros. Di cosa si tratta? Come e con quali finalità è nato?
Il progetto Diodoros nasce dalla necessità di valorizzare il patrimonio artistico, culturale, paesaggistico e agricolo dei 1300 ettari del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi, uno dei siti archeologici più grandi del mondo. Dal punto di vista naturalistico e agricolo, il patrimonio paesaggistico del Parco è vario, risultato della commistione fra elementi naturali originari e l’azione millenaria dell’uomo. Alla componente arborea più diffusa all’interno del Parco, costituita da estesi mandorleti e uliveti, si aggiungono, nelle zone più fertili, i vigneti per la produzione di uva da vino. La macchia mediterranea si mescola con i monumentali resti dei templi e orna le pareti di rossa arenaria del Parco, un vero connubio fra archeologia e paesaggio. Il progetto Diodoros rappresenta un percorso attraverso cui il Parco mira alla valorizzazione delle specie di olivi, viti, pistacchi, mandorli e delle altre varietà tradizionali della frutticoltura siciliana; tutela la biodiversità, sponsorizza la ricerca scientifica, l’innovazione tecnologica e la commercializzazione delle sue produzioni agricole, registrate nel 2005 con il marchio Diodoros, un marchio che identifica la Valle dei Templi e racconta 2600 anni di storia. Il marchio è un omaggio a Diodoro Siculo, storico greco di Agyrion (odierna Agira, in Sicilia), autore della Bibliotheca Historica, un’opera di storia universale.

Come siete arrivati a creare una linea di prodotti agroalimentari così varia e ricca?
Il progetto nasce dalla cooperazione tra partner pubblici e privati. Attraverso un rapporto concessorio i terreni demaniali all’interno dell’area protetta del Parco Archeologico e Paesaggistico Valle dei Templi, liberi da scavi o ritrovamenti archeologici, vengono di fatto concessi e affidati ad aziende dall’alto profilo produttivo, perché custodiscano, censiscano e conservino il patrimonio arboreo esistente e in via di estinzione. Da questa idea di recupero siamo arrivati alla creazione di una linea di prodotti agroalimentari. Abbiamo più di dieci concessionari, alcuni dei quali si trovano fuori della provincia di Agrigento.

Il Parco ha ricevuto importanti riconoscimenti per la sua attività di tutela, valorizzazione e riqualificazione del paesaggio storico della Valle...
Sì, la Valle dei Templi di Agrigento nel 2017 ha ricevuto il prestigioso Premio Nazionale del Paesaggio con il progetto Agri Gentium: Landscape Regeneration, quale migliore espressione della cultura del paesaggio italiano. Il 20 giugno del 2018, in occasione della cerimonia dell’Alleanza del Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa, che si è tenuta a Daugavpils, in Lettonia, il Progetto Regeneration of the landscape and archaeological Park of the Valley of the Temples in Agrigento ha ricevuto la Menzione speciale come ottimo esempio di collegamento tra la valorizzazione degli elementi archeologici riconosciuti a livello internazionale e lo sviluppo di un'economia agraria innovativa, basata su conoscenze secolari. Il Parco della Valle dei Templi, per aver rappresentato l’Italia nel Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa e per aver ottenuto una Menzione speciale, è entrato nell’Alleanza del Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa.

Cosa vi ha spinto a pubblicare il libro illustrato Diodoros. Un tesoro da scoprire nella Valle dei Templi?
Sull'archeologia della Valle dei Templi sono stati pubblicati tanti libri, sul paesaggio non c'era alcuna pubblicazione. Avevamo bisogno di una brochure e di un libro che raccontassero prodotto per prodotto il progetto. Il fascino esercitato sui visitatori dalle peculiarità naturali e paesaggistiche della Valle dei Templi ci ha spinti a realizzare questo volume, che vuole essere un vero e proprio itinerario ambientale alla scoperta di uno dei siti archeologici più affascinanti del bacino del Mediterraneo. Il libro è corredato da
lle splendide fotografie di Eduardo Cicala, che da sole narrano la bellezza di questo luogo.
Vendemmia 2022 nei vigneti del Parco della Valle dei Templi; sullo sfondo, il Tempio di Giunone (foto di Eduardo Cicala)
Quali sono i prodotti Diodoros?
Il “paniere” accoglie ormai una ventina di prodotti diversi e di alta qualità: l’olio pregiato, un blend piccante di Ogliarola messinese e Biancolilla premiato da Slowfood; i capperi spontanei; le mandorle e i pistacchi; il miele da ape nera sicula, che è andato a ruba; il vino, un blend IGT da Nero d’Avola, Nerello Mascalese e Nerello Cappuccio. Siamo passati da un vigneto storico di un ettaro, situato vicino al tempio di Giunone, a nove ettari di vigneto; una produzione che era ferma a 4.000 bottiglie l'anno, nel giro di pochi anni arriverà a 30.000 bottiglie l'anno. E ancora: gli agrumi (noi abbiamo ridato vita a un agrumeto abbandonato che era diventato la discarica della città); i fichi d’India. E i profumi, tantissimi: ci si immerge nel rosmarino, nel timo, poi alloro, salvia, origano, peperoncino; lo zafferano che si raccoglie ancora a mano; i legumi antichi. A giugno raccoglieremo il frutto della semina di grani antichi, per cui a breve avremo anche la farina e la pasta di grani antichi.
Per quanto riguarda la produzione di miele e capperi, due cooperative gestiscono progetti di inclusione sociale per l'inserimento lavorativo dei soggetti più fragili.

State cercando di esportare Diodoros anche in alcuni dei quaranta siti sparsi nella provincia di Agrigento gestiti dal Parco...
Abbiamo esportato Diodoros in uno dei 40 siti che gestiamo, precisamente nell'area del monte Adranone, a Sambuca di Sicilia. Lì, nei pressi dell'area archeologica, una cooperativa produce miele "Adranon" di timo e millefiori. A Canicattì, nei pressi dell'area archeologica di "Vito Soldano", c'è un appezzamento di terra inutilizzato che sarà affidato a privati per produrre vino e frutta. Avremo due concessionari nuovi: uno si occuperà del vigneto, l'altro del frutteto. Vogliamo che nell'area di "Vito Soldano" si parli di archeologia, didattica ed enogastronomia. Il Parco archeologico ha l'obiettivo di riproporre il progetto "Diodoros" in altri siti della provincia per rendere produttive le enormi estensioni di territorio finora non utilizzate e promuovere agricoltura d'eccellenza.

All'interno della Valle dei Templi si trova il Museo Vivente del Mandorlo. Qual è la peculiarità di questo museo e cosa rappresenta il mandorlo per la Valle dei Templi?
L’agricoltura della Valle dei Templi ha nel mandorlo il suo albero più rappresentativo. La straordinaria fioritura invernale ne ha fatto uno dei simboli del paesaggio della “eterna primavera” mediterranea e i suoi frutti vengono utilizzati in numerose produzioni pasticcere tradizionali. Alla metà del secolo scorso, non solo nella Valle dei Templi, ma in tutta la Sicilia, la coltura del mandorlo è andata in crisi e molti mandorleti sono stati abbandonati; le numerose varietà locali coltivate e selezionate dagli agricoltori hanno rischiato di perdersi per sempre. Il Museo Vivente del Mandorlo, realizzato insieme all'Università di Palermo, facoltà di Agraria, ha la peculiarità di conservare la biodiversità del mandorlo siciliano: si tratta di una collezione realizzata con oltre 250 varietà provenienti da tutta l’isola. Queste varietà sono state raccolte prima di scomparire dai frutteti tradizionali, dove erano selezionate e coltivate per la loro capacità di insediarsi in terreni poveri e di assicurare produzioni di ottima qualità anche in assenza di acqua. Il museo, sito nell’area sottostante il tempio di Giunone, è dedicato alla figura di Francesco Monastra, illustre studioso venuto a mancare nel 1997, che aveva fatto del mandorlo la sua specie prediletta.

Domenica 12 febbraio avete presentato il volume Diodoros alla BIT - Borsa Internazionale del Turismo, a FieraMilano. Ci sarà una presentazione ufficiale ad Agrigento?
Pensiamo di fare una presentazione ufficiale nei prossimi mesi. Nel mese di maggio spero di poter aprire la nuova stagione a Casa Barbadoro e offrire la conoscenza del progetto sia alla stampa di settore che ai visitatori, i quali, già a partire dalla collina, avranno le indicazioni per raggiungere a piedi Casa Barbadoro. Daremo il via a degustazioni il venerdì sera e a molti progetti culturali a tema.
Ha parlato di Casa Barbadoro, che rappresenta il cuore del progetto Diodoros. Di cosa si tratta?
Situata a 150 metri dal Tempio della Concordia, Casa Barbadoro è un rustico riqualificato attraverso un progetto di restauro. Rappresenta il luogo nel quale il progetto Diodoros viene narrato ed esposto. Casa Barbadoro non è solo un polo di promozione per i prodotti, ma diventerà uno spazio per studiare, sperimentare, preparare, esporre e, infine, vendere le eccellenze del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento che, così, si candida a divenire anche luogo della cultura agroalimentare regionale. Casa Barbadoro, nel cuore della Valle dei Templi, è il baricentro di questo progetto e la location ideale per corsi, didattica, degustazioni, presentazioni aziendali, convegni a tema e la presentazione dei prodotti legati all’enogastronomia e all’enoturismo. Ma Casa Barbadoro sarà anche il luogo per assistere ai tour digitali, alla scoperta delle eccellenze e dei produttori del territorio: sommelier, esperti di biodiversità, chef spiegheranno e racconteranno il vino e i prodotti del Parco a tutti gli appassionati. In questo senso Casa Barbadoro testimonia la passione e l’amore che hanno sempre ispirato il progetto Diodoros nel promuovere il territorio e il patrimonio naturalistico del Parco Archeologico e Paesaggistico della Valle dei Templi di Agrigento fornendo, a chiunque lo desideri, un assaggio di Sicilia.
Mietitura del grano; sullo sfondo, il Tempio della Concordia (foto di Eduardo Cicala)
Dott. Carlino, lei è il titolare dell'Azienda "Val Paradiso", concessionario esclusivo dell'olio Diodoros, che ultimamente ha cambiato veste: da bottiglia in vetro ad anfora in ceramica. Quando ha iniziato a collaborare con il Parco?
Abbiamo iniziato a collaborare con il Parco più di vent'anni fa. Nel corso degli anni si sono susseguiti vari responsabili. Il progetto Diodoros, dopo una fase embrionale, durata alcuni anni, non avrebbe avuto un forte impulso senza la volontà e l’illuminata direzione dell’architetto Roberto Sciarratta. Sciarratta è la persona che più di tutte ha dedicato entusiasmo a questo progetto, impegnandosi in prima persona. Devo dire che c'è stato un grande impegno economico da parte del Parco. Ciò che ha aiutato i concessionari è l'entusiasmo della controparte, che ha indotto molti a fare investimenti. Negli anni precedenti mai nessuno ci ha affiancato in tutto questo, mentre la nuova Direzione ha creato un luogo ideale e fisico per il decollo del progetto. L'olio Diodoros è stato premiato come olio migliore. Ultimamente si trova in commercio la bottiglia in ceramica, realizzata dall’azienda “Liberati ceramiche d’arte”. L'anfora Diodoros è realizzata artigianalmente e vuole essere un omaggio, in chiave contemporanea, alle forme, ai colori, all’arte delle produzione ceramiche a figure rosse Attiche.
L’olio della Valle in ceramica rappresenta un esclusivo progetto di valorizzazione della cultura e della civiltà siciliana; i secolari ulivi curati da Val Paradiso sono dei veri monumenti viventi e rappresentano un bene storico, patrimonio dell’umanità, ricco di valori simbolici ed istituzionali legati all’ulivo e al suo frutto.

Dott. Gulotta, lei e il fondatore della Strada del Vino e dei Sapori della Valle dei Templi, di cui è stato il direttore per alcuni anni. Qual è il suo ruolo all'interno del progetto Diodoros?
Vorrei innanzitutto condividere le parole di Massimo Carlino: l'amministrazione dell'architetto Sciarratta ha dato grande impulso al progetto. Io sono uno degli ultimi concessionari arrivati, mi occupo della trasformazione del fico d'India. Abbiamo ridato vita a tante piante di fico d'India. Nel 2014, quando venne presentato il vino al concorso delle etichette, chiesi al Direttore dell’epoca l'autorizzazione per poter vendere gli unici due prodotti Diodoros in un sito e-commerce. Dal 2020 sono un collaboratore esterno del progetto per volere del Direttore. Da progetto di recupero del territorio, adesso si sta trasformando in un progetto turistico: ricevo quotidianamente email da parte dei tour operator che desiderano vivere la Valle dei Templi attraverso il progetto Diodoros. Secondo me Diodoros darà tanto lavoro alle piccole aziende. Qualche giorno fa un gruppo ha fatto un trekking lungo la Valle, al termine del quale i partecipanti si sono ritrovati a casa Barbadoro per una degustazione di prodotti. Questo è importante: noi teniamo molto all'aspetto di recupero del paesaggio, ma anche del territorio. I prodotti Diodoros sono presenti presso il bookshop di CoopCulture, concessionaria dei servizi aggiuntivi del Parco.

Cosa vi augurate per il futuro di Diodoros?
Direttore Sciarratta: Mi auguro di poter avviare, entro il prossimo anno, il progetto Diodoros a Canicattì. Vorrei, inoltre, cercare di fare qualcosa in un'area meravigliosa che guarda il mare come Eraclea Minoa. Anche lì vorremmo esportare Diodoros. Nell'entroterra stiamo impiantando pistacchi in un'area situata vicino a Raffadali. Il nostro concessionario produce sia pistacchio che crema di mandorle. Lì vicino c'è un vecchio manufatto contadino che vorremmo riprendere quando avremo risorse a sufficienza. Vorrei che i nostri prodotti fossero veicolo di promozione del territorio.
Massimo Carlino: Mi auguro che tutto il lavoro fatto finora porti i meritati frutti di conoscenza su questo angolo di paradiso che è la Valle dei Templi. Voglio che si conosca sempre di più la grandezza del contesto e dell'idea progettuale.
Eduardo Cicala: Ho cercato di raccontare attraverso alcune immagini fotografiche la bellezza di questo progetto unico. Ringrazio il Direttore che ha voluto la mia collaborazione e ringrazio tutti i concessionari per la pazienza che hanno avuto. Spero di avere presto tra le mani questo volume.
Fabio Gulotta: Il progetto Diodoros sarà inserito in un manuale sul turismo enogastronomico, realizzato da due insegnanti dell'Università Ca' Foscari di Venezia, e utilizzato dagli studenti del master in Cultura del cibo e del vino. Questo è motivo di orgoglio per tutti noi. Tante persone mi parlano dell'enorme bellezza che trovano in questo territorio. Diodoros rappresenta un'importantissima chiave di volta per la Valle dei Templi e per tutta la provincia di Agrigento
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