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sabato, 30 marzo 2019 20:22 |
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La V C del Liceo Classico Ugo Foscolo di Albano
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Francesca Bianchi
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Lavoro complessivamente pregevole, specie in considerazione che è stato fatto con una classe, che è il frutto di un impegno biennale e su un testo particolarmente impegnativo con un approfondito lavoro didattico. Interessante anche il lavoro sul testo con una traduzione fatta dai ragazzi e un efficace uso del greco in alcune parti corali. Si segnala in particolare la bellezza dei cori, anche quelli cantati, con un evidente lavoro sul ritmo e sulla comunicabilità dei versi in greco; il coro è sempre attivo con un'intensa partecipazione anche di sguardi e un buon studio coreografico e dei movimenti scenici. Ne risulta un coro vero protagonista ancor più di Ecuba. La recitazione, talora un po' declamatoria, è più apprezzabile per il coro che per gli attori. Rilevata anche una marcata differenza tra i ragazzi e le ragazze a vantaggio di queste ultime quanto a partecipazione e capacità di comunicare emozioni e gestualità.
Molto curati e belli i costumi. Interessanti alcune idee registiche (albero stilizzato, incorporeità da incubo di Polidoro, trasporto fuori scena del corpo di Polìssena ...). Per disguidi tecnici imprecisa la proiezione attualizzante delle figure dei profughi, che peraltro è apparsa non necessaria poiché l'allusione alla contemporaneità era già contenuta nel messaggio universale della tragedia e già denotata dalle scelte dei costumi. Adeguata importanza della musicalità.
Con questa motivazione la classe V C del Liceo Classico Ugo Foscolo di Albano, diretta dalla prof.ssa Marcella Petrucci, ha ottenuto il primo premio alla quinta edizione del Festival Thauma - Teatro Antico In Scena, tenutosi a Milano dal 18 al 21 marzo. Molti i licei nazionali che hanno aderito all'importante kermesse dedicata al teatro antico, organizzata dall'Università Cattolica del Sacro Cuore, sotto la direzione della prof.ssa Elisabetta Matelli, e dal CIT – Centro di Cultura e Iniziativa Teatrale “Mario Apollonio”. In gara spettacoli e saggi laboratoriali del repertorio classico greco e latino, oltre a progetti e realizzazioni di scenografie/maschere/costumi per la messinscena teatrale di questi testi.
Ecuba, madre e prigioniera affranta che contempla disarmata le proprie sciagure, abile oratrice che mette alle strette il nemico, sovrana che si riappropria di una maschera di dignità, combatte la violenza, accecata dal desiderio di vendetta per la perdita dei figli, diventando, infine, una macchina di morte. La drammatizzazione fatta dai ragazzi della V C non si concentra sul comportamento di Ecuba, non lo giudica, ma lo osserva attentamente.
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La prof.ssa Marcella Petrucci
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In questo testo gli spettatori leggono chiaramente l'amore incondizionato di una madre e le richieste di pietà e giustizia disattese dalla consapevole ed ostinata sordità del potere che lascia dietro di sé corpi senza vita. L'allestimento scenico realizzato dai ragazzi (che hanno curato anche i costumi), con un albero centrale spoglio e bruciato, rappresenta la città ormai distrutta, le vite stroncate, le speranze uccise dalla crudeltà di cui spesso gli uomini si rendono protagonisti.
Proprio questo allestimento ha ottenuto un Premio per la realizzazione di scenografie, maschere e costumi con la seguente motivazione:
Lo spazio della messa in scena è suggerito dalla forza compositiva del disegno dei suoi personaggi e dal disegno del loro movimento. I costumi che essi abitano sono concepiti per essere la soluzione visiva a tutto. L’elaborazione dei tessuti scelti per la loro realizzazione, i tagli adottati, gli accessori sapientemente combinati, la loro quasi sempre presente coerenza stilistica sono l’evidente frutto di un lavoro che in certi casi mostra risultati molto professionali. Le proiezioni sullo sfondo arricchiscono la scena rendendo maggiormente immersiva la partecipazione dello spettatore. Non mancano alcuni indispensabili elementi scenici.
Quando promotori e maestri di bellezza sono ragazzi poco più che 18enni che stanno iniziando ad affacciarsi al palcoscenico della vita, tutto il mondo dovrebbe gioire. Qualche mese fa ho avuto il piacere immenso di assistere alla rappresentazione dell'Ecuba di Euripide, fatta dai ragazzi della V C. Questi straordinari ragazzi mi hanno commosso per la passione, l'entusiasmo, la partecipazione, l'armonia, la straordinaria bellezza che sono riusciti a trasmettere. Erano perfettamente immedesimati nei ruoli loro affidati; ho visto in loro una consapevolezza dell'importanza di ciò che stavano facendo, una profondità d'animo e una padronanza scenica che mi hanno lasciato senza parole, ma con un profondo senso di gratitudine. Da allora sono entrati nel mio cuore e la scorsa settimana, quando hanno ottenuto il primo premio al Festival Thauma, ho gioito con loro e con la mia instancabile prof. Marcella Petrucci, dea ex machina che ha reso possibile tutto ciò, puntando alla crescita umana di questi ragazzi piuttosto che ai premi ed instillando in loro fiducia e sicurezza. Lei li ha conosciuti poco più che bambini, li ha visti crescere nel corso degli ultimi cinque anni, li ha guidati amorevolmente e ora, orgogliosa, gioisce per la grinta e la sicurezza che hanno acquisito.
Cari ragazzi, vi auguro di essere sempre messaggeri e custodi di bellezza, continuando ad emozionare e ad emozionarvi con passione, spensieratezza ed entusiasmo! Siete la dimostrazione che quando le cose si fanno con impegno, amore, passione, dando tutta l'anima, si arriva dritti al cuore delle persone. Che la magia e la spensieratezza di questi momenti possano prendervi per mano ed accompagnarvi in ogni singolo istante della vostra vita!
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