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Alcuni giovani partecipanti all'ultimo Meeting annuale IASEM di Alberobello
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Fabrizio Federici
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Lo “IASEM è una realtà che cerca di tenere insieme in un unico contenitore tematiche all’apparenza molto diverse tra loro, ma assolutamente interconnesse, come la divulgazione, la formazione e le iniziative di networking e di cooperazione internazionale. Sappiamo bene quanto sia importante strutturare dei think tank per parlare di temi come quelli di cui ci occupiamo noi.”
Così l’Ing. Giuseppe Papaleo - a margine del Meeting annuale di Alberobello (Bari) – ha descritto lo IASEM (Istituto Alti Studi Euro-Mediterranei). Nato nel 2011, l’Istituto ha sviluppato in questi anni un lavoro di connessione e di pubbliche relazioni, culminato nella creazione del network MCH (Mediterranean Common House), una rete di cui attualmente fan parte 21 membri, tra Fondazioni, Centri di Ricerca, Università e Associazioni, con sedi in 16 Paesi. L’obiettivo era ed è rimasto promuovere spazi concreti di dialogo e di coabitazione in tutto il Mediterraneo, e il libero scambio di idee ed esperienze intellettuali e umane, ma non solo: “Ciascun Partner ha aderito sottoscrivendo un manifesto di 10 articoli, il Manifesto della Civiltà Mediterranea, che esprime i valori a cui si ispira il Network.”
Un lavoro lungo e articolato, reso possibile dalle energie intellettuali profuse nella creazione dell’Istituto, che sin dalla sua nascita esprime una fortissima vocazione alla formazione: nel corso degli anni, infatti, IASEM si è reso promotore di molte esperienze formative. “A titolo d’esempio, abbiamo organizzato 6 edizioni della Summer School in Strategie Euromediterranee, di cui cinque in Italia e una in Turchia”, precisa ancora l’ing. Papaleo. Giornate di alta formazione, con seminari e workshop, a contatto con accademici, analisti, professionisti ed esperti del settore di calibro internazionale: “come rappresentanti di KAS (Fondazione Konrad Adenauer, n.d.r.) Aspen Institute Italia e IAI (Istituto Affari Internazionali, n.d.r.), con l’intento di formare le nuove generazioni su temi di importanza capitale”.
Nel DNA di IASEM non c’è solo l’aspetto dello studio, ma anche, anzi, soprattutto, quello dell’impatto sociale: per l’Ing. Papaleo, “L’idea cardine è sempre stata di dare estrema concretezza alle nostre idee, cercando di portare sul campo risultati tangibili.”
E proprio questa vocazione è diventata realtà, a partire dal 2019, grazie ad una collaborazione di successo con la fondazione Generation Italy (organismo no-profit creato da McKinsey&Company), per supportare progetti formativi con docenze in ambito soft skills e mentorship. L’intento di Generation è quello di aiutare i giovani che sono fuori dal mondo del lavoro ad entrarvi, attraverso percorsi di formazione professionalizzante, al termine dei quali viene offerta una concreta possibilità di entrare a contatto col mondo del lavoro.
Grazie all’expertise accumulato negli anni in progetti di formazione, IASEM è diventato uno dei maggiori training provider di Generation Italy, mettendo in campo la propria rete di formatori, coach e mentor.
“È un progetto ed una sfida che abbiamo vinto prima di tutto con noi stessi” prosegue l’Ing. Papaleo: “Negli anni siamo stati in grado di attrarre e ampliare una rete su tutto il territorio nazionale di professionisti esperti nelle competenze comportamentali e trasversali, le soft skills, così come nel training coaching”.
Ad oggi IASEM ha partecipato ed erogato corsi di training professionale che coprono molte aree, da quella digitale a quella manifatturiera, del retail e della ristorazione, ed altre se ne andranno ad aggiungere a breve: “Solo nell’ultimo anno, abbiamo contribuito alla formazione e all’ingresso nel mondo del lavoro di circa mille ragazzi, collaboriamo con strutture e realtà di livello e siamo anche diventati partner dell’ITS Basilicata.”
E non è un caso se l’evento IASEM di quest’anno si e’ svolto al Sud: I lavori si sono concentrati sulle tematiche della formazione e dell’occupazione, con un focus sul Mezzogiorno, realtà in cui l’impatto di progetti del genere potrebbe essere determinante. “Lo scopo di questo Meeting è anche quello di fare rete, e per farlo vogliamo interloquire con le realtà produttive e di formazione locali, per capire insieme come poter essere efficaci: abbiamo scelto come titolo di questa edizione “La Formazione Come Strumento Di Innovazione” proprio perché ci interessa dare un taglio concreto a ciò che facciamo; le ricadute devono essere reali e tangibili.”
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