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Mr Płntila e il suo servo Matti - Teatro Quirino di Roma

venerdģ, 07 aprile 2017 16:39

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Fabrizio Federici
Scritta nel 1940, in tempi di guerra e di primo capitalismo "d'assalto"(dello stesso anno, ad esempio, č lo storico "Quarto potere", di Orson Welles), e ritenuta una delle migliori commedie di Bertolt Brecht, "Mr.Płntila e il suo servo Matti" , in scena al "Quirino" sino al 9 aprile, per la regģa di Ferdinando Bruni e Francesco Frongia (curatori anche delle scene), č un testo davvero particolare.
Che, in scena con le classiche soluzioni di Brecht e Kurt Weil (frequenti intermezzi musicali e monologhi o "cori" esplicativi dei protagonisti), trasporta immediatamente gli spettatori nel clima (pur non dichiarato ufficialmente) della Germania di Weimar, tra capitalisti agrari in azione anche su altri fronti, speculatori, notabili locali e proletariato agricolo e operaio.
Costumi, molto curati (qui particolarmente, da Gianluca Falaschi), che ricreano le atmosfere .- tra il casareccio e il lugubre - dei disegni di Grosz e dei quadri di Otto Dix, di una societą che cova in sč stessa l'"uovo del serpente" nazista e non lo sa (o finge di non accorgersene).
Mr. Puntila č un tipico capitalista agrario degli anni '20- '30 (senza, perņ, la nobiltą tipica, bene o male, dei vecchi Junker prussiani: semmai, col suo stile sgangherato, ricorda l'impresario della siloniana "Fontamara").
La pičce č tutta incentrata sul sottile duello che lo contrappone (pur con momentanee tentazioni d'amicizia, o comunque di buon rapporto) al suo servo/autista Matti che dovrebbe, in teoria, sposare la figlia di Puntila, promessa inizialmente a un diplomatico tanto bellimbusto e idiota quanto mosso solo dal miraggio di un' ottima sistemazione (la scena della liquidazione del pretendente da parte di Puntila č degna di Totņ...!O meglio , non č da escludere che Totņ, in un suo celebre film anni '50, si sia ispirato proprio a questa commedia...).
Alla fine, sarą proprio Matti a metter nuovamente le cose in chiaro, a resettare la situazione: ribadendo, nell'ottica tipicamente comunista di Brecht, che non possono esserci accomodamenti, nč tanto meno fraternizzazioni e apparentamenti, tra servi e padroni (ottica massimalista, certo: ma non dimentichiamo che siamo nel 1940, gran parte dell'Europa sta gią bruciando).
Ferdinando Bruni č un istrionico Puntila, sempre vestito come i capitalisti cari a Grosz (cilindro, marsina, e il resto): che (richiamo allo Stevenson di Jekyll e Hyde e a Pirandello) quando beve tende a sdoppiarsi, a diventare un "alter ego" amico dei proletari e addirittura filocomunista; e continuamente circondato da donne (in ambedue i casi, forti i richiami, anche in alcuni aggiustamenti del testo, alla nostra attualitą).
Unico neo, l'eccessivo ricorso al turpiloquio (effetto delle mode del cinema-spazzatura?).
Luciano Scarpa č un altrettanto grande Mutti, perfetto nel suo ruolo di "bel tenebroso proletario".
Perfetti anche gli altri 11 interpreti (tra cui curiosamente, una figlia di Puntila- sosia di Marilyn, e un pastore protestante-sosia, anche nella voce, di Renato Rascel anziano...!).
Uno spettacolo da non perdere.
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