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Un ponte tra la sanità Italiana e tunisina

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sabato, 22 ottobre 2016 22:19

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da sinistra: prof. Enrico Granara, del Ministero degli Esteri, poi il Console della Repubblica Tunisina a Roma e Foad Aodi
Fabrizio Federici
Un'alleanza tra mondo della sanità, cultura, religione, istruzione a favore d'una vera cooperazione internazionale, per contribuire veramente al dialogo tra le civiltà e alla pace. Questo l'obbiettivo ambizioso, ma realistico lanciato ufficialmente con la "Tre giorni" di confronto tra professionisti della sanità italiani e tunisini, chiusasi con la Tavola rotonda svoltasi, a Roma, al Centro socio- culturale tunisino di Via Cupa. Organizzata dall'Associazione Medici d'Origine Straniera in Italia (AMSI), dall'Unione Medica Euromediterranea (UMEM), dal Movimento internazionale "Uniti per Unire", dalla Comunità del Mondo Arabo in Italia (Co-mai), dalla Federazione Italiana Medici di Medicina Generale (FIMMG)- Lazio e dalla ASL Rm 4: insieme appunto al Centro socio-culturale tunisino e al Comitato Medici di Monastir (l'importante città, a sud di Tunisi, luogo natale del mitico presidente Bourgouiba, e sede di una Università con facoltà sia di Medicina che d'Odontoiatria). "Vogliamo creare una vera squadra di lavoro tra medici tunisini, italiani e d'origine straniera", ha detto, in apertura, Foad Aodi, medico fisiatra, presidente di AMSI e consigliere della Fondazione dell' Ordine dei Medici e Odontoiatri di Roma.
Dopo gli interventi del Console tunisino a Roma, e del direttore del Centro socio-culturale, Faouzi M'rabet (sulle iniziative per la prevenzione, specie dei tumori al seno e i corsi di lingua araba e musica, aperti anche agli italiani), la presentazione di dati sulla sanità in Tunisia, da parte dei medici tunisini: nel Paese esistono 4 facoltà di medicina, 1 di Chirurgia odontoiatrica, 200 ospedali territoriali, 600 unità di sanità territoriale. Inoltre sono presenti 21.000 medici di Medicina generale (molto sviluppata sul territorio) e 8000 medici liberi professionisti (40% specialistica, 60% medicina generale). "Soprattutto chirurgia cardiovascolare, pediatrica, oncologica, e cura della salute globale", aggiunge Aodi, "sono le branche in cui i medici tunisini hanno chiesto la cooperazione dei medici italiani e dell' AMSI: visto il ruolo importante ricoperto sinora dalla Tunisia nella gestione dell'immigrazione".
In questa "Tre giorni" in Italia, i medici tunisini dell'"Association Avicenne" di Monastir hanno anzitutto visitato l’Ospedale "San Paolo" di Civitavecchia, città di mare da sempre simbolo di scambi commerciali e grandi flussi umani.
Giuseppe Quintavalle, direttore della ASL RM-4 e segretario generale di "Uniti per unire", ha proposto l'organizzazione, appunto a Monastir, d'un convegno per approfondire le possibilità di cooperazione sanitaria fra i due Paesi. Mauro Contili, Segretario generale dell' Università Anglo-cattolica "San Paolo", ha annunciato la nascita (poco dopo il terremoto di fine agosto nel Reatino) d'un nuovo organismo, frutto della collaborazione tra UniSanPaolo e settori della Polizia di Stato italiana, forte già di 10.000 iscritti in tutto il mondo: la Protezione Civile Internazionale "San Michele" , di cui è stato nominato Presidente, per l'area euro-mediterranea, il prof. Aodi. Massimo Sabatini, rappresentante della FIMMG, ha dato la massima disponibilità ad organizzare periodici scambi di esperienze tra medici di famiglia dei due Paesi: visto l'importante ruolo del medico di famiglia in ambedue i sistemi, italiano e tunisino.
Enrico Granara, Ministro coordinatore degli Affari mediterranei e mediorientali al Ministero degli Esteri, ha evidenziato l'importanza della cooperazione in sanità, sport e cultura per il dialogo tra le civiltà: esprimendo anche apprezzamento per le attività di sanità preventiva e lo scambio di esperienze varie tra i diversi attori della sanità.
Diego Pizzicaroli, rappresentante ufficiale in Italia dell'Azienda di Stato cinese per l'industria farmaceutica, ha sottolineato l'importanza d'una cooperazione italo-tunisina anche in campo economico e finanziario .E' Intervenuto anche l'ex-giocatore di calcio, d' origine palestinese, Raafat Aodi (già militante in varie squadre di serie A in Israele, Nazionale compresa): che ha ribadito l'importanza dello sport come linguaggio universale e mondiale a favore del dialogo e della pace, contro muri e pregiudizi.
"Oggi", ha aggiunto Foad Aodi, "annunciamo ufficialmente la creazione dell'Unione Medica Euromediterranea (UMEM), forte di circa 30 associazioni: che preannunciai l'8 agosto a Nizza, poche settimane dopo il tragico attentato di luglio, e che s'occuperà di medicina, immigrazione, aggiornamento professionale ed assistenza sanitaria a profughi ed immigrati, specialmente minorenni e donne". Aodi ha ringraziato poi la Tunisia e i suoi medici, in particolare per aver assistito, nel 2011 , più d'un milione di rifugiati dalla Libia verso la Tunisia.
"Su quest'ultimo fronte - ha detto, in chiusura, il Presidente AMSI - stiamo creando poi il Comitato "Cristiani in moschea", per proseguire l' iniziativa varata, in gran parte d'Italia, l'11 e 12 settembre scorso ,cui han aderito ben 3.200 associazioni, confederazioni e fondazioni varie: comitato che è già stato ufficialmente invitato, da giornalisti di Nazareth, ad organizzare appunto a Nazareth, in Galilea, una nuova edizione di "Musulmani in chiesa" e di "Cristiani in moschea", nel periodo di Natale. Mentre iniziative come questa "Tre giorni", conclusa oggi, centrate su una seria cooperazione, senza buonismi ipocriti, devono servire sia ad impedire, in ogni Paese, la "fuga dei cervelli" all'estero sia, in prospettiva, a trasformare il Mediterraneo da tragico cimitero dei migranti in "Mare della speranza" (come ribadito, ultimamente, da papa Francesco). Abbiamo voluto scegliere come punto di partenza Civitavecchia (dove io e altri colleghi, tra l'altro, tempo fa abbiamo curato ben 340 giovani tunisini immigrati in Italia) per lanciare un grido, insieme, di rabbia e di speranza; creando un'ideale "nave della speranza" Civitavecchia-Tunisi, che porti benessere e serenità ai Paesi oggi più coinvolti nell'emergenza immigrati".
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