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Anita Ekberg si è spenta

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lunedì, 12 gennaio 2015 19:07

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Anita Ekberg. Fotogramma da La dolce vita - da: http://it.wikipedia.org/wiki/File:Anita_Ekberg.jpg
Alessandra D'Annibale
L'ultima diva, il sogno impossibile di tanti italiani si è spenta in una clinica alle porte di Roma.
L’”Anitona” di Federico Fellini, colei che fece perdere la testa a Gianni Agnelli (suo grande amore), a Dino Risi, Frank Sinatra (che le chiese di sposarlo), Gary Cooper, Howard Hughes, Hugh Hefner (editore di Playboy che la definì ghiaccio bollente) e molti altri ancora, è morta sola in una clinica di Genzano. Aveva 83 anni e divenne celebre in tutto il mondo grazie al bagno nella Fontana di Trevi.
Prima di lei, le donne non facevano il bagno nelle fontane! Dopo, tutte hanno immaginato di prendere per mano Marcello Mastroianni e di portarlo sotto una cascata d'acqua.
Era un sogno, un bellissimo sogno, che racchiudeva in 1,70 di altezza curve mozzafiato e colori nordici, la prorompente bellezza mediterranea e la spregiudicatezza svedese, i due poli del cinema, quello di Cinecittà e di Hollywood, gli eccessi della diva anni ’60 con la dolcezza e la morbidezza di una donna capace di innamorarsi e rifiutare più proposte di matrimonio di quante forse sono state mai fatte.
Chi potrà mai dimenticare il richiamo suadente: “Marcello come here! Harry up!”, oppure “Bevete più latte, il latte fa bene..” in Boccaccio 70.
Tuttavia l’improvvisa mitizzazione per l’attrice e modella svedese fu però per lei grande ostacolo, la sua carriera non ne trasse benefici economici sul lungo periodo. Era impossibile andare attorno al mito, ogni apparizione o battuta non avrebbe mai retto il confronto con il “Marcello come here”.
Del film La dolce vita Anita raccontava diversi anni fa: “Quel film esiste per quella scena pazzesca. E in quella scena c'eravamo io e Marcello. Più io, in verità, che lui, perché Marcello soffriva il freddo, e dopo diverse ore nell’acqua gli misero gli stivali.
Ero bellissima. Lo so” - continuando a parlare di Fellini - “Un genio assoluto. Non ho mai capito quale fu il reale motivo che lo spinse a scegliermi come protagonista de La dolce vita. Lui leggeva nel cuore degli attori, e li dirigeva come fossero farfalle”.
Kerstin Anita Marianne Ekberg (nasce a Malmo in Svezia il 29 settembre del 1931), non è stata solo bella, ma anche una brava attrice, anche se il suo talento artistico spesso veniva offuscato da cotanto splendore!
Forse pochi sanno che nella sua carriera girò più di 60 film, vinse un Golden Globe nel ’56 come Migliore attrice emergente ed ebbe altri prestigiosi riconoscimenti.
Agli occhi del mondo lei è e sarà per sempre La dolce vita, colei che ha incarnato una sinuosità generosa, eterna, attuale anche con il passare del tempo, una rara bellezza che le ha permesso nella vita di dire parecchi “no”, di rifiutare uomini importanti, di parlare senza temere le conseguenze, perché lei era Anita!
E proprio in ricordo della sua indiscussa bellezza, che negli ultimi periodi, con il perdurare della sua difficile situazione finanziaria, le sono stati offerti aiuti economici anche dalla Fondazione Federico Fellini.
Ennio Flaiano, Federico Fellini e Anita Ekberg durante le riprese de La dolce vita (1960)
Da donna libera e indipendente, non ha mai chiesto favori agli uomini, come farebbero o hanno fatto molte attrici e attricette, anzi più erano potenti e più li rifiutava, ad eccezion fatta per l’Avvocato Gianni Agnelli verso cui ha nutrito un vero sentimento d’amore.
Cresciuta in una famiglia numerosa della Svezia, composta da 7 figli, divenuta a 19 anni Miss Svezia e subito atterrata in quel di Hollywood, per poi trovare l’America in Italia, divenendo Musa Felliniana, da qui in poi la sua vita sembra davvero il canovaccio di un film e si confonde molto con le storie delle pellicole che ha girato: tra feste e sbronze, amori folli, flirt, mariti, divorzi, amanti, paparazzi, cene in ristoranti romani, eccessi e tanta pazzia, per arrivare alla solitudine finale, quella che l’hanno vista fragile, dimessa, magra, segnata dall’età, senza grandi mezzi economici dimenticata in una clinica per anziani.
Un epitaffio paradossale rimarrà comunque nel perenne ricordo del mito cinematografico e di una bellezza femminile mai tramontata: “della materia e della carne di cui sono fatti i sogni”.
Addio Anita, chissà se da qualche parte in cielo, incontrerai Marcello e farai ancora un bagno a Fontana di Trevi!
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