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I Sentieri della Terra: come restituire vita e dignità alla Madre Terra

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sabato, 20 febbraio 2016 09:06

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Francesca Bianchi
Dal 18 al 20 marzo si terrà a Torino il convegno internazionale Culture Indigene di Pace: i Sentieri della Terra, una tre giorni di incontri e seminari per dar voce alle culture che onorano la Terra.
L'evento, a cura di Morena Luciani Russo in collaborazione con Luciana Percovich, Daniela Degan e Sarah Perini, ha ottenuto il Patrocinio della Regione Piemonte e del Comune di Torino e la Media Partnership di Comune-Info, Italia Che Cambia, Noi Donne e Terra Nuova.
Quando la nostra cultura occidentale definisce la Terra come Madre e come fonte di nutrimento, sottende sempre una visione ecologica distaccata, arrogante ed antropocentrica, che non ha scrupolo alcuno nel saccheggiare selvaggiamente le infinite ricchezze del suolo, nell'inquinare le acque e nel modificare il cibo.
Le società matriarcali attualmente sparse per il mondo non hanno mai dimenticato di onorare la vita del suolo che ci nutre, affinché questo strato sottile continui a rigenerarsi e a mantenere il suo equilibrio fertile, risultante dal lavoro e dalla cooperazione di miliardi di cellule ed organismi.
Le comunità fioriscono in pace dove i semi si conservano e l'interconnessione tra piante, animali, umani e batteri è tenuta in considerazione ed assecondata.
Nel corso del convegno si cercherà di indagare il rapporto di queste società con la Natura e le modalità che adottano per difendere i doni della Terra, i semi che le nostre Antenate e i nostri Antenati ci hanno dato in eredità e che, a nostra volta, dovremo lasciare alle generazioni future.
Simbolo di questo evento sarà l'Orsa, antica manifestazione della Madre Terra per le antiche culture matriarcali della Vecchia Europa, Madre Primigenia che nutre con amore e devozione la sua prole, antica e potente Signora degli Animali e delle Piante.
Numerosi gli ospiti nazionali ed internazionali che interverranno: Maria Teresa Panchillo, Yessica Huenteman Medina, Malika Grasshoff, Susun Weed, Angelo Vaira, Jeremy Narby, Costanzo Allione, Anna Saudin, Michel Odent, Clara Scropetta, Grazia Dentoni, Pierre di Vallombreuse, Luciana Percovich, Francesca Rosati Freeman, Mario Bolognese con l'associazione Stregatocacolor, Pietro De Marinis, Rossella Semino, Contrada Lusci, Alberto Castagnola, Bruna Bianchi.
Particolarmente significativa la presenza di Maria Teresa Panchillo e Yessica Huenteman Medina, Mapuche del Cile, e di Malika Grasshoff, dottoressa in filosofia, storica indigena e ricercatrice di genere, cresciuta in un villaggio nelle montagne kabyle dell’Algeria, abitate dal popolo berbero.
Foto che ritrae tutti gli ospiti del convegno, presa dal sito dell'Associazione Laima
Maria Teresa Panchillo, poetessa ed attivista Mapuche, parlerà della visione cosmica, dell’organizzazione e del ruolo della famiglia nel popolo dei Mapuche (letteralmente "Popolo della Terra", dalle parole Che, "popolo", e Mapu, "della Terra"), originari del Cile e dell’Argentina, e del sistema di valori e principi che caratterizza questa cultura.
Yessica Huenteman Medina, disegnatrice e ceramista Mapuche, relazionerà sulla possibilità di riconoscere i codici della cosmo-visione dei Mapuche nell'arte ceramica, soffermandosi sul significato di alcune opere di arte ceramica e sulla loro relazione con la femminilità Mapuche.
Malika Grasshoff, invece, interverrà sullo stile di vita delle madri kabyle nello svolgimento delle occupazioni quotidiane, che sono sempre accompagnate da diversi rituali legati alla vita della terra e alle regole del cielo.
Nella loro cosmogonia la nascita di una creatura umana è associata alla nascita di un vaso o di un tessuto. Anche le attività agricole sono accompagnate da rituali che ricordano quelli per le donne incinte. Nei disegni artistici, nei cori di donne, nei lavori di ceramica, nei murali e nelle lavorazioni dei tessuti le madri berbere nordafricane esprimono la loro potente indipendenza femminile.
E' importante dare voce e diffondere il messaggio di pace e speranza di chi vive in queste società, nel tentativo di far capire che esiste una visione completamente diversa del mondo e, soprattutto, nuovi modi di rapportarsi alla Terra e alle sue risorse.
La nostra civiltà occidentale, cosiddetta "evoluta", ha un estremo bisogno di apprendere e fare tesoro degli insegnamenti di società che hanno una visione del mondo che rispetta e sostiene la vita e promuove una convivenza armonica tra tutti gli esseri viventi e la Madre Terra.
Per la sopravvivenza stessa del nostro Pianeta e delle generazioni che lo erediteranno, dobbiamo abbandonare la direzione cieca e distruttiva che sta portando il mondo ad una lenta, inesorabile rovina, ed incamminarci su sentieri nuovi, dove regneranno sovrani la convivenza pacifica di tutti gli esseri viventi, una gestione equilibrata delle risorse e una loro equa distribuzione, la salvaguardia di ogni specie vegetale ed animale, e dove la Terra tornerà ad essere trattata come una Madre generosa da proteggere, rispettare e venerare.
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